Parlano poco gli alberi, si sa.
Passano tutta la vita meditando
e muovendo i loro rami.
Basta guardarli in autunno
quando si riuniscono nei parchi:
soltanto i più vecchi conversano,
quelli che donano le nuvole e gli uccelli,
ma la loro voce si perde tra le foglie
e assai poco percepiamo, quasi niente.
È difficile riempire un piccolo libro
coi pensieri degli alberi.
Tutto in essi è vago, frammentario.
Oggi, ad esempio, mentre ascoltavo il grido
di un tordo nero, di ritorno verso casa,
grido ultimo di chi non attende un'altra estate,
ho capito che nella sua voce parlava un albero,
uno dei tanti,
ma non so cosa fare di quel grido,
non so come trascriverlo.
Eugenio Montejo
Passano tutta la vita meditando
e muovendo i loro rami.
Basta guardarli in autunno
quando si riuniscono nei parchi:
soltanto i più vecchi conversano,
quelli che donano le nuvole e gli uccelli,
ma la loro voce si perde tra le foglie
e assai poco percepiamo, quasi niente.
È difficile riempire un piccolo libro
coi pensieri degli alberi.
Tutto in essi è vago, frammentario.
Oggi, ad esempio, mentre ascoltavo il grido
di un tordo nero, di ritorno verso casa,
grido ultimo di chi non attende un'altra estate,
ho capito che nella sua voce parlava un albero,
uno dei tanti,
ma non so cosa fare di quel grido,
non so come trascriverlo.
Eugenio Montejo
4 commenti:
Proprio in questi giorni ricorre la festa dell'albero.
Ricordo ai tempi delle elementari era consuetudine celebrare la ricorrenza piantando un albero nel giardino della scuola. Questo privilegio spettava ai bambini più grandi,quelli di 5, che sotto gli occhi attenti di tutti gli altri scolari compivano il rito.
L'attesa fu lunga e impaziente, ma alla fine arrivò anche il mio turno e le mie manine aiutarono a calare la pianta nella buca. Ancora oggi, quando passo, butto l'occhio a rimirare quegli alberi ormai adulti.
Bellissima, a me gli alberi piacciono moltissimo e mi emozionano, vi confiderò che li abbraccio anche ogni tanto, ho abbracciato anche una stupenda quercia in Inghilterra :-)
ed io che sono nata tra i boschi di castagni?
Uuuuh Alle, che cosa mi hai fatto ricordare!
Anche nel giardino della mia scuola elementare si piantavano gli alberi ogni anno. Erano dei fuscelli più sottili di un braccio.
I bambini che giocano adesso sotto la loro ombra neache si immaginano che li abbiano piantati altri bambini come loro.
@Oriana come ti invidio!
Dove abiti tu è più bello anche l'autunno. Qui a Roma l'autunno é solo vento e freddo. E invece fuori città e in montagna l'autunno regala tutte quelle meravigliose sfumature di colore..
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