20 gennaio 2010

Se potessi mordere la terra


Se potessi mordere la terra intera
e sentirne il sapore,
sarei per un momento più felice...
ma io non sempre voglio essere felice.
Ogni tanto è necessario essere infelici
per poter essere naturali.
Non tutti sono giorni di sole,
e la pioggia, quando manca, la si invoca.
Perciò prendo l'infelicità e la felicità
naturalmente, come chi non si sorprende
che esistano monti e pianure,
che esistano rocce ed erba...
L'importante è essere naturali e tranquilli
nella felicità e nell'infelicità,
sentire come chi guarda,
pensare come chi cammina,
e in punto di morte ricordarsi che il giorno muore,
che il tramonto è bello e bella è la notte che resta...
Così è e così sia.
Fernando Pessoa, “Il guardiano di greggi - XXI” (Poesias de Alberto Caeiro, 1946)
la foto è mia.

38 commenti:

Anna S ha detto...

Non so dire se mi piacia di più la foto, la poesia o la loro combinazione.
Come ho avuto occasione di dire in altra sede, concordo in toto, in particolare col diritto di essere infelici, ogni tanto.

Grazie Stefania e complimenti ancora!

stefania ha detto...

... sacrosanto diritto, Anna. :-)

Gloria ha detto...

"L'importante è essere naturali e tranquilli". che belle parole.
Grazie Ste

stefania ha detto...

gloria, questa era prima di tutto per voi due (te ed anna) e poi, ma solo dopo, anche un pochino per tutti noi... :-)

e stasera quando scriverò, vi penserò.

Gloria ha detto...

Anna, ma che siamo le tristone del blog??
sarà per i troppi barnaby???
naaaa
SU CON LA VITA!!!!

GianfraH ha detto...

Bellissima, mette i brividi da quanto sono forti quelle parole.

Ed in ogni caso, come dice Anna, ogni tanto perche' esiste anche il diritto di sentirsi felici e tranquilli.

g.

PS: te l'ho detto che sei brava con le foto? :-)

stefania ha detto...

ma no gloria, mica vero che siete tristi, tutt'altro!!! è solo che oggi vi girava un po' così... volevate essere un po' infelici... niente di grave.


ginfra, grazie :-)

Monica ha detto...

Ogni tanto bisogna essere infelici, ogni tanto bisogna essere malinconici e chiudersi in se stessi. La malinconia è la mia compagna, ma nei momenti che lei si distrae so apprezzare più di chiunque altro un poco di felicità!

Anna S ha detto...

Beh, innanzitutto grazie doppiamente (per la dedica). Io non credo che siamo le tristine del blog (perché altri credo concordeanno con l'opportunità di non dover essere sempre costretti a sorridere e a dire che va sempre tutto bene anche quando è palesemente falso); forse siamo più inclini alla melanconia. Ma questo è tutto un altro discorso.

Siccome però questo post è magnifico, mi porto a casa la dedica e finisco la giornata con bel sorriso!
:-)

GianfraH ha detto...

Io mi concentrerei su quella scritta sul marciapiede

"lo sai che sei speciale?"

Dedicata a tutti.

g.

Anna S ha detto...

@Monica, buona sera!!! Rieccoci tra noi! Che bella sorpresa!!

Anna S ha detto...

@GianfraH, grazie ma no, troppo facile...

"Bisogna entrare in se stessi, armati fino ai denti" (Paul Valéry, uno dei miei preferiti).

GianfraH ha detto...

@Anna

ti riferisci all'ultimo post?

Se si: ti ricordi quando dicevo che a volte bisogna fare le pulizie dall'interno? Stessa cosa :-)

g.

oriana ha detto...

Stefania ma sei davvero brava.
Le tue foto sono vive, s'intuisce
il movimento.
Anche la poesia è molto bella ed è azzeccatissima,per l'umore di Anna
e Gloria ...oggi! "Domani è un altro giorno" (cit.)

Anna S ha detto...

@GianfraH, no, il discorso di Valéry è un po' più ampio: è un'esortazione antinarcisistica, contro quel che Kundera definisce "lirismo", esaltazione di sentimenti intimistici. Entrare in se stessi vuol dire recuperare razionalità e dare "il giusto peso alle cose", direbbe Stefania. Vuol dire uscire dal solipsismo.

oriana ha detto...

Ciao Monica!

alessandra ha detto...

Che bella Ste! Da brivido...
Ma la foto è opera tua? Che bel "quadro" che hai dipinto!

Monica ha detto...

Ciao a tutti!
Anche se non scrivo spesso vi leggo puntualmente!

GianfraH ha detto...

@Anna

alla fine si casca sempre sul dare giusto peso alle cose; il fatto e' che per qualche strano motivo tendiamo sempre a ricordare cio' che ci ha fatto male e le cose che ci hanno scottato, ripromettendoci di non bruciarci piu'.
Quell' "armatura" per entrare in se stessi secondo me dovremmo adoperarla anche per imparare a muoverci in mezzo agli altri.

Tutti hanno avuto almeno una volta il mal di testa... nessuno l'ha avuto uguale a quello degli altri... uff.. mi e' difficile spiegare il concetto in due parole, specie a quest'ora :-)

g.

Anna S ha detto...

@GianfraH mangiamoci ma, soprattutto, beviamoci su!! E riparliamone domani!

Buona serata a tutti
Baci

GianfraH ha detto...

@Anna
Scappo anche io... sto facendo da badante ad un "server" che fa le bizze ma posso farlo anche da casa.

Ci si sente piu' tardi per il bicchiere di vino? :-p

Buona serata a tutti

g.

alle ha detto...

C'è forse un giusto equilibrio tra la felicità e l'infelicità, l'indole di ognuno però propende verso l'una o l'altra. Credo che la poesia di Pessoa esprima con naturalezza questi stati d'animo e la foto di Stefania riassuma visivamente quanto espresso dal poeta: la felicità assomiglia a quell'ombrello colorato che sfonda impertinente il grigio e il freddo di una infelice giornata di pioggia. La mia indole è così.

ste! la tua mano è magnifica, hai per caso fatto qualche esposizione ?

alle ha detto...

monica,
dai cerca di scrivere un pò di più
sarebbe un piacere !

amanda ha detto...

sentire come chi guarda


come dire: usare tutti i sensi ed amplificarne il prodotto

grazie come sempre STEllina

maria grazia ha detto...

Mi associo a Amanda, Grazie Ste.

La poesia è veramente molto bella e foto piu' adatta non si poteva associare.

smack!!!!

amanda ha detto...

però come invidio la persona che ha le finestre che affacciano su quel marciapiede ed ogni mattina aprendo la prima cosa che vede è: LO SAI CHE TI VOGLIO BENE

stefania ha detto...

@amanda, ovviamente la scritta non era per me, ma ne ho potuto godere per mesi e mesi... ora è piuttosto sbiadita e non si legge quasi più. (l'ho scattata dal terrazzino dello studio)
ma su questa cosa del "ti voglio bene" bisognerebbe scriverci un post...

amanda ha detto...

@Ste: lo aspettiamo con ansia

alessandra ha detto...

A Roma di fronte a casa di mia zia un ragazzino aveva scritto un "benignano" "Buongiorno principessa" dedicato alla sua fidanzatina...per un minuto ho pensato che George avesse saputo da qualcuno che quella sera dormivo da mia zia..:)

michi ha detto...

Complimenti davvero Stefania.
Ne ho viste tante di foto avendo lavorato per u po' in una rivista del settore e le tue manifestano personalità e istinto.

"sentire come chi guarda
pensare come chi cammina"

oriana ha detto...

@ Ale non molli mai!
Chissà alla fine un giorno......

stefania ha detto...

@alle, magari fossi così brava da esporre! ma nel 2020... forse... :-)

@anna, interessante la facenda del solipsismo...
hai qualche lettura da consigliare?

@monica, dovresti palesarti più spesso :-) coraggio che si può fare!

@alessandra, vogliamo fare una perizia calligrafica? magari è la sua davvero... chi ti dice di no???

@michi, intanto grazie. poi, per farmi i fatti tuoi: ma che lavoro facevi o fai, per occuparti di foto???

Anna S ha detto...

@stefania, ce ne sarebbero una marea.
Uno su tutti: "Monsieur Teste" di Valéry, molto difficile da trovare (pubblicato da SE).
Tutto Kundera (evita pure quelli pubblicati da "La lentezza" in poi), in particolare i saggi, ossia "L'alrte del romanzo" e "I testamenti traditi".

Tutti i cosiddetti romanzi di formazione hanno questo sottofondo costante (di abbandono di condizioni solo soggettive dei sentimenti buoni o cattivi che siano, quindi sia dell'intimismo piagnone e autocommiserativo, sia della felicità facile e autoconsolatoria, verso un recupero del sentimento autentico, cioè condivisibile, intersoggettivo, razionale): "I turbamenti del giovane Torless" di Musil, "Dedalus" di Joyce, "Le affinità elettive" di Goethe e mille altri.

Se poi vuoi buttarla più sul filosofico c'è sempre la "Filosofia dei sentimenti" di Franzini che parte da Aristote le e arriva forse proprio a Kundera ed è un'analisi delle passioni.

Per farla breve (e non tirarsela tanto - lo dico a me stessa eh), il motto è: il cuore ha le sue ragioni che la ragione deve imparare a conoscere, cioè a tirar fuori dal solipsismo. Comunque Kundera (forse nello "Scherzo" più che in altri) è molto più bravo e chiaro di me.

Miiii, sono riuscita ad annoiarmi da sola!! Scusate!

:-)

stefania ha detto...

@anna, tutt'altro! anzi, grazie mille. l'argomento si fa ancora più interessente con la tua considerazione sul legame tra i romanzi di formazione...
ebbrava annina!

alessandra ha detto...

Subito una cattedra universitaria per la Prof.ssa Scampins ad honorem! Clap clap!

Anna S ha detto...

Orsù non esageriamo. Mica è farina mia (perlomeno non tutta): un secolo fa avevo seguito un corso su questo argomenti e tra Kant, Husserl e altri figuri erano venute fuori queste considerazioni che ho fatto mie.

stefania ha detto...

ecco, io un corso su kant, manco di notte me lo sono mai sognato! e invece anna dodefumè, guarda che tira fuori dal cilindro... e mica cotiche, sa'!

Anna S ha detto...

Anna dodefumé mi piace almeno quanto drinking Editor!!

:-)))