…….
Al calar dell’oscurità cercò riparo in una grotticella dopo averla riempita di foglie secche ed avere con quelle chiuso l’imboccatura.
Si addormentò piangendo, commiserando la sua vita ridotta ad una esistenza più simile a quella di un animale che di un uomo. In un solo giorno lui che era comandante di una nave e di cinquanta guerrieri achei aveva perso tutto,era ridotto ad una larva, un bruto che dormiva nel fimo degli animali e mangiava carne cruda. Eppure egli serrava le mascelle stringendo l’anima ferita fra i denti: sentiva che se avesse ceduto allo scoramento il suo mondo sarebbe stato travolto e annientato da quella orda di barbari che correvano la terra ed il mare,senza meta,più disperati,forse,di lui,più smarriti,forse ,del suo re Diomede che cercava un regno tra le brume della notte. …
…Il giorno dopo, mentre usciva dal suo riparo con le membra indolenzite e gli occhi gonfi, vide davanti a sé una donna. Era coperta di pelli fino ai piedi e conduceva un gregge di pecore al pascolo. Lui la guardò senza dire nulla e lei non si ritrasse, non si spaventò del suo aspetto miserabile. Lo fece avvicinare ad una delle capre, lo fece sdraiare e gli spremette in bocca le poppe della bestia saziandolo di latte.
Lo condusse la sera nella sua capanna presso un ruscello,un rifugio di pali e di ramaglie coperte di fango secco dove viveva da sola. Munse le pecore e le capre e fece una cagliata disponendo poi le forme sui graticci appesi sopra al focolare. Gli diede da mangiare formaggio affumicato e focaccia di miglio arrostita sulle braci e latte da bere. Quando ebbero finito di mangiare si tolse il suo abito di pelli e rimase nuda davanti a lui in silenzio. Aveva mani grosse e screpolate e unghia nere , capelli sporchi e aggrovigliati ma il suo corpo nella luce del fuoco apparve bello e desiderabile, il suo volto precocemente segnato dalle fatiche aveva una grazia austera e semplice,nel naso sottile e dritto, nello sguardo ritroso e quasi corrucciato degli occhi neri e profondi.
Anchialo le si avvicinò e la strinse a sé, si distese con lei sulle pelli di pecora che coprivano il pavimento accanto al fuoco. Lei gli accarezzava i capelli e le spalle con le mani ruvide e secche ed egli entrò nel suo grembo umido e caldo e sentì scorrere dentro di sé l’ardore del suo corpo e il calore della brace.
Trascorse con sé tutto l’inverno. Egli l’aiutava a governare gli animali e a mungere le capre e le pecore .Non parlavano quasi mai e, quando la neve scendeva ad imbiancare i monti e le valli,stavano a lungo ,in silenzio,a guardare i grandi fiocchi che turbinavano nel cielo freddo e grigio.
…..
Una sera sul finire dell’inverno lei si accovacciò vicino al fuoco, prese da una bisaccia degli ossicini e cominciò ad agitarli nel pugno e poi a gettarli sul pavimento,due ,tre volte. A un tratto si fermò, guardò gli astragali sparsi sulla cenere e poi lui gli alzò gli occhi in viso,pieni di lacrime. Sapeva che era giunto il momento di lasciarlo partire. Il mattino dopo gli riempì una bisaccia di cibo, gli diede un otre con dell’acqua attinta al ruscello, una pelliccia per proteggersi dal freddo della notte e un bastone. Anchialo staccò da una parete la sua spada annerita dal fumo e partì. Quando ebbe raggiunto il crinale dei monti che per tanti giorni aveva chiuso il suo orizzonte verso meridione si volse indietro. Lei era piccola ora per la distanza, una figurina scura davanti alla capanna solitaria. Agitò il braccio per salutarla ma lei non si mosse, come se il dolore e il vento freddo che soffiava dai monti l’avessero mutata in una statua di ghiaccio.
…….
‘’ Le paludi di Hesperia ‘’ Valerio Massimo Manfredi
Il rientro a casa , alle nostre attività, al nostro pc ,alle notizie dei giornali : nuova tragedia sulle donne. Non finirà mai la costruzione di una sana società. Costruirla è stato come veder crescere un albero, dal seme ai suoi frutti. Per curarlo l’abbiamo irrorato , sostenuto ,potato. Abbiamo avuto refrigerio sotto le sue foglie, ci siamo aggrappati al suo tronco nei momenti pericolosi, ci siamo riparati sotto le sue fronde nei momento tristi, abbiamo raccolto i suoi frutti che ci ha dato sempre con generosità. Per crescere un albero ci vuole molto tempo , ma per tagliarlo ci vogliono pochi minuti.
Al calar dell’oscurità cercò riparo in una grotticella dopo averla riempita di foglie secche ed avere con quelle chiuso l’imboccatura.
Si addormentò piangendo, commiserando la sua vita ridotta ad una esistenza più simile a quella di un animale che di un uomo. In un solo giorno lui che era comandante di una nave e di cinquanta guerrieri achei aveva perso tutto,era ridotto ad una larva, un bruto che dormiva nel fimo degli animali e mangiava carne cruda. Eppure egli serrava le mascelle stringendo l’anima ferita fra i denti: sentiva che se avesse ceduto allo scoramento il suo mondo sarebbe stato travolto e annientato da quella orda di barbari che correvano la terra ed il mare,senza meta,più disperati,forse,di lui,più smarriti,forse ,del suo re Diomede che cercava un regno tra le brume della notte. …
…Il giorno dopo, mentre usciva dal suo riparo con le membra indolenzite e gli occhi gonfi, vide davanti a sé una donna. Era coperta di pelli fino ai piedi e conduceva un gregge di pecore al pascolo. Lui la guardò senza dire nulla e lei non si ritrasse, non si spaventò del suo aspetto miserabile. Lo fece avvicinare ad una delle capre, lo fece sdraiare e gli spremette in bocca le poppe della bestia saziandolo di latte.
Lo condusse la sera nella sua capanna presso un ruscello,un rifugio di pali e di ramaglie coperte di fango secco dove viveva da sola. Munse le pecore e le capre e fece una cagliata disponendo poi le forme sui graticci appesi sopra al focolare. Gli diede da mangiare formaggio affumicato e focaccia di miglio arrostita sulle braci e latte da bere. Quando ebbero finito di mangiare si tolse il suo abito di pelli e rimase nuda davanti a lui in silenzio. Aveva mani grosse e screpolate e unghia nere , capelli sporchi e aggrovigliati ma il suo corpo nella luce del fuoco apparve bello e desiderabile, il suo volto precocemente segnato dalle fatiche aveva una grazia austera e semplice,nel naso sottile e dritto, nello sguardo ritroso e quasi corrucciato degli occhi neri e profondi.
Anchialo le si avvicinò e la strinse a sé, si distese con lei sulle pelli di pecora che coprivano il pavimento accanto al fuoco. Lei gli accarezzava i capelli e le spalle con le mani ruvide e secche ed egli entrò nel suo grembo umido e caldo e sentì scorrere dentro di sé l’ardore del suo corpo e il calore della brace.
Trascorse con sé tutto l’inverno. Egli l’aiutava a governare gli animali e a mungere le capre e le pecore .Non parlavano quasi mai e, quando la neve scendeva ad imbiancare i monti e le valli,stavano a lungo ,in silenzio,a guardare i grandi fiocchi che turbinavano nel cielo freddo e grigio.
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Una sera sul finire dell’inverno lei si accovacciò vicino al fuoco, prese da una bisaccia degli ossicini e cominciò ad agitarli nel pugno e poi a gettarli sul pavimento,due ,tre volte. A un tratto si fermò, guardò gli astragali sparsi sulla cenere e poi lui gli alzò gli occhi in viso,pieni di lacrime. Sapeva che era giunto il momento di lasciarlo partire. Il mattino dopo gli riempì una bisaccia di cibo, gli diede un otre con dell’acqua attinta al ruscello, una pelliccia per proteggersi dal freddo della notte e un bastone. Anchialo staccò da una parete la sua spada annerita dal fumo e partì. Quando ebbe raggiunto il crinale dei monti che per tanti giorni aveva chiuso il suo orizzonte verso meridione si volse indietro. Lei era piccola ora per la distanza, una figurina scura davanti alla capanna solitaria. Agitò il braccio per salutarla ma lei non si mosse, come se il dolore e il vento freddo che soffiava dai monti l’avessero mutata in una statua di ghiaccio.
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‘’ Le paludi di Hesperia ‘’ Valerio Massimo Manfredi
Il rientro a casa , alle nostre attività, al nostro pc ,alle notizie dei giornali : nuova tragedia sulle donne. Non finirà mai la costruzione di una sana società. Costruirla è stato come veder crescere un albero, dal seme ai suoi frutti. Per curarlo l’abbiamo irrorato , sostenuto ,potato. Abbiamo avuto refrigerio sotto le sue foglie, ci siamo aggrappati al suo tronco nei momenti pericolosi, ci siamo riparati sotto le sue fronde nei momento tristi, abbiamo raccolto i suoi frutti che ci ha dato sempre con generosità. Per crescere un albero ci vuole molto tempo , ma per tagliarlo ci vogliono pochi minuti.
8 commenti:
Ora ti leggo, ma innanzi tutto: BEN TORNATO TONINO
Bellissimo, come inizio venerdi 17 e un bun inizio.
CIAO TONINO!!! Finalmente!
Ok: caffè e poi subito immersi in lettura.
A dopo!
Sì, a volte si ha l'impressione di essere andati sulla luna, di aver scoperto l'inconoscibile ma rispetto alle cose basilari siamo rimasti un po' a livello dell'homo non ancora tanto sapiens. Sarà solo questione di tempo? Non credo.
Ciao a tutti !
Son proprio contento che il tema che ho trattato sia stato di vostro gradimento.
Tornare in patria e ritrovarsi il nome (per fortuna solo il nome ) di un amico in prima pagina , mi ha fatto sobbalzare. La vicenda ed i risvolti ,se veri, sono di una tristezza immensa.
Ho ripensato allo scritto da V.M. Manfredi che mi è rimasto sottolineato da tanto tempo e che ho proposto a voi ,ormai solo tutte donne .
Benritrovate amiche mie anche se non conosco il vostro volto, il vostro aspeto, ma che importa ! Anche Anchialo si trovò di fronte una donna ,non certo una Madonna come il nostro Bianchini, ma gli occhi di una donna , ma anche la generosità , l'altruismo ed il sapore di sale sul suo volto.
Così partì e ,voltandosi '' agitò il braccio per salutarla ma lei non si mosse, come se il dolore ed il vento freddo che soffiava dai monti l'avvessero mutata in una statua di ghiaccio.''
Come il cipresso che vi propongo in foto : son tornato alle sue radici dopo oltre 25 anni !
Ciao .
alberi e radici: una sicurezza, la gioia dell'ombra nella grande calura, il riparo dalle intemperie, l'ossigeno...
Ciao TONINO ben tornato tra le donne,il volto a volte tradisce l'aspettativa, il pensiero e l'anima mai.
Ragazzi, questi pensieri così profondi di lunedì mattina quasi mi sconvolgono. Comunque ancora bentornato a Tonino e adesso speriamo rientrino anche gli altri due
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