14 novembre 2011

Le sensale fallita












Ad un certo punto della sua, della mia, della nostra esistenza, Monica decise che doveva trovarmi un “moroso”.
Correva l’anno 1976, io avevo 13 anni, lei 11 e faceva strage di cuori, io no.
Monica è la cugina più simile all’idea di cugina che uno possa concepire nel proprio immaginario.
Escluse dai nostri fratelli maggiori che in totale erano quattro, cresciuti tenacemente insieme e disposti in formazione 1, 1, 2 : una mia, uno suo, due sue, generati in tre anni successivi, noi eravamo arrivate con ampio margine di distacco: io a 6 anni da mia sorella, lei a 6 anni dalle sue e facevamo clan.
Era un clan particolare io volevo “fare la grande” lei menava, perché la mia di sorella maggiore mi ignorava, ma i suoi gliele suonavano e lei aveva imparato l’arte della sopravvivenza.
Per anni abbiamo vestito da false gemelle perché ereditavamo dalle sue sorelle, i due anni di differenza, in quanto a dimensioni, credo si siano visti solo dal maggio del 65 al luglio del 66.
Così molto spesso ci sentivamo dire “uhhhh coma sono cresciute le gemelle” anche se quelle erano cresciute davvero e non ci somigliavamo per niente.
Abbiamo passato tutte le estati della nostra vita fino a 15 anni insieme ed anche molti weekend, perché lei amava dormire dai nonni ed io amavo molto andare a giocare da lei che aveva il giardino e 2 dolce forno, 2 ciccio bello, 2 lavagne coi gessetti, 1 Govannino ed 1 Giovannina ed inoltre a casa sua c’erano un sacco di schifezze tipo liquirizia, dolci da-conto-salato-del-dentista, patatine e porchezzuole piene di coloranti che da me erano vietate.
A luglio eravamo al mare insieme in due appartamenti dello stesso condominio, ad agosto dormivamo in due letti gemelli nella stessa camera dell’enorme casona dei miei zii in Valsugana.
Dai 2 ai 5 anni, ogni volta che ci incontravamo litigavamo, lei mi toglieva intere ciocche di capelli, io urlavo, lei veniva obbligata a chiedermi scusa, poi facevamo pace e poi piangevamo a strazzacore quando dovevamo separarci.
Dai 6 in poi litigavamo lo stesso ma ci divertivamo sempre un sacco.
Così quell’estate del 76 lei mi telefonò con un carico di gettoni dalla cabina telefonica sotto il condominio al mare e mi disse: “ho trovato l’uomo (faccio notare l’uomo) per te”.
Il povero disgraziato si chiamava Michele, aveva 12 anni, era un tipetto con una zazzera di ricci biondi, le lentiggini ed un sorriso che metteva voglia di ridere solo a guardarlo; ne combinava di tutti i colori.
Nei 15 giorni che intercorsero tra la telefonata ed il mio arrivo al mare non fece altro che sentire raccontare di questa cuginamanda e più lei raccontava di me, più lui si invaghiva di lei.
Quando arrivai, a me la situazione parve chiarissima, a Monica invece ci volle quasi un mese.
Ma fu un’estate splendida quella, noi tre insieme, i tuffi, gli scherzi, le passeggiate, le chiacchiere sul molo, quando me ne andai finalmente lei capitolò.
Poi l’estate seguente, sui monti, fu la volta di Gianni e questo Gianni mi piaceva molto e forse, sotto sotto, anche io a lui perché sapeva intagliare e mi regalò una stella alpina che fece col coltellino sotto ai miei occhi, ma poi era timido e comunque quel peperino di Monica non lasciava indifferente nessuno e quindi non se ne fece nulla.
Penso di poter essere annoverata, ancora oggi, come uno dei suoi più grandi fallimenti perché ad un certo punto rinunciò, poi cominciarono le vacanze separate e poi le vite separate ed ora ha abbandonato la banca dove lavorava e la nostra città e vive in campagna con i successi della sua esistenza il secondo dei quali ha ormai l’età che avevamo noi all’inizio di questa storia

9 commenti:

giardigno65 ha detto...

I fallimenti nel 76 erano tanti ...

Ernest ha detto...

la cabina telefonica... meravigliosa.

giacy.nta ha detto...

Adoro i tuoi racconti di famiglia e cuore :-)

p.s.
un motivo in più per andare in Toscana

oriana ha detto...

meravigliosi ricordi di adolescenti un po' imbranate. Ricordo i bigliettini sotto il banco alle medie: ti metti con me? e i quadratini con il si o no dove mettere la crocetta....

@ Amanda stupendo l'agriturismo sarebbe perfetto per un week and Tiffanyano

Alle ha detto...

intraprendente la ragazza, tua socia perfetta ! ma anche una vice sorella con la quale hai condiviso tantissimo. Come sareste adesso se
la vita non vi avesse allontanate ?

Se ci leggerrà, a Monica mando un saluto e approvo alla grande il suo "ritiro" in campagna.

Marilina ha detto...

Ohhhh, come invidio Amanda le tue storie di famiglia!
Bellissimi gli scontri, la complicità, la condivisione quando si è adolescenti.
La vita ci sta tutta in un palmo della mano.
O forse ci stava, non credo che gli adolescenti di oggi bramino stare dai nonni o andare al mare con cugini e zii.
Anche i capelli non sono più quelli di una volta. Adesso le adolescenti sembrano sempre appena uscite dal parrucchiere.
E tremenda invidia per l'agriturismo di Monica, è simile al mio sogno della Country House!!!
Non è che Monica abbia bisogno di una mano?
Pulire le stanze, spazzare il cortile, potare le siepi...
Buona settimana di sole!!! E non solo metereologicamente parlando!!!

Franz ha detto...

Ci regali ancora un brano evocativo ed emozionante.
Quando un racconto, sia pur breve come questo, riesce a fare risuonare le corde del proprio antico vissuto, significa che è dotato non solo di sincerità, ma soprattutto dell'insondabile arte della poesia, come mi sembra di aver sottolineato già in un altro commento.
Grazie, carissima, per questa nuova perla della preziosissima collana tiffaniana!

alessandra ha detto...

Ah la cugina dell'agriturismo! Bello il tuo racconto di famiglia cara Amanda, sono una grande fan delle tua saghe familiari.
Non parliamo di sensali di fidanzamento, io ne sono vittima da anni, la prima sensale è mia zia di Roma, non desiste mai, testarda come sempre :-)

Emilys ha detto...

La cugina compagna di giochi e di vacanze è un classico, la mia si chiamava ( si chiama tuttora) Simona, ha molti lati in comune con la tua, però i fidanzati li trovava solo per lei, era molto discreta in questo...