9 settembre 2010

La terza dimensione del cuore



In questo video scorrono le scene iniziali del film "La famiglia" di Ettore Scola, un film che ho amato molto quando l'ho visto anni fa e che mi riprometto di rivedere presto, un film che mi ha commosso perchè la storia di questa famiglia, seppure con trame diverse, mi ha ricordato l'intensità dei sentimenti e del vissuto che ho respirato nella mia numerosa famiglia. Mi scuso, il video è in spagnolo, ma su "tu-tubo" non c'erano molti video di questo film e poi mi interessava allegare la scena iniziale con queste porte che si spalancano l'una dopo l'altra.
Questo post è da un pò che mi ronza in testa, stimolato dai bellissimi post di Amanda sulla sua colorata e affettuosa famiglia e anche dalla giornata di domenica scorsa che è stata proprio emblematica. La terza dimensione del cuore, un pò come nel mio post precedente dedicato a quella della bellezza, allude alla profondità del cuore, una profondità e intensità che si vanno sempre più smarrendo.

Scena 1: Domenica mattina sono al mare e come al solito si ciacola del più e del meno con cugini, parenti vari e vicini di ombrellone; io in genere, nonostante la mia proverbiale chiacchiera, sono molto riservata sulle mie cose, difficilmente parlo delle mie vicende private così apertamente, rimango su discorsi generali; però quella mattina, stimolata da una discussione a cui mi sono appassionata, vado più sul personale aprendo il mio cuore (spero abbastanza tridimensionale per rimanere nella metafora) su dei miei piccoli problemi. Bene, sto parlando di queste mie difficoltà con un mio cugino e la sua morosa (che in genere è mooolto loquace sui suoi guai) quando, dopo cinque minuti, dico cinque, mentre io sono nel pieno del mio racconto personale, lei si alza dal lettino e, rivolgendosi a mio cugino, fa: "Avrei voglia di fare un bagno", così si avviano tutti e due verso l'acqua lasciandomi tra lo scioccato e il perplesso.

Scena due:Domenica pomeriggio io e miei andiamo al paese di mia nonna materna per una messa in suffragio di una sorella dolcissima di mia nonna che è morta da poco e che è rimasta nel cuore dei suoi nipoti. Tutti dico tutti (e sono tanti) i cugini di mia madre si erano precipitati al capezzale della zia giorni prima, c'era in particolare un mio zio, un omone con la barba, che piangeva come un vitellino. Anche alla messa di domenica ci sono quasi tutti; andiamo poi a mangiare tutti insieme il pesce, io unica ultratrentenne tra quasi tutti ultrasessantenni mi sento completamente a mio agio, col cuore aperto in tutte le sue dimensioni. Che bello vedere gli abbracci, gli sguardi carichi di affetto che hanno l'uno verso l'altro, il modo romantico di ricordare le loro vite insieme, le sgridate dello zio burbero, le zie tragiche e religiosissime che, come nel Gattopardo si ritiravano per dire il rosario tutti i giorni in un angolo della casa, i racconti su mia nonna che era la trasgressiva delle sorelle, nel senso che era lo spirito libero, le cantava chiare a casa e si ribellava alla severità del fratello maggiore. E' bellissimo vedere la loro partecipazione ai racconti di tutti gli altri, agli aggiornamenti reciproci sulle proprie vite. In tantissimi anni non si sono mai persi di vista, telefonate, inviti, sincera partecipazione alle gioie e ai dolori di tutti i cugini.

Ecco sebbene siano due episodi avvenuti certamente in contesti completamente differenti, la mia domenica è stata illuminante rispetto a quello che è un mio pensiero ormai da un pò di anni: la perdita della terza dimensione del cuore. Lo so che certo non è una novità che non ci siano i sentimenti forti e romantici di una volta, il mio non vuole essere neanche un j'accuse contro la superficialità delle generazioni più giovani, piuttosto un profondo rammarico per quei tesori umani che si vanno perdendo, quei legami profondi e duraturi che rimangono ancore salde per tutta la vita. Io non mi posso neanche ritenere sfortunata, nella pletora di cugini di vari gradi che ho, ci sono dei veri gioielli, però l'atmosfera di fondo e le teste delle persone sono indubbiamente cambiate: le grandi storie romantiche e intense delle famiglie si sono fatte indubbiamente più prosaiche nelle ultime generazioni. Il discorso si potrebbe poi allargare anche al di fuori della cerchia della famiglia: questa superficialità, mancanza di attenzione all'altro, fretta di correre dietro alla propria vita, si ritrovano anche nei rapporti umani con gli altri, con amici e conoscenti.
Quante volte mi sono sentita dire "sai adesso sono preso/a dalle mie cose, non ti posso dar retta", si entra e si esce dalle vite delle persone come se niente fosse, forse più preoccupati da quello che gli altri possono fare per noi che da quello che noi possiamo fare per gli altri.
E il mio pensiero corre alle facce e ai racconti di mia mamma e dei suoi cugini in quella cena che è stata una celebrazione laica in onore della zia Vittoria: quanti problemi, quante difficoltà hanno avuto anche loro, eppure non è stata una scusa, un alibi per perdersi di vista e non aiutarsi a vicenda.
Scusate il papiro e magari la banalità del discorso, ma è un argomento che mi sta molto a cuore ...e un grazie ad Amanda che coi suoi racconti di famiglia riscalda sempre i nostri cuori tridimensionali bisognosi di calore.

18 commenti:

Gloria ha detto...

Che bel racconto Ale. che famiglia!
La mia è una famiglia piccolissima. ho una sola zia e due cugine. di zii di secondo grado ne ho ancora due e sono in contatto solamente con uno che considero uno zio vero a tutti gli effetti. un vero tesoro.Mi viene regolarmente a trovare in ufficio e le chiacchierate che mi faccio con lui davanti a un caffè sono sacre.
Per il resto non facciamo riunioni di famiglia, niente cene nè pranzi con i pochi membri della famiglia.
Ma a dire il vero non ne sento molto la necessità visto la simpatia dei parenti

amanda ha detto...

c'è una frase di questo film che non ricordo più se viene pronunciata dalla Sandrelli o da Gassman che mi è rimasta nel cuore:
"ai figli che ci danno meno pensieri si dedicano meno pensieri" o qualcosa di simile.
Il problema è: a chi li dedichiamo i nostri pensieri di questi tempi? Si perdono le amicizie perchè non si dedica agli amici il tempo di una chiacchierata davanti ad una tazza di caffè, di una telefonata, di una mail, di un semplice e rapidissimo sms per dire ci sono ancora, finchè lo vorrai. Si passa dal tempo/lavoro al tempo/lavoro con la sola pausa per esplicare le minime funzioni fisiologiche.... e la chiamiamo vita

amanda ha detto...

@Gloria: lo zio viaggiatore e ballerino?

Gloria ha detto...

Amanda : si. zio Sauro, il veneto terribile, venuto in piemonte dopo l'alluvione del polesine. quello che mette a posto tutti! lo adoro.

alessandra ha detto...

Sante parole Amanda!
Gloria hai uno zio viaggiatore e ballerino? Ecco da dove viene la tua vena folle! :-)

amanda ha detto...

ecco sarei la prima a parlare male di noi veneti, ma alla fin fine non siamo proprio malaccio

Marilina ha detto...

Che bella storia, Ale.
Tu e Amanda siete fortunatissime ad avere una storia familiare così.
Io ho 4 zii e 6 cugini, rapporti buoni, ma ho rapporti più intensi con i membri della mia famiglia allargata (genitori di amici).

Ho un bellissimo ma lontano ricordo di Liduvina, la mia nonna paterna, classe 1996 e mancata nel 1986. Donna forte, indipendente, dolce ed elegante. Ogni tanto mia mamma mi dice "te si tuta to nona", ma magari le assomigliassi fino in fondo.

Credo che uno dei problemi delle relazioni attuali sia l'egoismo, dimenticandoci che un dolore condiviso è un dolore a metà ma una gioia condivisa è una gioia raddoppiata.
Sarebbe bello parlare delle nostre famiglie attorno ad una tavola imbandita a più mani...

Gloria ha detto...

Ale : ho uno zio viaggiatore latin lover dal quale dovrei imparare a vivere!
da quando è arrivato qui non si è mai mosso, poi dopo una vita travagliata, è rimasto vedovo. ma non si è mai perso d'animo. così l'anno scorso ha preso il treno (per lui un evento!) ed è tornato a Rovigo a salutare i parenti. poi dopo qualche tempo ha ripreso il treno ( ormai ci aveva preso gusto) ed è andato a roma dove ha una zia ultranovantenne.
ora convive felicemente e questa primavera ha superato se stesso imbarcandosi per una crociera nel mediterraneo. quando mi ha fatto vedere le foto mi spiegava in dialetto : te veghi? mi a sun andò an maroccu e ti an t'ei bouna a piè an galante! (vedi? io sono andato fino in marocco e tu non sei capace di trovarti un fidanzato!)
Ah zio....

maria grazia ha detto...

Oh ragazze, avete proprio delle belle famiglie! che belle storie.

Tonino ha detto...

Continuano le proiezzioni dei cortometraggi della sezione ''La famiglia''.
Se ci fosse uno spazio a Venezia su questo tema, care le mie ragazze,ci sarebbero le sale con il tutto esaurito.
Leggo e rileggo le storie che avete registrato, dò un volto, un tono di voce allo zio sportivo, alla zia autoritaria, alla cuginetta antipatica.
In queste storie c'è un particolare, un dettaglio che può, se non attenti,sfuggire :
la terza dimensione dei sentimenti.
I trentenni fino ai cinquantenni e più come me, stanno ripassando la storia, stanno soffrendo la fine di queste storie delle proprie famiglie, stanno constatando che si è creato un invisibile scalino nella società.
Se si vive insieme ,se ci sono contatti frequenti con i membri della famiglia si cresce, si mitigano le differenze ed i contrasti.
Oggi :
il ''mi piace'', il ''condivido'', ha sostituito la vendemmia tutt'insieme o la preparazione della passata di pomodori per tutta la famiglia con i ruoli che si ripetono anno dopo anno.
C'è poco o nulla da registrare, c'è poco o nulla della terza dimensione.

Alle ha detto...

Ale, hai tolto il coperchio ad un pentolone.....
famiglia numerosissima, la mia. Tanto supporto, ma anche tanti litigi e incomprensioni. Ho dei cugini che considero fratelli e anche se ci vediamo raramente, ci separano 700 km, ogni volta è sempre una festa e passiamo ore a raccontarci di tutto con naturalezza e desiderio di farlo. Con altri invece ho rapporti quasi formali e forse molto poco da spartire. Tuttavia, negli ultimi anni, sto facendo esercizio di miglioramento "spirituale" cercando di tenere vivo almeno un contatto che non ci faccia dimenticare di essere, oltre che familiari, anche persone con qualcosa di dire o da dare. Con altri ancora, nemmeno questo segno flebile pare possibile.

Trovo inoltre che riunirsi per ricordare e onorare la memoria di qualcuno scomparso sia il modo più
rispettoso e affettuoso di celebrarlo. Così facendo si rende omaggio anche alla vita.

alessandra ha detto...

@Tonino
Quanto hai ragione su quello scalino invisibile nella società...e hai tremendamente ragione anche quando dici che quel "mi piace", emblema della vita ai tempi di facebook non dovrebbe mai sostituire l'esperienza fisica di riunirsi tutti insieme per fare marmellate, pomodori, carciofini come ai tempi della mia mamma e delle mie nonne...

Il_Marcio ha detto...

E' che siete abituati male. La gente vuole star bene e ascoltare le lagne degli altri non li aiutano. Saper ascoltare non è da tutti, ma resta il fatto che il mondo non gira intorno a voi; siete solo uno dei miliardi di asteroidi che si fa il proprio moto in tranquillità e ogni tanto passa accanto ad altri asteroidi, punto. Non vi aspettate che la gente vi ami incondizionatamente, che facciano tutto per voi. Scordatevelo proprio. La "Terza dimensione del cuore" secondo me non esiste; è solo il nome che date alle vostre insoddisfazioni.

Tonino ha detto...

Accipicchia !
Non ci avevo pensato !
E' vero , sono un asteroide.
Ho capito sono l'asteroide ''xy''.
Lo spazio ,enorme, freddo,velocità incredibili non misurabili,direzioni incontrollabili, anni luce senza avvicinarsi a niente,ruoto su un asse che non è fisso ,niente di stabilito, niente di certo sull'arrivo,niente di prossimo all'orizzonte, niente.
Mi pulsa il centro, si ,qui al centro,forse il nucleo che è ancora caldo dopo il big bang of new life,sarà un pò di lava che cerca di uscire, prima o poi cercherà un varco ,una parte debole della mia crosta, spessa,grigia,polverosa,arcigna,impraticabile,irta, pungente.
Niente affianco, nessuno,solo, ma che fastidio qui al centro, vedo solo roccia rossa xx a poca distanza,ma è da tre anni che la noto senza poter aver avuto un contatto , un anno luce di avvicinamento su di Lei.
Ha una rotta strana ,non costante,non regolare,riceve attrazioni leggere dai corpi lontani,ma ritorna sulla sua rotta.
La sua polvere mi smeriglia le rocce, in qualche punto si accumula ,ho il tempo di sentire il suo profumo,la consistenza,il suo potenziale magnetico.
Fine,sabbia rossa fine, brillante ai raggi delle stelle, alla luce riflessa dei corpi siderali, riflessi ramati,lunghe scie rugginose sul suo corpo snello.
Raggiungerla, devo raggiungerla, ecco la mia attività,ho deciso di mettere in campo le mie forze elettromagnetiche migliori per attirarla per farla cadere nel mio campo.
Come spiegare che anche una roccia , ha un nucleo caldo, ha una pulsazione che ,anche se piccola, può, deve ingrandirsi ,deve mostrarsi ?

Anonimo ha detto...

Sempre grandissimo, il nostro 'poeta di corte' Tonino; ancora una volta è riuscito a superarsi!
Mitico, anzi ...mitologico!!!
:-)

Buona settimana, Tiffaneria!
Franz

Marilina ha detto...

Caro Marcio,
secondo me c'è un'educazione all'ascolto che passa dal rispetto delle "lagne" altrui.
Per essere amati incondizionatamente, dobbiamo prima imparare ad amare gli altri allo stesso modo.
E prima ancora, amare noi stessi così.
Piccole cose, che ognuno perfeziona piano piano.

Gloria ha detto...

No dai non siamo asteroidi. gli asteroidi sono corpi freddi, ricoperti di ghiaccio senza forma.
a me piace pensare a noi come alle stelle di una costellzaione. prendete Rigel, betelgeuse, bellatrix. da sole non dicono niente semplici stelle come ce ne sono a miliardi. ma unite formano la costellazione di orione : una meraviglia che si può osservare anche a occhio nudo.
il mondo non gira attorno a me, per carità ma io sono una piccola piccolissima stella che fa parte di quella infinita armonia dell'universo.
In mezzo a tutto il marasma, in mezzo alle esplosioni alle scintille e ai terremoti che danno vita alla fucina dell'universo ci siamo anche noi, si, con le nostre orbite solitarie è vero, lontani anni luce l'uno dall'altro ma uniti da quella polvere misteriosa e magica che è la materia oscura.

Gloria ha detto...

Lo sapete, vero, che la settimana scorsa siamo stati sfiorati da 2 piccoli asteroidi? roba piccola e non visibile dalle nostre parti..