“E un bollitore per il tè? Con il beccuccio che, all’uscita del vapore, si apre e si chiude come una bocca e sibila melodie, o recita Shakespeare, o semplicemente si scompiscia dal ridere con me? Potrei inventare un bollitore che legge con la voce di papà, così riuscirei ad addormentarmi, o magari un servizio di bollitori che cantano il ritornello di Yellow Submarine, una canzone dei Beatles, che mi piacciono perché l’entomologia è la mia raisons d’être, un’espressione francese che conosco. Sarebbe bello anche allenare il mio ano a parlare mentre tiro scoregge. A voler essere proprio spiritoso al massimo, potrei insegnargli a dire:”Non sono stato io!”ogni volta che sgancio quelle incredibilmente toste.”
Jonathan Safran Foer. Molto forte, incredibilmente vicino. Guanda editore
Storia di un geniale inventore bambino, il cui papà è morto l’11 settembre in una delle torri gemelle e del suo mondo
(Amanda e' in ferie per qualche giorno ma ha pianificato la pubblicazione degli incipit... se questa non e' organizzazione...! )
9 commenti:
Semplicemente fantastico!
non c'è piu nessuno?
Mati hai ragione, tutti spariti ?
Oh finalmente qualcuno batte un colpo!! Io sono a casa bloccata da una tendinopatia calcifica alla spalla... Traduzione: non muovo più il braccio sinistro e CHE DOLOREEE!!
Comunque ho comprato il libro segnalato da Amanda e avrò tempo per leggerlo...
dai qualcosa si è mosso allora!
anna mi dispiace! e a cosa è dovuta questa tendinopatia?
io domani ho l'esame e quanto mi rattrista dovermi svegliare alle 6 senza le vocine di quei due (detti anche luca e mavi) che mi fanno coraggio...e che mi svegliano! infatti sono certa che mio padre impazzirà per buttarmi giù dal letto, se non interviene lui ci resto e niente maturità!!!
Cara nipotina !
Da uno a cinque ,come è andata ?
Ti senti tranquilla, tesa,dormi ?
Ciao Tonino
Dai Mai che oggi c'è lo scritto di matematica, giusto? Il tuo forte! Secondo me sarà un successo.
Quanto alla mia simpatica patologia (grazie dell'interessamento!) è congenita e... non c'è niente da fare... Speriamo che passi
Mati...mate, quindi?
(era un rigore a porta vuota... scuz.)
La mia maturita' ando' piu' che bene (meglio di quanto mi sarei aspettato); ricordo ancora le nottate passate a ripetere in compagnia di un amico, a volte fino alle 4 di notte. Passato lo spauracchio del tema di italiano, il resto fu quasi in discesa; i ricordi sono poi quel misto di tensione unita all'euforia di chi e' consapevole che dall'autunno successivo molto sarebbe cambiato... universita', nuova citta', nuovi amici. La tensione per gli esami poi mi e' sempre rimasta all'universita', anche nei momenti in cui mi sentivo piu' pronto; ovviamente rimane anche adesso durante il lavoro di tutti i giorni, quando sei costretto ad essere costantemente sotto esame. Chi e' quello che diceva che gli esami non finiscono mai?
Sì davvero, la tensione sul lavoro è una costante, tanto che, a volte, sarei tentata di mollare tutto per... Per che cosa?? Qual è il magico mondo nel quale non si è sotto esame?
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