11 aprile 2010

Alleria - cronache di una vacanza napoletana

Come al solito parto dalla musica anche per questo resoconto della mia breve vacanza napoletana, e che musica visto che si tratta di una delle più belle canzoni di Pino Daniele, Alleria, una canzone che, nonostante il titolo, allegria appunto, ha una venatura fortemente malinconica. L’ho scelta perché dà questa sensazione passeggiare per le strade di Napoli, da un lato ti riempie di allegria per la grande bellezza, umanità, forza e vitalità che avverti: i sorrisi e l’immancabile senso teatrale della vita che hanno i napoletani, il tassista dalla battuta sempre pronta, le teche votive dedicate a “San Diego Armando Maradona”, il ristoratore accogliente e ciarliero; ma allo stesso tempo vieni assalito dalla malinconia perché vedi scritto sul volto segnato dei palazzi di questa città e dei suoi abitanti i problemi che ci sono: il degrado, la delinquenza, i ragazzini per i vicoli che a dieci anni hanno già la sigaretta in bocca e sono in tre in sella al motorino che sfreccia veloce per Spaccanapoli, derubati di quell’infanzia che dovrebbe essere un diritto sacrosanto per tutti.

Ed è appunto da Spaccanapoli che è partito il mio giro turistico per Napoli, la strada simbolo che spacca proprio in due la città; in realtà la via ha varie denominazioni a seconda dei segmenti, ma il nome Spaccanapoli identifica tutta questa arteria che si vede nitidamente dall’alto di Castel Sant’Elmo, la fortezza sulla Collina del Vomero. In questi vicoli ci sono le botteghe artigiane dei presepi e qui ho assistito a concerti di “musicanti “ che si esibivano in canti tradizionali e goliardici, coinvolgendo i passanti in improvvisate tarantelle e ho visto anche delle pittoresche processioni pasquali con tanto di banda e frotte di bambini irrequieti al seguito. Mia madre, la “soave Benita” come l’ho soprannominata io per il piglio da dolce dittatrice che assume soprattutto in viaggio, nomignolo che tra parentesi lei non ha gradito molto, dicevo appunto mia madre ha regalato a me e mia sorella due bei cornetti portafortuna artigianali, con tanto di foglietto esplicativo della storia del corno che però vi racconterò un’altra volta.

I posti belli che vi consiglio sono tanti e troppi per dirli tutti: la Cappella San Severo dove si trova il famoso Cristo velato insieme ad altre bellissime sculture, piazza del Gesù dove sono state girate molte scene di “Matrimonio all’italiana” di Vittorio De Sica, il chiostro maiolicato di Santa Chiara, Castel sant’Elmo, la certosa di San Martino, splendida davvero, le strade della Napoli più opulenta, ovvero le zone di Posillipo, Santa Lucia e Chiaia con il fascino aristocratico di Via Filangieri, Marechiaro con la sua famosa finestrella,ma mi vorrei soffermare brevemente su due perle meno note. Prima di tutto il meraviglioso palazzo Zevallos Stigliano, che rientra in uno dei percorsi dell’itinerario del barocco a Napoli, dove si può ammirare l’ultimo capolavoro di Caravaggio, “Il martirio di sant’Orsola”. Tra l’altro in una delle sale si può vedere un film molto particolare di Mario Martone, che se non ricordo male si chiama “L’ultimo Caravaggio”: il regista rilegge il periodo napoletano di questo grande artista in chiave contemporanea, abbinando i volti della dolente umanità dei quadri a quelli altrettanto sofferti e vissuti dei napoletani di oggi. Peccato che questa pellicola non sia né uscita al cinema né disponibile in dvd, mi hanno detto che è stata girata su commissione per una grande mostra su Caravaggio che si è svolta tempo a Napoli. L’altro gioiellino che vi segnalo è il Parco Virgiliano che si trova a Posillipo, da dove si gode la vista di gran parte del Golfo, Pozzuoli, le isole di Nisida, Capri, Procida, Ischia fino a Sorrento, davvero uno spettacolo mozzafiato, anche se quel pomeriggio pioveva.

Il capitolo gastronomia, come potete ben immaginare, meriterebbe un post a parte tra cenette a Mergellina o nel caratteristico Borgo Marinari accanto a Castel dell’Ovo, vi ipnotizzo solo con alcune parole magiche: spaghetti allo scoglio, insalata di polipi, zucchine alla scapece, pizza margherita (squisita!), pastiera, sfogliatelle….siete ipnotizzati?

Volevo spendere una parola anche per la gentilezza e la spontanea simpatia delle maggior parte delle persone che ho incontrato, ogni volta che chiedevamo indicazioni stradali ci accompagnavano tutti, perfino uno “scugnizzo” che mi ha sentito per caso confabulare con i miei su dove potesse essere la Cappella San Severo si è fermato e ci ha indicato la strada. Come avete capito questa città dal fascino un po’ decadente mi ha stregato, Napoli trasuda storia e cultura ad ogni angolo e mi dispiace constatare che un patrimonio così grande di intelligenze e di eccellenze sia stato un pò disperso e abbia portato la città ad un "ritardo" in molto aspetti; la stessa rabbia mi viene mentre assisto alla crisi generale dell’Italia in molti campi e a quella della Grecia, altra cultura antica cui sono legatissima, mi danno tutte sempre un senso di occasioni sprecate e di civiltà perdute.

Vi lascio con un’ultima perla che mi ha colpito molto quando me l'hanno detta, l’etimologia greca della parola Posillipo, che è uno dei quartieri più panoramici di Napoli: il suo nome vuol dire pausa del dolore, ovvero un luogo così bello da offrire una tregua ai propri affanni, in cui il dolore si arresta..ma come si fa a non essere innamorati delle parole e della civiltà che ne ha partorita una così bella e azzeccata per il posto?

9 commenti:

amanda ha detto...

l'unica volta che sono stata a Napoli (in realtà ci sono stata due volte, ma la seconda solo di passaggio per andare ad Ischia)ho vissuto le tue stesse emozioni, ed ero in compagnia del mio 3/4 che era molto più emozionato di me perchè lui a Napoli ci è vissuto nell'infanzia e cercava i luoghi, i colori, i ricordi di quegli anni. Anche nel nostro caso era il weekend di Pasqua, anche nel nostro caso abbiamo assistito a processioni molto suggestive. Già allora c'erano cumuli di immondizia nelle strade (parlo di almeno 15 anni fa) Quella città ha davvero il fascino struggente della decadenza

Gloria ha detto...

Grazie Ale di questo resoconto vacanziero.
io non sono mai stata a Napoli quindi ho letto con piacere.
Spero un giorno di gustarmi una bella pizza margherita e una pastiera originale.

Tonino ha detto...

Tanto tempo fa.
Nella mia prima vita .
Sapete cosa ritrovo nelle parole di Alessandra ?
Le stesse sensazioni , gli stessi colori, emozioni, contraddizzioni che ho avvertito io.
Dieci anni fa.
Ha una sua lingua, leggi, organizzazione, musica, stile,gusto, moda,religione.
E' tutto vero, verace, nato lì, autentico,introvabile.
Il napoletano vive e usa questo mondo,non ha voglia di cambiare e ,quando acquisisce, adatta e modifica per il suo stato, per quella terra.
E' una enorme caldera che produce e che ribolle ,che sversa oltre il bordo facendosi del male,offendendo i suoi colori ,le sue tradizioni, il suo stato.
''..e lo stato questa volta non mi deve condannare,
perchè sò pazzo...
e non ci voglio cambiare ''.
E' irritante e tantissime volte penso che ha un patrimonio pari o simile a quello romano e non viene usato bene per elevare Napoli a ruolo di polo del turismo mondiale.
Peccato per loro e per tutti.

alessandra ha detto...

@Tonino,
Mi piace l'espressione caldera, rende proprio l'idea!E anche la canzone Je sò pazzo corrisponde in pieno allo spirito della città, infatti era una delle canzoni che avevo preso in considerazione per accompagnare musicalmente il post.

Marilina ha detto...

Buona settimana a tutti.

Non ci sono mai andata, voglio andarci, e vorrei una guida come Alessandra.

Non mi figuravo Napoli decadente, ma forte e passionale.

Invece anche nelle parole di Saviano ieri sera da Fazio, solo tanta tristezza...

Il voto di scambio, baratti un favore con tutti i tuoi diritti...

L'uomo più forte non è quello che schiaccia, ma quello che si lascia schiacciare, legittimando...

Scusatemi, ho il raffreddore, sono "sustosa" e arrabbiatissima per le accuse ad Emergency.

amanda ha detto...

@Marilina: a chi lo dici, pure gli inglesi che in momenti così delicati con la vita di tre persone in ballo mettono in giro notizie senza conferma poi smentite ed il nostro ministro degli esteri che commenta "prego che non sia vero" geniale commento

Alle ha detto...

E' inevitabile frequentando Napoli, anche se per una breve vacanza, non considerare le grandi contraddizioni che la sovrastano e che l'hanno da sempre condannata a
sopravvivere come un mondo a parte.
Difficile giudicare, impossibile restare indifferenti.
Penso al silenzio del chiostro di S.Chiara dove ogni cosa sembra possa volgere al meglio..........

Grazie Ale per questo reportage ricco e dettagliato, associato alla musica del divino Pino. E'
stato un pò come essere là.

oriana ha detto...

non sono ancora stata a Napoli, ma è una delle mie prossime mete, abbiamo in progetto di visitare la Campania tutta e la costa del Cilento. Per la tappa Napoletana porterò con me copia del post di Ale per vivere tutte le emozioni che mi ha suscitato

oriana ha detto...

@ Marilina la rabbia è tanta che non riesco a parlarne, in quanto all'esimio ministro stendiamo un velo pietoso.