11 ottobre 2009

Il vecchio e il bambino




Sono stata una bambina molto "nonnolata". La nonnola è la coccola che solo un nonno può fare. Io ho abbondato di nonni. Il mio nonno paterno è mancato che non ero ancora nata, mia madre mi dice che era una persona molto simpatica che l'aveva accolta con molto amore nella sua famiglia. La mia nonna paterna era un generale, persona fredda e dura, fu la seconda moglie del nonno Giuseppe che era rimasto vedovo con una figlia piccola. Per farvi capire che personcina fosse, quella mia zia per fuggire alla matrigna prese l'unica via di fuga possibile per quel tempo: si fece suora. Di lei ricordo che quando l'andavamo a trovare per il pranzo domenicale ci dava, prendendolo da una cassettina di latta, un soldino che serviva a prenderci alla latteria in piazza, i gessetti di zucchero o altre dolcezze strazzadenti, ma non ricordo molte coccole. La nonna scivolò nella demenza senile negli ultimi anni e quando l'andavamo a trovare all'ospizio, dove eravamo stati costretti a ricoverarla, pensava fossimo le nipotine della vicina di stanza. Qualche anno fa frugando alla ricerca di alcune carte, ho trovato il suo annuncio di morte e mi ha sconvolto pensare che fosse morta lo stesso anno del mio adorato nonno Valentino, della cui morte ho il ricordo di un dolore lucido, acuto, quasi adulto. Forse il fatto che la sua testa si fosse persa già da tempo mi aveva fatto antedatare la sua partenza.
Veniamo ai veri protagonisti di questo mio post i miei Nonni. Valentino ed Erminia sono per me l'esempio dell'unione di un vero matrimonio, fino all'ultimo, la sera guardavano la TV tenendosi per mano. Alla morte di mia nonna abbiamo trovato un diario che lei teneva, molto elementare, piccoli pensieri, mia nonna è sopravvissuta 10 anni a mio nonno, era ben più giovane, tuttavia il giorno della morte del suo adorato Valentino ha scritto "per me la vita è finita" e nel suo diario non ha più annotato una riga pur riservando a noi i suoi dolcissimi sorrisi, i suoi canti,i suoi manicaretti, le sue parole di conforto che la facevano essere una donna molto amata da figli,nipoti, cugini, cognati,generi. Una vera processione di persone veniva a trovarla per un consiglio, mia nonna era bloccata in casa da seri problemi all'anca contratti durante la guerra per l'impossibilità di una cura adeguata, ma non è mai stata sola, proprio per l'estrema generosità e solarità.Di lei posso ancora evocare il profumo, se chiudo gli occhi e mi concentro, un profumo di pulito e di talco, posso ancora evocare la morbidezza della sua pelle che ha mantenuto tale fino a dopo gli 80 anni.E sono orgogliosa di averla potuta assistere negli ultimi tempi per avere potuto rendere tutto ciò che mi era stato donato.
Il nonno Valentino era un omone formato lavatrice, calvo (da ciò il mio soprannome "patatapelota" di cui vi ho già detto). Era stato un padre rigidissimo. Quando arrivai io compii il miracolo: lo sbrinai, eppure ero la quinta nipote e non ero neppure la più piccola. Ma ero una vera tiranna conquistatrice, imponevo il gioco a tutti, sempre e comunque. Così divenne un grande fruitore del Lego, edificammo più di Berlusconi a Milano2. La sua rabbia più grande era che mettevo sempre i camini delle case in giardino, ne derivavano baruffe interminabili e la spuntavo sempre io, naturalmente. Con nonna si cantavano opere ed operette, ma con il nonno la colonna sonora erano il Piave mormorava, vecchio scarpone, bella ciao. In casa poi avevo la nonnina, una zia di mia nonna Erminia, a sua volta Erminia, che non avendo avuto figli l'aveva cresciuta come fosse sua e la cugina di mia nonna Teodolinda, Linda per tutti, Lindarelli per mio padre. Zia Linda che è vissuta in casa con noi fino alla morte, a 90 anni, era una zitella dagli occhi azzurrissimi, che aveva sempre vissuto con la madre ed il fratello fino alla loro morte. Dopo la guerra si erano trasferiti da Milano a Montevideo, dove il fratello aveva ricevuto una allettante proposta di lavoro, nel giro di 15 giorni morirono entrambi e lei si trovò sola dall'altra parte dell'oceano ed inviò un telegramma in cerca di aiuto. Mio nonno disse "un piatto di minestra in più si trova sempre" e così venne a vivere con noi e fu l'ultima a lasciarci.



Questo post è per Mati e per la memoria dei miei vecchi

11 commenti:

alessandra ha detto...

Che bel post, Amanda!
Io ho una famiglia molto molto numerosa da parte di mia madre, mia madre ha quattro sorelle, mia nonna materna aveva 7 fratelli e mio nonno materno anche lui 7 o 8 non ricordo bene...io ho ricordi molto forti legati soprattutto alle nonne, i nonni putroppo uno non l'ho neanche conosciuto e l'altro è morto che io avevo 8 anni, mi ricordo solo che a me e mia sorella ci chiamava le sue spose e ci dava sempre le golie quando andavamo a trovarle.
Delle nonne invece ho ricordi molto vivi, la nonna paterna, Ilde, che ha sempre vissuto con noi, era una donna semplice, molto premurosa, sempre disponibile, poverina qualche volta la sgridavo perchè quando studiavo e magari ero concentrata su una versione di greco entrava ogni 10 minuti per sapere se volevo una carota o un biscotto, oppure a volta la domenica entrava alle 7 in camera mia per sapere a che ora doveva svegliarmi, non rendendosi conto che così mi aveva già svegliato, è morta nel 1995 e mi dà ancora il magone pensarci.
La nonna materna, Bianca, dalla morte di mio nonno girava tra le sorelle di mia madre, quindi trascorreva alcuni periodi anche da noi, lei era una donna intelligentissima, colta, era insegnante, ma nella sua vita era sta anche sindaco e regista teatrale... e poi aveva una grande manualità, sapera lavorare a maglia, all'uncinetto, cucire....la chiamavamo il generale perchè ci metteva tutti in riga e aveva una grande personalità...se ne è andata nel 2001..l'altro giorno con mia madre abbiamo incontrato un alunno di mia nonna Bianca, si è commosso davanti a noi quest'omone di sessantanni perchè non è potuto venire al funerale di mia nonna perchè era fuori per lavoro, erano tempi in cui la maestra era unica e speciale...

amanda ha detto...

Che meraviglia un nonno che chiama le nipotine le sue spose. Incredibile una nonna che a suoi tempi era così emancipata da essere sindaco e registra teatrale, mi inchino a tanta intraprendenza :-)

Mati ha detto...

Grazie Amanda :)
Porterò sempre la mia nonna Banca (sì si chiamava come quella di alessandra!) nel cuore.
Fortunatamente questi giorni si sono alleggeriti per il piacevo clima che si è respirato in famiglia, abbiamo passato 48 ore tutti insieme in modo sereno, come avrebbe voluto la nonna.
E presto andrò con la mia mamma per qualche giorno in un centro benessere per rilassarci un po', come regalo di compleanno che avevo deciso di fare a lei ma che per motivi di salute della nonna era stato rimandato.
A proposito...sapete consigliarmi qualcosa?

amanda ha detto...

A volte l'ultimo regalo dei nostri cari è proprio quel senso di ri-unione della famiglia al momento dei saluti :-)

@Mati: non sono molto informata sui centri benessere. Ho un bel ricordo di Ischia con le terme, penso che sia godibilissima anche in ottobre. Sono stata a lavorare a Merano dove c'è il famosissimo centro benessere frequentato dal jet set internazionale, ma se uno non dispone di quelle cifre, le terme di Merano sono bellissime, il paesaggio intorno meraviglioso ed uno può andare in qualche pensione e prendere dei pacchetti benessere alle terme

alessandra ha detto...

@Mati
Brava, bella idea quella del centro benessere...se non ho capito male tu sei di roma, bene allora le terme di saturnia non sono lontanissime da te, so che è molto bello lì, altrimenti ho letto su molti giornali di centri benessere che si trovano in trentino alto adige...ormai ce ne sono tantissimi...anzi lo sia che quasi quasi mi hai dato un'idea...mi sa che un weekend di ottobre ci porto mia madre che ne ha bisogno pure lei..che bello anche tua nonna si chiamava Bianca...

Mati ha detto...

Ho scritto nonna Banca...complimenti a me! no ecco come avete ben capito si chiamava nonna BIANCA!
E ho anche scritto "piacevo" invece di piacevole, non ci sto proprio con la testa!!!
L'idea era di non allontanarci troppo, quindi si pensava Lazio-Umbria-Toscana più o meno. Saturnia mia madre dice di no, io pensavo a Fiuggi ma non sembrava entusiasta nemmeno lì, ora vedremo

Anna S ha detto...

Anch'io sono stata cresciuta dai nonni. Vi dico solo che non sono andata all'asilo (oggi non terrei mai un figlio a casa dall'asilo ma trent'anni fa... forse sì) ma che fino a 6 anni sono stata con la mia nonna paterna: Puccini a gogò! Poi si metteva carponi per fare Furia, il mitico cavallo del west, e io in groppa! E poi nel cestello della bici a far visita alle sue numerosissime amiche e ai parenti nel circondario.

Il nonno paterno non ho potuto conoscerlo perché è morto due anni prima che i miei si sposassero.

Il nonno paterno, invece, mi portava a ballare la mazurca al circolo del paese! E poi costruiva splendide casette in fondo al giardino per me e per mia sorella che siamo cresciute in mezzo alle dalie.

La nonna materna (Manzoni, Dante, Garibaldi e l'opera le sue passioni) ha vissuto con noi gli ultimi anni della sua lunga vita e, come vi dicevo, si è spenta a febbraio a 95 anni e mezzo, cosciente fino all'ultimo ma, ahimè, non più lucida da tempo.

amanda ha detto...

@Anna chi era già morto n. paterno o materno?

Anna S ha detto...

Scusate! Sono rinko! Era morto il paterno, il nonno della mazurca era materno!

amanda ha detto...

che meraviglia un nonno ballerino, di quelli che magari da piccola ti fanno ballare portandoti sui loro piedi :-)

Anna S ha detto...

Sì era proprio così. Con sua moglie (la nonna materna) non c'era verso (casa-chiesa-amica-libri) e così prima ballava con mia madre e poi con le sue due nipoti. E' uno dei ricordi più belli che ho, insieme ai giocattoli fatti da lui