Se metteva la mano nella tasca sentiva la rassicurante presenza, era una chiave, di quelle vecchie, fatte da un fabbro, in parte tagliente, in parte lisciata dalle molte mani che l'avevano toccata nel corso del tempo. Lui sapeva che apriva quel piccolo baule che stava in soffitta.
Fin da bambino avrebbe voluto carpire il segreto di quel piccolo scrigno, che allora era sicuro contenesse corone, pietre preziose, un tesoro.
Il baule apparteneva al nonno e la chiave l'aveva conservata gelosamente nonna Amalia.
E più la nonna si rifiutava di rivelarne il contenuto e più il baule diventava prezioso e magico.
Poi la nonna era morta e la chiave era passata alla zia Francesca che a sua volta aveva mantenuto il segreto, poi anche la zia aveva chiuso gli occhi e, non avendo figli, la chiave era giunta a lui, il suo unico nipote, anche se lei aveva detto, fino a pochi giorni prima di morire, che, se fosse stato per la tradizione, lui non l'avrebbe mai potuto avere il baule.
Ora aprirlo era diventata un'urgenza, un 'esigenza, ma aspettava di essere solo, di salutare gli ultimi lontani parenti ed amici che erano venuti per l'estremo saluto alla zia che si era spenta a pochi mesi dal suo adorato Ettore, l'amore di una vita, non gli era sopravvissuta e tutti avevano convenuto, in quel mattino fiorito di primavera che non poteva che andare così.
Quando finalmente restò solo salì in soffitta, prese il piccolo baule che non era poi troppo pesante e lo portò in soggiorno e sprofondò nel vecchio divano e con la chiave, ormai calda a forza di girare e rigirare nella sua mano, fece scattare la serratura.
Una scatola di baci perugina vecchissima legata con un nastrino di raso azzurro, una scatola di latta di biscotti lazzaroni, un rotolo di carte ingiallite legate con uno spago, una cartellina di cartoncino con gli angoli mangiati dal tempo.
Tutto lì.
Ma perchè tanti misteri?
Aprì la scatola dei biscotti e pescò la prima carta ingiallita dal tempo.
"Gentilissima Amalia,
spero che questa mia la trovi in buona salute e spero che troverà qualcuno che l’aiuti a leggere quanto il Capitano Rampazzo sta scrivendo per me, le sono molto grato per il pacco con le calze di lana che mi ha inviato, dopo giorni di cammino sotto la pioggia non ho più neppure un osso asciutto,quindi non poteva farmi dono più prezioso, ma ringraziando il cielo la linea nemica ora è lontana e posso pensare a voi di casa che mi mancate tanto, se il Signore lo vorrà farò presto ritorno da voi tutti e potremo finalmente fissare la data delle nozze, dite a mamma di non piangere e di ricordarmi nelle sue preghiere
Con immutato affetto.
Suo devoto
Giuseppe"Poi aprì la scatola dei cioccolatini
"Ettore carissimo, brinderò ogni giorno della mia vita a quella X che ci ha fatto incontrare. Chi mai avrebbe pensato che litigando per il risultato di una partita di calcio su una schedina del Totocalcio si sarebbe vinto alla lotteria della vita? Sei lontano da pochi giorni e già mi manchi, torna presto.
Francesca che ti ama”
E più carte apriva e più parole d’amore trovava, e più i legàmi, senza i quali lui non sarebbe mai esistito, si saldavano; ma più di quanto leggeva, fu la certezza dell’importanza che quelle parole avevano avuto nelle vite di quelle persone care , testimoniata dalla consunzione dei fogli, dalla cura con cui erano state conservate e tramandate da innamorato a innamorato (che il peso delle parole d'amore conosce) che gli fecero capire l'entità del tesoro.
Fin da bambino avrebbe voluto carpire il segreto di quel piccolo scrigno, che allora era sicuro contenesse corone, pietre preziose, un tesoro.
Il baule apparteneva al nonno e la chiave l'aveva conservata gelosamente nonna Amalia.
E più la nonna si rifiutava di rivelarne il contenuto e più il baule diventava prezioso e magico.
Poi la nonna era morta e la chiave era passata alla zia Francesca che a sua volta aveva mantenuto il segreto, poi anche la zia aveva chiuso gli occhi e, non avendo figli, la chiave era giunta a lui, il suo unico nipote, anche se lei aveva detto, fino a pochi giorni prima di morire, che, se fosse stato per la tradizione, lui non l'avrebbe mai potuto avere il baule.
Ora aprirlo era diventata un'urgenza, un 'esigenza, ma aspettava di essere solo, di salutare gli ultimi lontani parenti ed amici che erano venuti per l'estremo saluto alla zia che si era spenta a pochi mesi dal suo adorato Ettore, l'amore di una vita, non gli era sopravvissuta e tutti avevano convenuto, in quel mattino fiorito di primavera che non poteva che andare così.
Quando finalmente restò solo salì in soffitta, prese il piccolo baule che non era poi troppo pesante e lo portò in soggiorno e sprofondò nel vecchio divano e con la chiave, ormai calda a forza di girare e rigirare nella sua mano, fece scattare la serratura.
Una scatola di baci perugina vecchissima legata con un nastrino di raso azzurro, una scatola di latta di biscotti lazzaroni, un rotolo di carte ingiallite legate con uno spago, una cartellina di cartoncino con gli angoli mangiati dal tempo.
Tutto lì.
Ma perchè tanti misteri?
Aprì la scatola dei biscotti e pescò la prima carta ingiallita dal tempo.
"Gentilissima Amalia,
spero che questa mia la trovi in buona salute e spero che troverà qualcuno che l’aiuti a leggere quanto il Capitano Rampazzo sta scrivendo per me, le sono molto grato per il pacco con le calze di lana che mi ha inviato, dopo giorni di cammino sotto la pioggia non ho più neppure un osso asciutto,quindi non poteva farmi dono più prezioso, ma ringraziando il cielo la linea nemica ora è lontana e posso pensare a voi di casa che mi mancate tanto, se il Signore lo vorrà farò presto ritorno da voi tutti e potremo finalmente fissare la data delle nozze, dite a mamma di non piangere e di ricordarmi nelle sue preghiere
Con immutato affetto.
Suo devoto
Giuseppe"Poi aprì la scatola dei cioccolatini
"Ettore carissimo, brinderò ogni giorno della mia vita a quella X che ci ha fatto incontrare. Chi mai avrebbe pensato che litigando per il risultato di una partita di calcio su una schedina del Totocalcio si sarebbe vinto alla lotteria della vita? Sei lontano da pochi giorni e già mi manchi, torna presto.
Francesca che ti ama”
E più carte apriva e più parole d’amore trovava, e più i legàmi, senza i quali lui non sarebbe mai esistito, si saldavano; ma più di quanto leggeva, fu la certezza dell’importanza che quelle parole avevano avuto nelle vite di quelle persone care , testimoniata dalla consunzione dei fogli, dalla cura con cui erano state conservate e tramandate da innamorato a innamorato (che il peso delle parole d'amore conosce) che gli fecero capire l'entità del tesoro.
13 commenti:
Proprio bello cominciare la settimana con questo prezioso racconto. Grazie Amanda, prezioso e inesauribile scrigno di sorprese.
sono troppo di fretta... torno più tardi!!! Voglio leggere e assaporare...
ottimo!
Un racconto breve ma che vola molto in alto, e scava molto nel profondo, trattando dell'essenza più vera, immutabile e universale della nostra umanità, come pure dell'affascinante mistero della trasmissione della vita.
Ottima la scelta evocativa dei 'Biscotti Lazzaroni'...
il fascino e la magia delle lettere d'amore...!
Amanda sei ogni volta più sorprendente. Continua, ti prego.
Tocco il tuo corpo come fosse un braille
La pelle e i muscoli si stendono
Come fili d’erba nei campi quando il peso
Della neve si scioglie e va via.
Uniti in questa di-stanza
Le parole sono fulmini deboli
Gli sguardi quelli di figli bastardi
Nati dal seme di genitori
In viaggio su treni merci.
Con gentile indifferenza
Aspiriamo ad un certo tatto
Incassando i colpi da professionisti
E vivendo anche oggi un tipo
Di morte leggera che poi passa.
Mi siedo all’estremità del letto
Tra il mio corpo nudo e l’eleganza dei tuoi piedi.
Sicuro che l’amore è il segreto che mentre dormi
Una delle tue mani chiuse nasconde.
Alessandro Monticelli
A me piace molto l'attenzione che hai per questi signori dei primi decenni del novecento, le loro vite scandite da tragedie come la guerra, dalla povertà, e tutto ciò che ne consegue.
Grazie!
Uh uh che buoni i Baci Perugina!
io ho apprezzato anche la foto, una vecchia corda di canapa di quelle che non se ne fanno più, che profumano quando le annusi, che dentro c'è il lavoro di un vecchio uomo esperto che con le sue mani intreccia trefolo con trefolo. niente simboleggia i legami meglio di una corda. sembrano solo deboli fili ma uniti e ritorti uno con l'altro creano una forza immensa in grado di sollevare il mondo. il bello di una corda è la sua finta fragilità : il trucco sta nei fili : stretti insieme non si sfalderanno mai.
grazie a tutti
spero abbiate ascoltato bene il testo della canzone Guerra del compositore Sollima fa parte di uno straordinario cd che si chiama "i canti rocciosi" che fu fatto a seguito di una performance per il Mart di Rovereto in occasione di una mostra sulla Montagna anni fa e che trovo di una bellezza straordinaria.
Grazieper l'apprezzamento all'intenditrice di corde e funi Gloria
anch'ìo mi intendo parecchio di corde...
sai quelle per fare nodi scorsoi
davvero bello il tuo racconto ama'
p.s. ma ce lo sai che forse divento padovana?
paura eh
@Maffi: credimi sono troppo davvero troppo sensibile quando si parla di quel tipo di corda. Diventassi davvero padovana! Spavento neanche paura :D
Uno scrigno che contiene il segreto della vita: l'amore.
Quando i sentimenti stavano scritti su un foglio di carta e i fogli raccolti da un nastro di seta e un fiore essiccato. E poi racchiusi in uno scrigno per non farli volare via.
Grazie mia cara per questa ventata
di bellezza
Fra l'altro il nodo sembra le nostre (proprie) due mani che si prendono (il segno di unione).
Grazie Gloria per avermela fatta riguardare meglio!
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