23 luglio 2009

Egon


Amo Egon Schiele,
trovo eccezionalmente innovativa la sua capacità grafica come ritrattista,
penso che ci sia molto Schiele , per esempio, in Andrea Pazienza, solo che uno è vissuto per soli 28 anni a cavallo tra gli ultimi anni dell’’800 ed il 1918 e l’altro per 32 anni nella seconda metà del secolo scorso.
Mi piace osservare le sue mani nervose e sottili nelle immagini che lo ritraggono e nei suoi autoritratti,
Amo la complessità della personalità che traspare dall’uso che fa del colore nei suoi paesaggi: sprazzi di colore caldo e saturo in mezzo all’ocra, ai bruni.
Mi piace osservare come dei paesaggi colga l’essenza, mescolando la sua idea di un posto alla realtà del posto stesso. A volte le tegole di legno delle sue case danno una sensazione tattile
Amo la carnalità del suo “abbraccio” il confondersi di quei corpi l’uno nell’altro
Poi penso al temi inquietanti della madre morta (una donna incinta morta) e al presagio che in quel quadro era scritto.
Nel 1918 Egon è sposato con Edith, lui ha 28 anni lei 25, lei è incinta, lui dipinge “la famiglia”, loro due ed un bambino. Il 1918 è l’anno in cui finisce la prima guerra mondiale, è l’anno che si è portato via Klimt, il mentore di Schiele, è l’anno della terribile pandemia della “Spagnola”. Edith incinta di sei mesi, quindi debole di difese immunitarie, contrae l’influenza e muore il 28 ottobre, 3 giorni più tardi Egon si arrende. In 28 anni ci ha lasciato un patrimonio di incredibile bellezza. Se vuoi conoscerlo segui le sue tracce tra Vienna e Praga (Leopold Museum, Belvedere, Galleria Nazionale di Praga)

10 commenti:

Anna S ha detto...

Mi cogli molto impreparata. Lo conosco poco e male e quel poco che ho visto non mi ha lasciato quella sensazione appagante che trasmettono, di solito, le opere d'arte che colpiscono. Dovrei approfondire

amanda ha detto...

Non è come Klimt la cui grazia incanta di colpo, ma provaci, potrebbe sorprenderti

Anna S ha detto...

In realtà c'è stato un periodo, risale a due estati fa, durante il quale ho cercato addirittura di rimuoverlo. La colpa è del findazato di una cara amica che è riuscito a rovinare una vacanza in Messico. Tra le altre castronerie, sosteneva che l'immagine migliore, più edificante e meglio riuscita, della donna in pittura, fosse quella di Schiele. Ora... sarà stata l'antipatia epidermica ma non riesco a vederla proprio in questi termini. E così me ne sono disinteressata

amanda ha detto...

oddio sostenere che l'immagine più edificante della donna in pittura sia quella di Schiele, per quanto io lo ami molto, è un po'arduo, forse questo potrebbe essere vero proprio per Klimt, ma molte delle donne ritratte da Schiele erano morte, quindi.... che razza di concezione aveva della donna il fidanzato della tua amica?

Anna S ha detto...

Infatti è un vero def... Va beh; un'amica ulteriore, comune, l'ha soprannominato l'"Insostenibile". Ti lascio immaginare il personaggio

amanda ha detto...

... pesantezza dell'essere

Anna S ha detto...

Oltretutto è brutto come pochi. L'amore è proprio cieco, nonché sordo. Tu forse in questo campo potresti aiutare la mia amica

amanda ha detto...

bastano due protesi magari digitali o meglio un bell'impianto cocleare?

Anna S ha detto...

Bello... Che cos'è l'impianto cocleare...?

amanda ha detto...

Mai sentito parlare di orecchio bionico? E'una delle più grandi conquiste dell' audiologia. E' una protesi acustica impiantabile che sostituisce le funzioni della coclea e che ha cambiato il destino dei bambini nati sordi e degli adulti con sordità profonda. E' un miracolo della bioingegneria. E' una realtà quotidiana per i centri che si occupano di audiologia