16 marzo 2012

Marco







Di Marco  tengo lui che mi guida la mano per imparare ad usare l'otomicroscopio e mi interroga sui punti di repere.
Di Marco tengo io e lui che cantiamo sopra la radio in un'auto che odora di fungaia perché appena comprata si era rotta una damigiana di vino nel bagagliaio e non c'era stato più verso di farle cambiare odore nei giorni caldo-umidi dell'estate.
Di Marco tengo lui che vede solo bianco o solo nero ed io che vedo mille sfumature, ma per lui le cose sono solo così o colà e si finiva sempre col litigare.
Di Marco tengo la puntualità.
Di Marco tengo le "facce da mongoletto" fatte entrando all'improvviso in ambulatorio dietro alle spalle del paziente per farti ridere mentre stavi visitando.
Di Marco tengo pure l'intransigenza che tanto odiavo.
Di Marco tengo le galanterie, in odor di maschilismo, a tutte noi colleghe ma fatte con garbo.
Di Marco tengo l'orgoglio per i suoi figli.
Di Marco tengo una notte con la chitarra in spiaggia tutti insieme a cantare di tutto e di più.
Di Marco tengo perfino la certezza delle sue certezze che mi faceva incazzare.
Di Marco tengo l'abbraccio fraterno quella volta che piangevo disperata e lui mi disse "noi uomini siamo fatti così, perdiamo la testa, ma torniamo sempre dalle donne che amiamo".
Di Marco tengo le verità buttate in faccia a costo di farti male.
Di Marco tengo pure lo sfottò politico che ci faceva alzare la voce.
Di Marco tengo ricerche disperate di un foglio nel mare indomito della sua scrivania.
Di Marco tengo il gusto per il buon cibo.
Di Marco tengo le insalate in pausa pranzo, per tornare al peso forma e l'incubo del rotolino dopo aver mangiato troppo di gusto.
Di Marco tengo gli occhi ridenti ma anche la faccia terrea e stanca di certe mattine.
Di Marco tengo i dubbi dell'amore.
Di Marco tengo il corso di inglese tutti insieme appassionatamente.
Di Marco tengo la disponibilità con i pazienti.
Di Marco tengo le relazioni prolisse e noiose dei primi anni e quelle spigliate e minuziose degli ultimi.


Di Marco butto il terrore di invecchiare
era davvero, davvero, davvero, davvero inutile

10 commenti:

alessandra ha detto...

Che dire, la morte improvvisa di una persona così giovane lascia senza parole anche le chiacchierone come me...i disegni divini (se esistono) mi lasciano sempre più perplessa, mi fanno arrabbiare e sentire impotente..
Buon vento Marco.. un abbraccio forte Amanda..

amanda ha detto...

ci sono due creature che avevano estremo bisogno di lui

Franz ha detto...

Se morissi all'improvviso vorrei un encomio funebre bello, intenso, partecipato, commovente anche solo la metà di questo.
Ma so bene che le mie parole non possono nulla sul tuo dolore.

oriana ha detto...

quante belle cose da tenere....oggi è dolore domani sarà un dolce ricordo..

Zio Scriba ha detto...

proprio perché mi è facile usare le parole, in questi casi voglio solo unirmi in silenzio.

amanda ha detto...

grazie a tutti

maria grazia ha detto...

un abbraccio forte, Amanda

Marilina ha detto...

Mi stringo a te Amanda, e prego per la famiglia di Marco.
E mi stringo a tutte le persone che ora stanno soffrendo a causa di un vuoto improvviso.
Oggi San Giuseppe è l'onomastico del mio babbo che se n'è andato 11 anni fa.
Quando i tempi saranno maturi, ogni limite può essere trasformato in un nuovo inizio, e l'amore di chi hai amato non ti abbandonerà più.

amanda ha detto...

auguri papà di Marilina, la sua voce, lo so, ti giunge forte e chiara

Marilina ha detto...

Grazie Amanda, e mai come in questi giorni ho bisogno della voce di mio papà. Ma hai ragione, mi sta già parlando.