13 agosto 2009

Incipit del 13 agosto



E' notte e mi sveglio di soprassalto in un punto della casa. il solaio va a fuoco. Il fumo mi asfissia. Tra meno di un mese compio dieci anni e sto già per morire. Comincia proprio bene, la vita!
E' colpa mia. Devo aver fatto "la" grossissima cavolata. Da noi, ogni volta che qualcuno fa "la" grossissima cavolata, la casa va a fuoco. Non è solo nei temi che bisogna evitare le ripetizioni. Anche negli incendi.
La prima grossissima cavolata, è stato mio fratello Roland a farla. Abitavamo ancora alla Grand-Rue, non molto lontano da qui. Ha dato fuoco a dei vecchi stracci nel solaio per non dover tornare al Centro formazione professionale. Le macchine dell'officina gli facevano paura.
"Taci! Se il Signore dell'assicurazione ti sentisse, tuo fratello finirebbe in prigione."
Sento la voce della mamma nell'orecchio. Il destro, quello delle storie prima di addormantarmi. La mamma è sempre al mio fianco. Fluttua nell'aria, non dorme mai, vola, appare, scompare, mi si infila sotto le palpebre, nella tasca dei pantaloncini, o in cartella. Sono fortunato, ho una mamma Peter Pan.

Daniel Picouly "Il campo di nessuno" Feltrinelli Editore

Questa è l'autobiografia di un figlio della banlieue parigina. Undicesimo di tredici figli. Padre nero, madre bianca. E' scritto con una leggerezza molto francese ed una ironia che lo avvicina a Pennac e lo rende quindi imperdibile :-)

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