
Ci siam posti subito una domanda:
Dove andiamo ? Dove trascorreremo questa vacanza ?
Strano ,ma l’itinerario, lo si è deciso sul posto di arrivo.
‘’Iniziamo da dove abbiamo concluso quella precedente’’ è stata approvata a maggioranza : in tre.
Dal paradiso,un’isola che è un paradiso,a pochi chilometri c’è un paradiso.

Per raggiungerla abbiamo atteso il varo della barca a vela.

Alle prime luci del mattino si traccia la rotta davanti alle tazze del caffè, si calcola il tempo necessario e le varianti possibili in caso di vento e mare avverso e poi via nel blu, la barca traccia una lunga scia bianca che si dissolve lentamente ,senza vento,solo il silenzio del mare che si arrotola sulla prua.
Inaccessibile : le auto normali , se sbarcate dal piccolo ferryboat che fa la spola con il continente, non potrebbero oltrepassare il bagnasciuga pietroso; forse con una jeep o sollevate ed appoggiate sullo stradone.
Silenzio , si raggiunge e si ascolta il silenzio.
Ci si adagia su questo velluto di silenzio, ha il pelo alto questo velluto.
Le cicale, sono loro che ti accolgono, e lentamente, come lento è il tuo arrivo, inizi ad ascoltare il loro frinire.
Le senti un pochino ,poi un po’ di più, poi le ascolti sia a destra che a sinistra entrando in una baia e , dove la terra abbraccia e si congiunge al mare, tantissime, tutte che ti attendono ,e fanno a gara per farsi ascoltare sia di qua che da lì in fondo.
Tutte vogliono accoglierti festanti. Silenzio assordante.
Ma c'è qualcosa che ci osserva !
‘’Profilo d’isolani monti
Che come ginocchia e tibie
Spingono l’estremità
Fra corallini del bagnasciuga.
Amami Sal !’’
Tutto intorno è verde, solo una fascia , come calzini bianchi, mostra la roccia di granito perennemente accarezzata , delicatamente, giorno e notte, tutto il giorno ,tutto l’anno, sempre.
I sensi sono in prima fila : si scorge, attraverso l’acqua cristallina , il fondo marino di praterie di posidonia ,il profumo intenso di resina dai cipressi misti a macchia,i raggi come rasoiate sulla pelle fuori dalle ombre delle vele ,la fredda frizzante acqua quando t’immergi tuffandoti dalla poppa .
Sono iniziate le vacanze con le cicale.

‘’M’accosto placido a te
Ma le tue incessanti cicale
Mi rendono crespo il volto.
Argilla amami !’’
Dopo l’ormeggio, si poggia piede sul molo, sulla terra ferma, dove non hanno mai circolato auto , dove chissà fra quanto verranno rese agibili queste pietraie.
Perché si pensa subito al mezzo di movimento più usato dall’umanità, perché abbiamo subito bisogno di un mezzo di locomozione a motore ?
Mi rendo subito conto che non è necessario, che tutto si può ottenere ,raggiungere, andando a piedi.
Il tempo, qui il tempo lo senti, lo ascolti,non t’invade, non ti perseguita, non ti assilla.
Ha un suo valore e , finalmente ,lo apprezzi. Da tanto che non succedeva.
‘’E’ incredibile ! Sono su di un’isola senza auto. Solo vele ,cicale, ,taverne, caprette.
Oggi pasta con le cozze raccolte durante il bagno. Vorrei ci foste voi tutte. Davvero vi penso. Non c’è internet. Saluti a tutte. Bacioni.’’
Nuotare con maschera e pinne, immergersi sino a sfiorare la prateria di posidonia,vicino a queste piante così preziose, così delicate, così fitte da nascondere stelle marine arancioni, pesci colorati, zebrati, mimetizzati che si allontanano o che ti procedono come eleganti maggiordomi. Corteo di rondinelle che ti avvolgono e che al minimo muoversi della mano esplodono come fuochi d’artificio.
I raggi ti bruciano la pelle, è meglio coprirsi. Tutti a tavola ! Oggi spaghetti con le cozze patelle, lì le chiamano ‘’petalìda’’. Caffè e …silenzio , c’è il concerto pomeridiano delle cicale.
‘’Con pennellate d’intenso blu,
avvolgo le tue perle.
Un si fosco nome
A gioielli bianchi
incastonati nel blu’’
La sera , per la cena, è opportuno trascorrerla in taverna, in quelle più antiche,usate tutto l’anno dai pochi residenti. Molte volte , per il menù , ci si affida al gestore che parla poco l’inglese o l’italiano,ma comprende le nostre richieste.
Se poi queste sono espresse in lingua locale,siete a cavallo, siete già amici : una faccia ,una razza.
Una volta il proprietario-cuoco-servitore, tornò indietro e rivolto a me disse: tu chi sei, come mai parli bene la mia lingua, da dove vieni !?

‘’ Simpatica stenella
Che mostri la tua livrea ,
liscia , fosca e snella
traccia la mia rotta
sull ’ itacese mar.
Placida emergi ,sbuffi, scompari
Nel profondo blu. ’’
Il re di quest’isola si sentì rivolgere queste domande ,quando s’accostò al suo palazzo dopo anni di traversie nel mediterraneo, per scorgere chi fossero i pretendenti di Penelope, sua fedele moglie.
‘’Ho studiato la tua lingua, non facile, per visitare la tua terra e per apprezzare quello che tu preparerai ,questa sera, per noi tre navigatori.’’ C’è il menù per i turisti e quello per i locali : questa sera alicette fritte al posto delle patate fritte, salsa all’aglio,il pane con semini di sesamo, calamaro arrosto , inutile aggiungere quasi vivo.
I giorni passano quasi tutti uguali a parte una visita ad piccolo negozio , un emporio, dove convivono il cotone per l’uncinetto con la valvola del serbatoio, la radio a transistor con la pentola in alluminio.
La scenografia sul mare e sotto il pelo libero dell’acqua è incantevole ad ogni angolo di scoglio.
I colori splendono , sono vivi,intensi . Poi si prepara il pranzo, colorato dai profumi intensi ,vivi, splendidi.

Le cicale sono sempre in viaggio con noi, in vacanza con noi ,durante il rito del caffè e del riposino pomeridiano. Intanto il sole è in vena di straordinari e lavora anche dopo le venti.
Petrosa ! Non comprendevo perché un ’astuto guerriero e re si ostinasse a vivere su quest’isola, petrosa, arida, inospitale.
Forse per non rivelare la presenza di mandrie di pecore al pascolo libero scortate da un montone con l’altezza delle corna ad 175 cm. dal suolo. Oppure da un centinaio di vitelli che tranquilli si scostano al passaggio di due camminatori che stanno affrontando una dura salita ,sudati, impolverati come loro.
Oppure per non rivelare la bellezza della macchia mediterranea modellata dal vento dello Ionio con i profumi sia di mare che di cipressi, ulivi ,querce ed arbusti.
‘’ Argilla….
Ti affido i tuoi naviganti
Che per giorni ho cullato.