Quando vidi la donna cinese e la figlia che giocavano a carte a un tavolo del ristorante, il baluginio dell'acqua e le luci del porto di Sydney che brillavano dietro di loro, mi venne in mente Stuart e il motivo per cui aveva dovuto smettere di guidare la macchina.
Stavo per dire "il mio amico Stuart", ma credo che ormai non lo sia più, un mio amico. Sembra che io abbia perso un bel po' di amici negli ultimi anni. Non è che abbia troncato con loro in modo drammatico, abbiamo solo deciso di non tenerci in contatto. Proprio di questo si è trattato: di una decisione consapevole, perchè non è poi così difficile tenersi in contatto con la gente al giorno d'oggi, con tutti mezzi che abbiamo per farlo. A mano a mano che invecchi, però, alcune amicizie ti sembrano sempre più ingiustificate. E un bel giorno ti chiedi:"A che servono?". E allora interrompi i contatti.
Stavo per dire "il mio amico Stuart", ma credo che ormai non lo sia più, un mio amico. Sembra che io abbia perso un bel po' di amici negli ultimi anni. Non è che abbia troncato con loro in modo drammatico, abbiamo solo deciso di non tenerci in contatto. Proprio di questo si è trattato: di una decisione consapevole, perchè non è poi così difficile tenersi in contatto con la gente al giorno d'oggi, con tutti mezzi che abbiamo per farlo. A mano a mano che invecchi, però, alcune amicizie ti sembrano sempre più ingiustificate. E un bel giorno ti chiedi:"A che servono?". E allora interrompi i contatti.
Jonathan Coe. I terribili segreti di Maxwell Sim. Feltrinelli
La vita di Maxwell Sim sta andando alla deriva, dopo il naufragio del suo matrimonio e la depressione conseguente che lo ha allontanato anche dal lavoro, tenta di navigare a vista, ma la cosa non gli riesce molto bene. A dire il vero non gli riesce neppure di navigare con la guida del satellite. Maxwell non ha molta stima di sè e questo sentimento è precedente i recenti insuccessi, anzi, per dirla tutta un senso di inadeguatezza accompagna da sempre la sua esistenza. Dovrà fare i conti con inattesi segreti di famiglia e con le conseguenze che tali segreti hanno sulle sua stessa esistenza per desiderare di rimettersi in gioco, sempre che Jonathan Coe glielo permetta. Non è il Coe della banda dei brocchi o della famiglia Winshaw, ma è pur sempre Coe
13 commenti:
Ora che sono in ferie mi dovrò decidere a prendere un libro in mano. leggo gli incipit mi incuriosisco e poi mi faccio prendere da mille altre cose. un tempo dedicavo sempre un pò di tempo per la lettura. devo assolutamente riprendere.
prima di settembre avrò letto un libro!
fioretto dell'estate
a volte penso sarebbe interessante avere dei segreti di famiglia, ma poi mi farebbero paura.
Ciao Gloria, ben tornata!
questi poi, sono segretei duretti da digerire
Ecco Coe è uno che devo leggere assolutamente, me ne hanno detto tutti un gran bene..
Per fortuna io in questi giorni sto trovando il tempo di leggere sia un pò di libri che il giornale ed è davvero un piacere!
pensate che quella donna e quella bambina cinesi in quel ristorante di Sydney c'erano davvero e Coe le rimase ad osservare incantato per la grande intimità di quei gesti semplici, per la complicità, ed iniziò ad immaginare cosa una scena del genere avrebbe potuto smuovere in una persona molto sola, così è nato Maxwell Sim, così ha avuto inizio tutto
Mi affascina sempre il modo in cui nascono le idee nella testa degli artisti, come nasce il libro di uno scrittore, la canzone di un musicista, il quadro di un pittore...è ogni volta un miracolo ai miei occhi la creazione di opere tanto belle.
Mi piace Coe, questo libro poi parla di amicizie che sembravano per sempre invece le perdi comunque. E' una cosa che mi è capitata in questi ultimi due anni, non vedo più amici che frequentavo da circa 30 anni, che tristezza. Le cose cambiano.
Ciao
@banxy:e com'è che vi siete persi? a volte uno aspetta che si faccia vivo l'altro e più passa il tempo e più è difficile prendere in mano il telefono, a volte cambiano intressi e prospettive: uno mette su famiglia, l'altro no e le priorità di uno non sono quelle dell'altro. Benvenuto
Benvenuto Banxy! purtroppo sono cose tristi che succedono, un pò come dice Amanda perchè si è presi da tante cose, impegni, cambiamenti, spesso è anche dovuto al fatto che ci sono persone meno "sentimentali" diciamo così che non rimangono attaccate alle amicizie di una volta e guardano avanti.
Proprio ieri ho ricevuto la telefonata di una mia ex collega di ufficio, lavoro che ho lasciato giusto da 30 anni, e con la quale ho una grande amicizia, ci sentiamo e ci frequentiamo anche se abitiamo distanti, per una serie di circostanze però era da tanti mesi che non avevamo contatti, eppure la conversazione ha ripreso proprio dove l'avevamo lasciata.
Non ci si vede più perché gli amici cominciano ad avere impegni importanti con la famiglia, quindi i figli, le suocere:)
In realtà noto anche una certa pigrizia che aumenta con l'età.
Benvenuto Banxy.
Si vero Banxy cambiano gli impegni,chi ha famiglia poi ha meno tempo per dedicarsi alle amicizie, dicono..ma non è vero, se si ha voglia di mantenere i contatti si trova il tempo, come per tutto il resto... se si ha voglia... appunto, ma si vogliono tagliare i rami secchi è un'altra cosa...coltivare le amicizie è faticoso, vero,bisogna vedere se ne vale la pena o meno.
Le mie amcizie piu' vere sono quelle nate da bambina e a scuola, in qulache caso sono persone che non sento tutte le settimane, ma come dice Oriana quando ci sentiamo riprendiamo i discorsi rimasti in sospeso come si fossero interrotti un attimo prima.
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