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5 maggio 2011

Vi siete mai ritirati su una collina?

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Amo molto Peter Gabriel, questa sua canzone in particolare, Solsbury Hill. Parla di un periodo particolare della vita di Gabriel in cui lui era uscito volontariamente dai Genesis all'apice della loro fama. Aveva sentito il bisogno di scendere dal carrozzone del successo per ritirarsi a vita privata e riflettere, tra l'incredulità di chi gli chiedeva conto di una decisione tanto azzardata: abbandonare una vita da musicista di primo piano in un gruppo in testa alle classifiche mondiali.
Anche a me è capitato di prendere a volte decisioni impopolari e poco comprese dalla gente che mi stava intorno, di alcune non mi sono pentita, di altre forse sì.
Ad esempio tutti mi guardavano come una marziana quando qualche anno fa ho annunciato che volevo lasciare Roma per tornarmene a Camomilla City sulla mia collinetta, come ben sapete è una decisione di cui mi sono ampiamente pentita. Invece non rimpiango di aver scelto di frequentare la facoltà di lingue all'università, tutti in famiglia e anche i professori a scuola mi esortavano a studiare giurisprudenza o economia, ma io sono stata testarda e mi trovo ancora soddisfatta di questa decisione.
Spesso mi capita che, soprattutto dalle mie parti, la gente, che spesso non brilla per apertura mentale, mi guardi perplessa come se fossi un'aliena quando racconto che tra i tesori più cari della mia vita ci sono delle belle personcine conosciute grazie ad una trasmissione radio e ad internet, forse avete una vaga idea di chi possono essere :-)
Strabuzzano gli occhi anche quando dico che parto per il Caterraduno, ma io ovviamente non mi curo di loro e rido, non sanno cosa si perdono.
E voi avete mai preso una decisione impopolare e quando?


Il mio cervello ormai è un pò in loop, spero di non aver già fatto un post simile, in caso contrario mi perdonerete spero.
Una dedica speciale per Alle che a questo concerto di Modena di Peter Gabriel ( ripreso nel video che ho postato) del tour Secret World nel 1993 c'era davvero, se non ricordo male.

1 aprile 2011

Traslocando

9 commenti


Ultimamente sto ascoltando molta musica italiana, tra le altre cose ho ripreso in mano una raccolta divecchi pezzi di Loredana Bertè, mi sono davvero emozionata , molte canzoni sono bellissime e la sua voce all'epoca era davvero intensa, ti fa vibrare qualcosa dentro. Questa che ho postato è "Traslocando" scritta da Ivano Fossati; ascoltandola ieri sera a letto prima di addormentarmi, ho ripensato ai miei numerosi traslochi, alcuni fatti con l'entusiasmo di un nuovo inizio, qualcuno di malavoglia, qualcuno tra le lacrime. Il trasloco, sia esso uno spostamento di casa o di quartiere all'interno della stessa città o un cambiamento di città o addirittura di nazione, è sempre un evento che ti rimescola dentro in positivo e in negativo. Nel mio periodo romano di traslochi ne ho fatti parecchi, tutti molto faticosi perchè oltretutto nella capitale lo stress comincia già dalla difficile e sfiancante caccia all'appartamento. Poi c'è il dover impacchettare tutto, magari selezionando le cose da buttare (altra impresa titanica), lo spacchettare poi nella nuova residenza e il doversi adattare a un nuovo quartiere, alla nuova stanza e soprattutto ai nuovi coinquilini e non sempre è una bella scoperta. Io in genere il giorno dopo il trasloco partivo sempre per una passeggiata esplorativa nei dintorni, per trovare i miei nuovi punti di riferimento, il bar, l'edicola, la libreria e il negozio di dischi più vicini, le fermate dei bus, il parco e giravo anche per percepiree respirare l'energia del mio nuovo quartiere.
Spesso durante i lavori di "inscatolamento" pre-trasloco sono venuti fuori come fantasmi dei ricordi del passato, magari una lettera, una foto o un biglietto trovati per caso nel fondo di un cassetto o una dedica sulla prima pagina di un libro dimenticato da tempo , un pò come canta Loredana in questa canzone:
"E i miei amori uscivano dai cassetti
E dalle scatole di latta
Qualcuno in macchina, altri ancora solo in maglietta
E correvano via giù per quelle scale, via
Ognuno solo e a bordo della sua fotografia
Traslocando"

E voi che rapporto avete con i traslochi e che ricordi avete di questo momento di passaggio e credo anche in fondo di scoperta di nuovi lati di se stessi? Spero che non sia stato ancora fatto un post sul trasloco, ormai il nostro blogghino ha una certa età :-) e faccio fatica a tenere a mente tutti i post fatti in passato.

3 gennaio 2011

Il colore del tempo

7 commenti


La prima canzone che ho ascoltato accendendo la radio il primo gennaio 2011 è stata la meravigliosa "Time" dei Pink Floyd, una canzone dedicata al passare del tempo che ci sfugge sempre di mano, sarà stata una coincidenza? Il pensiero del tempo che scorre mi ossessiona sempre un pò e soprattutto alla chiusura dell'anno precedente e all'inizio dell'anno nuovo. Sarà che da sempre mi sarebbe piaciuto che le mie giornate fossero dense di tante cose, emozioni, eventi, cose nuove da imparare, persone speciali da incontrare e poi purtroppo inesorabilmente la vita stravolge sempre i tuoi piani e ti regala tempi morti che non vorresti, ti costringe a rimodulare i tuoi progetti, a rimandarli a tempo indeterminato. Ecco se posso formulare un augurio a tutti voi è che quest'anno vi regali un tempo denso il più possibile, scandito, oltre che ovviamente dai nostri maledetti ritmi lavorativi, anche dalle nostre passioni che sono tante in questo multiforme ed operoso blogghino. Io mi auguro di colorare le mie giornate con tonalità romagnole, accordi di chitarra, passi di corsa veloce sulla spiaggia, il suono delle ciacole tra amici, il profumo del mare, la luce dei sorrisi delle persone più care (tra cui voi siete inclusi!!) e chissà anche col rosso fuoco di un amore con la A maiuscola.
E voi con quali suoni, tonalità, sapori e profumi vorreste colorare il vostro 2011?



28 maggio 2010

Genova per (due di) noi !

17 commenti

Ciao !

Immagini con musica .

Immagini da Brindisi che potrete ritrovare a Genova.

Buona permanenza ,care amiche, saremo con voi e canteremo con voi questa e tante del nostro

amico Fabrizio.

Attendo ,impaziente ,le vostre immagini.

Ciao !

6 maggio 2010

Giro Girotondo

13 commenti

Stamattina mi rifrullavano in testa i Pink Floyd, avevo voglia di farmi dare il buongiorno dalla voce di David Gilmour, perciò mi sono messa ad ascoltare l’ultimo album che hanno inciso in studio alla metà degli anni novanta, “The Division Bell”; so che per i puristi quelli non sono già più i veri Pink Floyd, ma a me sono piaciuti molto anche quelli anni 80 e 90 senza Roger Waters.

In questo album c’è una canzone che ha una musica che è una boccata di aria fresca, si chiama “Take it back”; il testo è piuttosto semplice, non è certamente fra i più raffinati e intensi dei Pink Floyd. E’ una canzone che ad un primo ascolto mi sembrava dedicata ad una donna, ad un gioco di forza in una coppia, in cui lui la maltratta, la spinge fino al limite e si rende conto alla fine che lei prima o poi potrebbe riprendersi il suo amore. Successivamente, leggendo una recensione dell’album, ho scoperto che invece la Lei in questione era la Terra, nel video ufficiale della canzone, che ho allegato, è evidente il riferimento alla natura. Il gioco di forza è quello tra l’uomo e la Terra, che fa piovere benigna il suo amore “fluido come una brezza” mentre l’uomo la spia, fa promesse che non può mantenere, preda tutto quello che può e la spinge fino al limite per vedere se si spezzerà. Ad un tratto l’uomo riesce a intravedere gli avvertimenti che gridano da tutti i lati il pericolo imminente: ”Lei potrebbe riprendere tutto indietro”.

Gli avvenimenti recenti ci parlano proprio di un gioco ormai al massacro che stiamo conducendo con il nostro pianeta, siamo diventati degli inquilini troppo irrispettosi, invadenti, pretenziosi. Quando in televisione vedo le immagini della marea nera di petrolio che continua a fuoriuscire nel Golfo del Messico, minacciando interi ecosistemi, mi viene voglia di farci sguazzare dentro i proprietari ed i dirigenti dell’azienda britannica che, per risparmiare soldi, non hanno dotato la piattaforma petrolifera dei necessari dispositivi di sicurezza.

E intanto dentro mi canto la bellissima “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli:

“Eppure il vento soffia ancora

Spruzza l’acqua alle navi sulla prora

E sussurra canzoni tra le foglie

Bacia i fiori li bacia e non li coglie

Eppure sfiora le campagne

Accarezza sui fianchi le montagne

E scompiglia le donne fra i capelli

Corre a gara in volo con gli uccelli

Eppure il vento soffia ancora!”

In questo tiro alla fune con la natura prima o poi finiremo tutti a terra come nella filastrocca del girotondo: casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra... e però non ci sarà da ridere.