4 luglio 2011

In punta d'ago












Eva aveva cresciuto i figli che ormai adolescenti avevano le loro vite.


Un tempo diceva "verà il giorno in cui potrò dedicarmi a me stessa", poi il giorno era arrivato, non si era ben resa conto quando, ma era arrivato, ed in realtà ora non sapeva neppure più cosa significasse occuparsi di se stessa.

Il marito era un misterioso coinquilino, i figli dei chiassosi alberganti.



Eva aveva passato anni a vestire, svestire, cucinare, lavare, pulire, accompagnare e prelevare, con la TV sempre accesa, non aveva letto un libro, sempre dicendosi che non aveva tempo, non aveva curato il suo corpo (a che pro?) ed ora non sapeva da che parte iniziare.


Ma si sentiva vuota ed inutile ed il tempo si dilatava, la risucchiava in una bolla e non procedeva.


Un giorno trovò la scatola dei fili da ricamo, ne aveva fatto bavaglini e lenzuolini, mentre aspettava i suoi figli.



Così ricominciò a ricamare a mezzo punto, da principio seguiva gli schemi delle riviste, poi ci riprese gusto e mischiò i colori ed i cuscini divennero albe e tramonti, oceani in tempesta.


Poi ricamò fiori e frutti e se annusavi ne sentivi il profumo.


Poi modellò principesse tristi e la tela era sempre un po' umida delle loro lacrime.



Un giorno iniziò a ricamare un arazzo con un grande giardino, tra i rami degli alberi, ogni specie di albero, c'erano uccelli di cui si poteva distinguere il melodioso cinguettio, con l'ago ed il filo tra le piante tracciò un bel giovane, il volto sorridente, il corpo armonioso ed al suo fianco ricamò una donna, le lunghe chiome lucenti, il sorriso seducente, la fece che allungava la mano verso un melo, ne staccava un frutto succoso e lo porgeva all'uomo.


L'uomo di quel frutto si cibava.


Nulla dopo quel gesto mutava e l'uomo e la donna rimanevano felici in quel paradiso, non c'erano lacrime, nè dolorosi travagli.


Da quel giorno la vita di Eva cambiò: aveva creato la bellezza, era stata dio, un dio amoroso e compassionevole per le sue creature, poteva esserlo per se stessa

9 commenti:

giardigno65 ha detto...

libro da leggere con questo post :

La dama e l'unicorno
Chevalier Tracy

amanda ha detto...

@Giardi: e non avendolo letto mò me lo segno

Pupottina ha detto...

bel racconto!
anche io me lo annoto il libro che ti ha consigliato Giardi ;-)
buon inizio settimana ^_____^

Alle ha detto...

mi piace questa rivisitazione del paradiso terrestre che accoglie e non caccia via.
Ad una donna succede spesso di non sapere più cosa significhi "occuparsi di se stessa". Poi basta ascoltare il proprio cuore ed ecco che qualcosa sortisce piano piano per farsi largo e ridare un senso a tante cose. Come i fili colorati delle matassine da ricamo.

Confermo la lettura suggerita da Giardi, un libro affascinante e intrigante non solo per i fili che intessevano gli arazzi fiamminghi.
Ho potuto poi ammirarne un buon numero alla mostra allestita a Palazzo Tè l'anno scorso. Sono veri e propri capolavori, considerando anche i tempi e i mezzi utilizzati per la loro realizzazione.

amanda ha detto...

@Pupottina: benvenuta o ben tornata a forza di incrociarti in giro non ricordo se eri già passata da questi lidi :)

Marilina ha detto...

Che bel racconto Amanda, grazie.
Il paradiso è dentro di noi, dobbiamo scoprirlo.
Il mio non credo sia in punta di ago o di scarpette o...
Appunto, devo scoprirlo.
:-)))))))))))))))

P.S. Si capisce che sono sveglia dalle cinque?!?
:-)))))))))))))))

giacy.nta ha detto...

Amanda, mi hai fatto emozionare. Potenza della creazione!
Bacio

alessandra ha detto...

E brava la nostra sovrana lettrice scrittrice...:-)
Ecco noi donne dovremmo cercare di non perdere mai di vista noi stesse...

amanda ha detto...

@Giacynta: trooooooooppo buona