26 agosto 2009

XXXIII


I miei occhi avvertono la pace
profonda di questo cielo,
e s'agita in me quello che sente
un albero quando tende le foglie
come coppe che la luce del sole
deve riempire.

Un pensiero sorge nella mia mente,
come il caldo alito che proviene
dall'erba distesa sotto il sole;
si mescola con il gorgoglio
del vento stanco nelle vie del villaggio:
il pensiero che sono vissuto
assieme a tutta la vita
di questo mondo, e le ho dato
il stesso amore e le mie pene.


Tagore. Poesie d'amore. Newton Compton Editore

2 commenti:

Anna S ha detto...

Mah, io invece ho spesso la sensazione di vivere un po' ai margini e di non dare poi così tanto al mondo. E' quella che gli ortopedici di quand'ero bambina chiamerebbero "posizione di comodo". Stare a guardare più che paertecipare è più semplice, in effetti.

amanda ha detto...

ma partecipare in che senso,nelle cose che ti interessano mi pare che ti butti senza riserve. Forse oggi viviamo tutti a lato degli eventi, tutti dimentichi che "la storia siamo noi".