ovvero "Ciacole da Tiffany"
(aspettando Lady Scartox & Mr. LittleWhite)
15 giugno 2010
La pioggia nel pineto
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
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D'annunzio G.,
Dillo con parole sue
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16 commenti:
ora non è che io ami troppo D'Annunzio, ma la pioggia nel pineto è una poesia sonora e non c'è nulla che renda più l'idea di una pioggia estiva di questi versi
@Amanda
Infatti, neanche io, pur essendo conterranea dell'abruzzese D'Annunzio, non sono una sua accanita lettrice. Però hai ragione la pioggia nel pineto è davvero una poesia sonora, onomatopeica.
se continua così domani troverete i nuovi versi: la pioggia dentro casa
questa poesia è un capolavoro,
vedi, senti, annusi, sei Ermione....
non conosco benissimo l'opera dannunziana, tuttavia sento che il mio parere non del tutto positivo è influenzato dal D'Annunzio uomo che visse secondo canoni e idee che non mi esaltano. Forse è un pregiudizio e se fossi brava approfondirei la conoscienza.....
Amanda, ti rendi conto che "la pioggia in casa" sarebbe molto poco poetica.....speriamo non accada mai!
La mia poesia preferita.
Dopo l'infinito di Leopardi.
Alessandra, che splendida fotooooooooooooooooooooo!
Che sono, le Hawaii???
@Claudia
Ho cercato su internet immagini del mare della Sardegna e, tra le altre, è venuta fuori questa foto che mi ha colpito subito, credo sia della zona di San Teodoro...il mare sardo è uno dei più belli del mondo e tu lo sai bene.
forese dovrei cambiare anch'io la mia fotina, ma non mi decido mai
forese è forse
Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.
montale
che meraviglia saper trovare le parole ed il loro giusto suono per esprimere emozioni
Che personaggio D'Annunzio! Quando scoprii che il suo vero cognome era Rapagnetta, non mi stupii più di tanto. Un autentico illusionista. Ciao, è la prima volta che capito nel tuo blog e conto di tornarti a trovare se ti fa piacere.
@giacynta:ma certo che ci fa piacere, il nostro è un blog corale e chi entra è il benvenuto
benvenuta giacynta!
D'annunzio ha influenzato il mio modo di scrivere poesie, all'epoca del liceo e credo che La pioggia nel pineto sia molto imaginifica.
Grazie per averla pubblicata!
@ giacynta
Pià che Gabriele è stato il padre a cercare di occultare il cognome "Rapagnetta", che di poetico ha ben poco, hehehe.
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