3 giugno 2010

La Cina è vicina




domani saranno passati 21 anni da questa foto che ha fatto il giro del mondo, domani saranno passati 21 anni dai circa 200 morti di piazza Tienamen, da quell'omino solo davanti ai carri armati.
Ma oggi io scrivo davanti ad uno schermo made in China e uso un cellulare di una famosa ditta Europea, ma naturalmente made in China e le mie, fino a qualche giorno fa inconsapevoli mani,sono probabilmente sporche di sangue, come le vostre.
Il sangue di 11 innocenti e lo stato di schiavitù di centinaia di migliaia di altri giovani che vivono in condizioni disumane per produrre tra le altre cose il famoso telefono/non telefono che ha così tante applicazioni da includere il caffè a letto al mattino e la lettura del giornale al tuo posto, tanto tu puoi vivere nella tua beata ignoranza alle spalle degli altri.
Tra le meraviglie del contratto di "lavoro" di questi disgraziati che generalmente hanno tra i 17 ed i 24 anni c'è la clausola di non suicidarsi, di mangiare in dieci minuti tutto ciò che la mensa mette sul piatto, pena il licenziamento , di lavorare 10-12 ore al giorno senza proferire parola e di vivere nella stessa fabbrica che li schiavizza per 90-250 dollari al massimo al mese.
Ora non potranno neppure più suicidarsi e fuggire quindi all'insostenibile pesantezza dell'essere/non essere perchè hanno posto pesanti reti a tutte le finestre. E soprattutto per le nostre inesistenti coscienze sono stati assunti degli psicologi del lavoro (mica hanno migliorato le loro ignobili condizioni).
Se solo mi fosse data una possibilità di non comprare più assolutamente nulla di made in china lo farei, ma non vivo in un mondo fatato e dovrò scendere anche io a compromessi.
Ma pensare ai diritti di quegli operai significa rivendicare i diritti dei nostri operai e quindi anche i nostri.

9 commenti:

Gloria ha detto...

il made in china lo abbiamo voluto noi occidentali. noi siamo andati alla ricerca di prodotti a bassissimo costo e una volta trovati non ci abbiamo pensato due volte a chiudere le nostre aziende, lasciare a casa della gente e trasferire tutto là.
nel mio campo, come ormai dovunque, quando presenti un prodotto made in italy o made in europe con tanto di certificati, marchiatura CE, codici di rintraccibilità, il cliente storce il naso. il prezzo da pagare è troppo alto per lui. bisogna offrire assolutamente il prodotto made in china, senza certificato, con marchi CE fiabeschi, e privi di rintracciabilità, ma tanto economico! ecco quello che conta.
la manodopoera europea è un lusso che nessuno si vuole più permettere a costo della sicurezza.
l'operaio europeo ormai è scomparso si è dovuto trasformare in operatore di call center, promoter di gestori telefonici..ecc ecc.e intanto laggiù in Cina si muore per il troppo lavoro.che tristezza.

alessandra ha detto...

E' vero l'anniversario di Piazza Tienanmen..ero al liceo quando è successo, mi ha turbato profondamente.

Quando ho letto che il telefono-non telefono e il nuovissimo computer grande quando un foglio a4 venivano fabbricati in Cina con quei ritmi massacranti e quelle condizioni lavorative ci sono rimasta malissimo, mi illudevo che l'"azienda con la mela" avesse politiche aziendali più illuminate.
E' vero come dice Gloria questa invasione di prodotti cinesi in parte ce la siamo voluta noi, con le conseguenze ben evidenti a tutti, ovvero le nostre grandi professionalità che finiscono a casa o in cassa integrazione e gli operai cinesi strasfruttati.
Io non mi intendo di economia, ma mi chiedo se forse si sarebbe potuto a suo tempo fare qualcosa per conservare le mani preziose di tanti artigiani ed operai italiani, penso a quello che è successo nel settore tessile a Prato o a una nota azienda bolognese di intimo di lusso che ha venduto agli americani i quali hanno mandato a casa tante preziose ricamatrici, spostando tutto il lavoro in Cina, tanto poi le mutande sempre a 100 euro te le vende. Forse nel settore lusso è ancora più grave delocalizzare la produzione in Cina perchè i margini di guadagno sono altissimi e potrebbero tranquillamente produrre in Italia.

Gloria ha detto...

Anche la mitica casa di caffettiere ha trasferito la produzione in cina recentemente.
non credo però che i prezzi dei prodotti verranno abbassati. manterranno gli stessi prezzi con più ampi margini di guadagno, sfruttando il più possibile povera gente.

giardigno65 ha detto...

pare che quello dei suicidi sia un vero problema in molte fabbriche cinesi ...

ma che pretendono, in qualche fabbrica se ti alzi per fare pipì ti trovi licenziato !

in quel periodo facevo parte di Amnesty (ero un uomo migliore) e dovevamo occuparci di un prigioniero cinese incarcerato dopo la rivolta...

scoraggiante, nessun contatto nessuna notizia ...

Alle ha detto...

La cosa più triste dei caduti di Tienamen è che il loro sacrificio non è servito a niente, anzi forse il loro esempio è servito per fare
chinare il capo a tutti gli altri..
ma oggi sono amareggiata anche nel sentire che lasciamo Israele libera di gestirsi gli agguati a chi vuole e come vuole e che uno sbruffone di calciatore si senta in diritto di sparare sentenze su
Roberto Saviano che ha osato bistrattare la povera criminalità organizzata, mi viene da pensare che questo signorino se non avesse fatto il calciatore forse sarebbe finito anche lui in quel libro.

Ritornando di corsa alla Cina, temo che siamo finiti in un vortice senza fine, è quasi impossibile evitare completamente il made in China. Anche i prodotti che portano il marchio made in Italy possono di fatto essere stati costruiti altrove, infatti è sufficiente effettuare due passaggi della catena produttiva in Italia: per esempio nel settore abbigliamento una maglia prodotta in Cina che viene etichettata e imbustata in Italia diventa "fatta in Italia".
Va aggiunto che la Cina non solo non rispetta gli elementari diritti della persona lavoratrice, ma latita totalmente anche sulla sicurezza ambientale, non rispetta le normative sulla qualità e sulla
idoneità delle materie utilizzate.
Grazie anche a chi lo legittima voltando la faccia dall'altra parte e riempendosi le tasche di lauti guadagni.
E' proprio diventato un piccolo miserabile mondo.

Tonino ha detto...

Una notizia da poco apparsa sulle prime pagine dei giornali ,apparentemente , non è riconducibile a questo ''pensiero'' della cara Amanda.
Notizia : due giovani coniugi affittano una Ferrari per recarsi ad una festa.
L'autista perde il controllo della potente auto e si schianta su di un palo.
Illesi ,ma molti danni.
Alla Ferrari.
La cosa non mi lascia perplesso . Mi soffermo ,fastidioso ,all'indirizzo della notizia : molti danni alla vettura.
Penso , che motissime nazioni , stiano affittando, guidando, correndo su potentissime macchine capaci di creare sensazioni ,ebbrezza nell'economia .
Dove si giungerà ?
Al palo !
I punti fermi sono sempre lì e non ricevono danni, ma fanno male . Chi sono i piloti di queste economie ?
Sanno veramente guidare ?
Quante persone viaggiano con loro ?
Usare prodotti costruiti nella ,oramai, fabbrica di tutto , è un'ulteriore incentivo alla ''velocità ''.
Ma i punti fermi ,i pali, sono sempre lì e qualcuno già si è fatto male.
Fiorello ripeteva in una pubblicità : ''se hai una utilitaria ci stanno in quattro ; se hai una Ferrari ci stanno ..tutte !''

oriana ha detto...

è vergognoso il modo in cui riescono ad imprimere il marchio made in italy, la stessa cosa sta succedendo in India dove, specialmente le donne occupate nel settore dell'abbigliamento, lavorano in condizioni disumane

Anna S ha detto...

Mai sentito parlare dei Laogai? Temo di no, se non, purtroppo, solo dai giornali di destra. Perché in Italia funziona così: se il Paese del misfatto è comunista, la cosiddetta sinistra non tocca l'argomento, semplicemente non esiste. La destra, invece, ci inzuppa immediatamente il pane e lo strumentalizza.

Comunque sia, i Laogai sono campi di concentramento in cui, oggi (OGGI) come ieri, vengono rinchiusi i dissidenti e costretti, nel migliore dei casi, a lavorare per le multinazionali, anche italiane, ovviamente.
Nei casi un po' meno rosei, i prigionieri vengono uccisi per venderne gli organi. Se però l'assassino, cioè la guardia che spara, sbaglia la mira compromettendo l'espianto di un organo, viene ucciso a sua volta.

Volete che vi parli della politica del figlio unico? Di come vengono praticati gli aborti a gravidanza avanzata? Di che cosa ne fanno della placenta? No, meglio un'altra volta.

Al made in China è molto difficile sfuggire, soprattutto nel campo delle tecnologie, ma vi assicuro non impossibile.

amanda ha detto...

Anna la fabbrica in questione non è un Laogai è una comune fabbrica, anche se questo non giustifica assolutamente il trattamento che ricevono i condannati ai Laogai