31 gennaio 2010

Il grande Artusi sarebbe felice



"Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che è purtroppo privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono".

Primo Levi, La chiave a stella


Ieri a mezzogiorno ho avuto la straordinaria opportunità di constatare di persona la verità di questa bella massima di Primo Levi, contenuta in quello che forse, almeno a mio giudizio, è il suo romanzo più riuscito.
La mia squallida cittadina vanta alcune punte di eccellenza: una di queste è senz’altro l’Istituto alberghiero Giovanni Falcone, dove vengono formati fior di cuochi che, ho saputo, vincono borse di studio per l’estero bagnando il naso a colleghi provenienti da scuole ben più prestigiose (o, a questo punto, presunte tali).
Da qualche tempo a questa parte, hanno aperto al pubblico la sala da pranzo: accolgono, cucinano e servono loro.

In pochi altri rari casi posso dire di aver mangiato così bene e di esser stata servita con altrettanta cortesia e sì… con altrettanta passione.
Ragazzini dai quattordici ai diciotto anni, severamente sorvegliati da un maitre tutt’altro che indulgente, foruncoli e capelli a spazzola ma portamento fiero e una commovente titubanza mista a consapevolezza.

Ecco l’eccellente menu:

Antipasto di moscardini e polenta
Primo: gnocchi noisette (oppure spaghetti allo scoglio)
Secondo: branzino oppure rollé di maiale con contorno a scelta (caponata, zucchine o patate)
Dolce: crostatina Bella Elena o torta Bisquits (una sorta di teofania costituita da pan di spagna e crème chantilly)
Anche il pane è cotto da loro.

Avendo preso il pesce ho scelto un Vermentino; non hai il piacere di vuotare il bicchiere che, immediatamente, ti viene chiesto, bottiglia alla mano, se ne desideri dell’altro. (Riportarvi la mia risposta è oltremodo superfluo).

Prezzo: 10 €.

Certo, non hanno costi fissi: i locali sono del Comune, gli insegnanti stipendiati dallo stato e il personale è rappresentato dagli allievi.
Esperienza sublime per il palato, senza dubbio, ma la cosa più bella è proprio la passione che questi giovani mettono nel loro lavoro, per il loro futuro.

23 commenti:

oriana ha detto...

E' un iniziativa bellissima, e sicuramente gratificante per i giovani allievi, da noi c'è un ristorante gestito da ragazzi down,
sotto la supervisione di due operatori, fa tenerezza vedere con quanta attenzione ti servono e la loro felicità quando si fanno apprezzamenti.

GianfraH ha detto...

"passeggio qua e la, cercando di smaltire il pranzo" :-)

Ora ho le idee piu' chiare :-)))))

Perche' a Firenze non fanno nulla di tutto cio'? Una volta mi hanno portato in un locale, dove con 12 euro erano comprese tutte le pietanze, vini compresi. E mal di pancia gentilmente offerto dalla casa. :-)

g.

amanda ha detto...

Cara Anna, ma quei ragazzi devono sapere di questa tua recensione, è doveroso che abbiano un riscontro del loro impegno e della loro professionalità. Quindi se sai come metterti in contatto con la scuola (ce l'avrà una e-mail quel benedetto Istituto) invia un link al blog, se lo meritano :-)

Anna S ha detto...

In effetti pensavo di segnalarlo a Decanter, innanzitutto, e certamente di farmi risentire anche con loro. Ora cerco il sito

:-)

alessandra ha detto...

Ecco neanche dalle mie parti fanno una cosa del genere, o meglio c'è una famosa scuola cuochi a Villa S. Maria, ma è un pò distante da me...sicuramente anche il cibo dà la felicità, ne sono certa, ci sono delle vere e proprie teofanie come le chiama Anna, io domenica ho gustato a pranzo, tra mille altre cose, una stupenda minestra di sagne con crema di ceci e cime di rapa che ti accarezza lo stomaco e un dolce alla crema di pistacchio che risveglia i sensi.....

michi ha detto...

Mio figlio di 13 anni (conpiuti sabato!), piume delle mie piume e di quelle di suo padre che è un mito in cucina, ha il sogno di voler fare lo chef.
Io davvero non so come consigliarlo, è una scuola che culturalmente ti isola un po' e se cambi idea strada facendo ti penalizza molto. Sono nel panico anche se la tua recensione e il tuo riferimento alla frase di Levi mi fa riflettere. Paura!!!

Anna S ha detto...

@michi, ti capisco, sarei nel panico anch'io. Ma, se non intendo male, ha ancora un anno per decidere (eventuali preiscrizioni permettendo): fa in tempo a cambiare idea mille volte.
Comunque sì, bisogna fare quello che piace e per cui si è portati... Io non ho figli ma ho ancora stampata l'espressione dei miei parenti tutti quando ho detto loro che mi sarei iscritta a Filosofia. D'altra parte non credo sarei stata in grado di fare altro.

Gloria ha detto...

che bella idea Anna.
E' ammirevole vedere dei ragazzi che si buttano con coraggio nel vorticoso mondo del lavoro.
E' bello vederli pieni di entusiasmo ed energie per qualcosa di serio e impegnativo.

michi ha detto...

Una cosa è certa: bisogna avere una visione a 360° senza preconcetti.
E poi, agganciandosi al post di Gianfr...insegnare ai figli a nuotare in qualsiasi acqua!!!

oriana ha detto...

è quello che ho fatto io pur non sapendo nuotare. E' stata dura quando mio figlio in terza superiore ha lasciato gli studi per andare a fare l'draulico, ad oggi ha avuto ragione lui, fa un lavoro che gli dà soddisfazione ed anche economicamente si sente realizzato, ma io ho faticato veramente ad appoggiarlo

Anna S ha detto...

Come dice sempre il mio capo: "Si impara a nuotare solo gettandosi in acqua"

Forse dovevo scriverlo come commento all'altro post ma gli argomenti si intersecano!

:-)

Anna S ha detto...

@Oriana, mille volte meglio un idraulico felice che un ingegnere frustrato. Poi fare l'idraulico è un bellissimo lavoro (ieri ho sgorgato la vasca da bagno: che soddisfazione!): iper-richiesti e, in genere, interessanti figuri, oggetto di situazioni romanzesche...!

:-)))

amanda ha detto...

Tel lì dove finisce a parare donna Anna :-)

Anna S ha detto...

@amanda, mi è scappato... Non potevo resistere...!

:-))

michi ha detto...

Birichina!

@Oriana: farò tesoro della tua esperienza!

oriana ha detto...

@ Anna è una leggenda metropolitana....

amanda ha detto...

@Oriana: sì perchè tuo figlio le viene a raccontare a mamma le cose piccanti

oriana ha detto...

colpita!

Anna S ha detto...

Sà sà sà!
Torniamo all'argomento originale??

:-))

alessandra ha detto...

Anna adesso pure l'idraulico, sei insaziabile :)

alle ha detto...

Grazie a Dio, ma anche a qualche altro, ai giovani in crescita vengono date queste opportunità.
Forse dipende sempre da chi si trova lì in quel momento a gestire le risorse economiche e umane ? Voglio dire qualche testa pensante e concreta esiste ancora.
Anna porta loro anche i miei complimenti e l'esortazione a non cambiare atteggiamento, anche dopo nella vita vera.

Anna S ha detto...

@alle, concordo con la tua esortazione e confido nel loro futuro più che in quello di altri coetanei dall'espressione spenta che incrocio ogni mattina in stazione

alessandra ha detto...

Proprio ieri sera mia madre, che è un insegnante delle scuole medie in pensione, mi ha detto che ha rincontrato dopo anni un suo ex alunno che ha frequentato quella scuola per cuochi abruzzese di cui vi parlavo, è molto felice e soddisfatto del suo lavoro, ha lavorato anche un pò di anni all'estero e da poco è rientrato in Italia non so dove. La cucina può diventare una grande passione (oltre che un lavoro redditizio, ma questo è meno importante), ma va ricordato che è un mestiere molto faticoso in cui si lavora in tutte le feste comandate.