27 giugno 2009

RACCONTI DELL'ESTATE



La mia città è una delle tante italiane affacciate sul mare. Antichissima, ne risente,ne è modellata addirittura penetrata dal mare.Anche l’umore , la cultura e le tradizioni risentono di questo elemento .I suoi antichi uomini s’insediarono qui per il suo fiorente commercio con tutto il Mar MediterraneoLe tradizioni secolari ,i racconti degli anziani pescatori, hanno modellato ,misto e contrapposto a quello dei grandi produttori di olio e vino, il carattere degli abitanti.Le canzoni tradizionali che narrano di storie d’amore nate durante le vendemmie , di tragedie del mare, di gioie vissute sulle rive , hanno condizionano ,le vicende umane e personali ,raccontate e tramandate in metafora o in esaltazione.Una storia ,comune a tante,che potrebbe essere la mia, del mio prossimo ,antica ,moderna,di vita vissuta , sognata ,immaginata, non ha importanza ,ma una storia. Una storia,raccontane una anche tu.


AMICO MARE


Partimmo dalla riva della mia città con un dodici metri a vela con l'intenzione di raggiungere le coste greche così ospitali e tranquille. Ci attende una navigazione su un particolare tipo di mare esposto a venti dolcissimi , violenti e talvolta rotanti e sorprendenti . Ma fa parte del gioco : un marinaio lo sa, tutti conoscono i rischi e la bellezza del viaggio. La barca che ci ospiterà è stata preparata con cura e con amore, abbellita ,arricchita ,resa sicura .Si parte in due con vento ottimo che gonfia , ricco di forza che appiana tutte le pieghe delle vele .Ma a metà percorso un salto di vento. Non e' niente si cazza la randa , si vira , si naviga bene . E’ una cosa normale era prevedibile che veleggiando lontano dalla costa vi possa essere un salto di vento dovuto al passare delle ore ,al calore del sole, alle maree .Ma fa freddo . Sono nell'ombra della vela. Mi copro, la copro con una felpa .Poco dopo e' tutto passato. Tutto tranquillo se non fosse per il mare che diventa grosso. Onde contro, da dritta , a volte contrastanti , ma perché se era tutto calmo sino a poco tempo fa. Da dove proviene tutta questa burrasca senza un motivo vero ?Si affronta ,si deve affrontare perché la barca si deve salvare,ma non c'e' più niente da fare .Sono solo. Freddo ,sale ,acqua marina negl'occhi, e' sale ,e' pianto non so',ma devo salvarmi e salvare la barca. Un'onda più grande sto' scuffiando, le vele sono ridotte, ma temo per l'albero che e' quasi in acqua. Non vedo più niente, ma sento che la barca e' di nuovo dritta. Forse il braccio di un amico l'ha rimessa a posto. Sono salvo.Oggi sono al giro di boa, tornando rivedrò la rotta già percorsa ?. Spero di no .Spero di non tornare sulla costa ,al diavolo la ricerca di quella tranquilla ed ospitale. Traccerò un’ altra rotta, mi farò guidare dai salti delle stenelle ,dalle grida dei Jonathan di passaggio , navigherò oltre il Capo di Leuca nel grande amico mare.


Ciao .

1 commento:

amanda ha detto...

Tonino, il mio mare adorato, Leuca e prima Novaglie, come vorrei teletrasportarmi lì