13 luglio 2009

Torino è casa mia

Così si intitola un librettino di Culicchia di qualche anno fa. Io non sono torinese ma, appena posso, faccio un salto nell’Augusta Taurinorum, perché mi sento a casa; trovo che sia una città splendida, molto elegante senza essere spocchiosa, accogliente e stimolante. Secondo me offre anche di più rispetto a Milano.
Questo finesettimana sono andata a trovare un po’ di amici che hanno la fortuna di abitarci: aperitivo sardanapalico in famosa pasticceria, ottima cena in un’osteria appena fuori dal centro, aria fresca, quattro passi sotto i portici, uno sguardo all’opulenza barocca della Consolata e una sosta obbligata al Bicerin, il mio locale preferito.
Torino è la città delle librerie antiquarie, una città dove si concentrano alcune tra le migliori pasticcerie e cioccolaterie del nord Italia, dove non esistono le brioches surgelate, neanche nei bar senza pasticceria, né la cioccolata in bustina. Da Torino si raggiungono facilmente le montagne, ci si può concedere una gita eno-gastronomico-culturale nel Monferrato e fare un po’ di canottaggio sul Po. I dintorni sono un tripudio di sapori, di natura e arte.

Che cosa c’è di meglio per concludere un così bel finesettimana?
Sfidare lo sciopero dei macchinisti dell’ORSA (???) , naturalmente! 5 ore per poco più di 150 km. Che bello…

Anche voi avete trascorso un tranquillo weekend di paura o vi è andata un pochino meglio? Raccontateci!

2 commenti:

amanda ha detto...

La mia amica Anna ex pendolare, un'altra Anna, non tu che pendoli ancora, a Torino ci è nata e ci torna spesso, mi ha invitata a scoprirla con lei e credo che davvero dovrei approfittare.
Per quanto riguarda il mio weekend: vuoto pneumatico, mi sono avvoltolata su me stessa, neanche un giro in bici. Solo buona lettura (vi racconterò prossimamente) e buona musica.

mariangela ha detto...

"Torino è proprio casa mia" ci sono nata vissuta e ci ritorno di media una volta all'anno perchè ho i mie zii e cugini. Quando mio padre ha deciso da buon immigrato di tornare alla sua casa natia, da buon veneto, ho pianto e continuo a piangere per il distacco,seppur son passati anni, e per fortuna me la godo ancora.