25 giugno 2009

Gli insulti creativi

Siamo a Roma in un venerdi' pomeriggio fine primavera qualsiasi; pioviggina, il traffico e' pesante e il bus carico si muove lentamente verso la stazione Battistini. La gente e' stanca, l'autista pure; quasi quasi si fa prima ad andare a piedi che a stare sul bus.

Un "rigazzino" seduto davanti individua, ma solo nella sua testa, un improbabile "varco" tra le automobili disposte su due file immobili. In mano tiene uno zaino bagnato carico di libri; dallo stesso spunta un ombrello con due stecche rotte; sul viso un paio di occhiali neri con la montatura pesante, le lenti tutte strisciate di gocce d'acqua e appannate per il caldo che si era formato all'interno del mezzo. Si vede che ha fretta.

Ad un certo punto si alza dal suo posto, si fa spazio tra la calca, cerca di sorreggersi ai sostegni ma i continui tentativi di muoversi sono ostacolati dal bus che a sua volta cerca di farlo nel traffico.



...adesso continuatelo voi, coraggio! :)


g.

5 commenti:

Tonino ha detto...

Ma dove siamo,quand'è la mia fermata, si chiedeva passando sotto il braccio di un signore molto più alto e di cui non si vedeva il volto.
Le luci delle insegne erano già quasi tutte illuminate e proiettavano all'interno del pulman la loro luminosità , il loro colore, per breve tempo o a lungo in caso di fermata.
All'interno delle sue lenti appannate , sembrava di essere in un cinema .Luci improvvise, dissolvenze che dal buio arrivano ad illuminare la platea.
Un film ! Ecco a cosa pensa,ma uno scossone ,per un'asperità della strada ,ributta quel pensiero in un angolo della memoria.

Anna S ha detto...

E finalmente capisce, individua, in lontananza, la "macchina da scrivere" che abbaglia nonostante la pioggia. L'autobus sta dunque percorrendo via Nazionale, ma perché?! Accidenti, è sbagliato, tocca scendere, tornare indietro. Ma che senso avrebbe? Ormai è troppo tardi e Clarissa se ne sarà certamente andata...

michi ha detto...

Aiutoooooo!!!
Alle elementari avevo una suora che mi assegnava svalangate di temi (termine ormai desueto) per la serie ...continua tu.
Mi inibivano la vena creativa e la inibiscono tutt'ora. Come dire: me la devo cantare e suonare da sola.
Quindi a voi la tastiera!

amanda ha detto...

Già Clarissa, quella Clarissa arrivata nella sua classe quest’anno, che subito si era perfettamente inserita, lei, mentre lui da una vita si sentiva fuori misura, troppo basso, troppo magro, troppo timido. Clarissa il mito irraggiungibile, quella mattina aveva chiesto a lui, si proprio a lui di uscire, di andare insieme a vedere una mostra del pittore su cui la Prof aveva appena assegnato una tesina… ed ora quello stupido bus rischiava di mandare tutto a monte

Anna S ha detto...

Che fare? Per un attimo la tentazione di lasciarsi condurre fino al capolinea dell'84 è forte; pigro, un po' indolente, timido spaesato tra spavaldi vincenti, si lascerebbe andare volentieri al corso inesorabile degli eventi. In fin dei conti, Jacques il fatalista insegna: "era scritto lassù, nel grande rotolo degli eventi" e allora perché forzare il destino ad ogni, faticoso, costo?
Ma la calca dell'autobus lo opprime: troppa umidità, i vetri sono appannati, un po' di pioggia aiuterà a schiarirsi le idee.
Meglio scendere.