La tragedia s'era già abbattuta due volte sulla famiglia Winshaw ma mai in proporzioni così terribili.
Il primo di questi incidenti ci porta indietro alla notte del novembre 1942, quando Godfrey Winshaw, che aveva solo trentatrè anni, fu abbattuto dalla contraerea tedesca mentre volava sopra Berlino per una missione segreta. La notizia, che fu portata a Winshaw Towers nelle prime ore del mattino, bastò a sprofondare la sorella maggiore, Tabitha, nel gorgo della pazzia, dove sino ad ora è rimasta. Tale fu la violenza della sua follia che si ritenne addirittura impossibile farla presenziare alla cerimonia ufficiale in onore del fratello.
Per ironia della sorte quella stessa Tabitha Winshaw, oggi ottantunenne e con non più facoltà mentali di quelle esibite negli ultimi quarantacinque anni, è la patrocinatrice e la finanziatrice del libro che tu, caro lettore, tieni ora tra le mani. Scrivere delle sue condizioni risulta compito, per qualche verso, problematico ma ciò non toglie che, alla luce dei fatti, la realtà sia questa: che dal momento in cui le arrivò la notizia della tragica morte di Godfrey, Tabitha fu preda di una grottesca fissazione. Per farla breve, si convinse (mi si passi l'eufemismo) che Godfrey non era stato colpito dal fuoco tedesco, ma che la sua morte non accidentale era invece stata opera del fratello Lawrence.
Jonathan Coe "La famiglia Winshaw" Feltrinelli Editore
Come avrete capito si tratta di una saga, una saga narrata da uno disorientato scrittore che si trova a dovere mediare tra documenti e versioni dei fatti diametralmente oppuste inerenti le vite e le gesta di una famiglia ai vertici della finanza, all'interno della quale per l'accumulo del capitale si è disposti davvero a tutto.
6 commenti:
Ciao cara leggo dopo con comodo buona giornata, spero che oggi la musagna sia calma
Tanto mi sa mia cara che ce la cantiamo e che ce la suoniamo solo tu ed io oggi, chi in macchina diretto alle meritate vacanze, chi già in vacanza chi ingoiato dagli impegni.... sono spariti tutti.
A dopo
baci
Hai ragione qua non ce ne per nessuno, vedrai quando ritornano dalle vacanze tutti carichi quante ciacole, e d'altronde è così, ti auguro un buon fine settimana
anche a te cara
Ciao Mariangela
ciao Amanda
sono approdato or ora alla mia casetta.
Tutti sono schizzati via,tutti cercano di schizzare da tutto,molti hanno la mente schizzata.
Per strada ,in auto, in reparto,tutti corrono, si muovono , si alza il tono della voce,non comprendo il perchè.
Perchè il periodo delle ferie è trascorso in questo modo.
Perchè si grida ,perchè si litiga,perchè si mangia in maniera abnorme,perchè i bambini vengono abbandonati dai loro genitori ?
Tutto deve accadere in questi giorni di ferie, si deve esaurire tutto, si deve vedere tutto, si devono esaurire tutte le energie, tutti i risparmi, tutte le emozioni.
STOP
@Tonino: a volte è come se si fosse scesi da una giostra e si continuasse a vedere gli altri che girano vorticosamente, ma per andare dove? A volte si esce di un passo dalla situazione e tutto appare finto e recitato? A volte si ferisce il prossimo per il solo fatto di poter giocare un ruolo, uno qualsiasi, ormai l'elastico è stato teso ed il colpo deve partire.
Quante delle azioni che svolgiamo ogni giorno sono accessorie? E finchè gli accessori sono un motivo di benessere, di aricchimento personale (non economico, ma dell'anima) ben vengano ma il resto? Specie se il resto peggiora la qualità di vita altrui.
L'importante caro Tonino è riuscire a scendere dalla giostra, magari per il weekend, e vedere l'affanno che ci circonda per quello che è: un gioco delle parti.
Allora la volgarità dell'eccesso non potrà ferirci
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