27 agosto 2009

Incipit del 27 agosto


L’idea dell’eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell’imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l’abbiamo già vissuta e, che anche questa ripetizione debba ripetersi all’infinito!
Che significato ha questo folle mito?

Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Adelphi

Un classicone che sicuramente tutti avrete già letto, lo so; in realtà vuole essere una proposta di risposta all’incipit di Amanda del 10 agosto scorso (L’amore fatale di McEwan che, naturalmente, non ho letto) e alla domanda se esista un amore ragionevole. No, ma è possibile, dice Kundera, coglierne il senso autentico soltanto a posteriori.
A mio umile giudizio è il romanzo più riuscito sui sentimenti e le loro complicazioni.

3 commenti:

amanda ha detto...

Non so se sia il romanzo più riuscito sui sentimenti, non ho letto così tanto da poterlo affermare, certo è che mi è piaciuto moltissimo e che è vero che solo a giochi fatti si può cogliere appieno il senso di una iniziale passione e della sua evoluzione (ammesso che una passione si evolva e che invece non sia di altra natura ciò che nasce dopo di essa)

Anna S ha detto...

Giusta osservazione, la passione può essere infatti distruttiva e dar luogo ad autentici mostri

amanda ha detto...

non solo può essere distruttiva, ma credo che come tale abbia un'inizio ed una fine, che non possa autoalimentarsi eternamente. Ci sono coppie che scoppiano perchè esauritasi la fiamma non riescono ad alimentare il nuovo sentimento