ovvero "Ciacole da Tiffany"
(aspettando Lady Scartox & Mr. LittleWhite)
31 agosto 2009
Caro mi è il coro
"io canto" diceva Riccardino Cocciante ed io pure, rispondo io. Canto sempre, canto comunque. Tra i miei primi ricordi di me stessa ci sono io che canto nel corridoio della mia casa con il pomello del cordino per tirare le tende (avrà un suo nome specifico quel pomello lì?) come microfono. Canto come canto, non ho una voce educata, ma è una voce potente, nonostante le mie piccole dimensioni,ed il colmo è che lo è sempre stata, potente, anche quando ero di dimensioni ridottissime. Canto per strada andando al lavoro con le cuffie dell'mp3,e cantavo per strada andando a scuola quando ero piccola, ed al liceo eravamo in due: io e la mia amica Alle. Si cantavano De Andrè, Branduardi, Simon & Garfunkel, Guccini a piedi o in bici e con qualsiasi condizione climatica. Mi piace cantare le ninnenanne ed ho sfruttato questa possibilità non solo con i miei nipoti e con i figli degli amici, ma anche sul lavoro: a volte per certi test dell'udito serve che il bambino dorma, ed in fondo se il bimbo si addormenta o si quieta con la ninnananna è pur sempre un pre-test, tanto sordo non può essere. La svolta della mia vita canora è avvenuta alle elementari, dove sono stata selezionata tra i bimbi meno stonati, per entrare,come voce bianca, in un coro polifonico amatoriale con gli adulti. Il maestro del coro si spaventò per la mia potenza di emissione che a volte copriva gli altri, ma essendo persona intelligente, invece di castrare il mio spirito canterino mi sistemò strategicamente nel posto dove avvenivano le prove, una posizione con una particolare risonanza e lì avvenne la rivelazione: quanto era bella, armoniosa, completa, emozionante quella fusione di voci. Non si trattava di una somma delle parti, ma di una moltiplicazione, ma neanche , di una crescita esponenziale.
Dai nove anni fino ai trenta ho cantato, quando ho potuto in coro, cori diversissimi tra loro. Ma cantare in coro, quando tutto funziona e si ripete la magia è una gioia straordinaria
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3 commenti:
"Cantando con le lacrime agli occhi, per sempre ho perduto l'amor".
Ogni volta che rivedo "La seconda notte di nozze" mi rimane in testa questa canzone per giorni e giorni, anche perché la trovo proprio bellina.
Io canto ma a voce molto bassa, non ho la potenza di Amanda (che mi piacerebbe molto sentire!) ma sono molto orgogliona del mio esame di solfeggio in conservatorio, almeno della parte cantata. Sa Dio solo come, ho azzeccato un intervallo di nona con i complimenti dell'allora maestro del coro della Scala.
Poi ho dovuto servire un altro padrone, all'Università; non ce la facevo a portare avanti due cose ed è il mio rimpianto
ecco il mio grande rimpianto è quello di non aver studiato la musica e di andare solo ad orecchio, finchè quello mi regge, bene, ma studiare canto mi sarebbe piaciuto davvero.
Ed in questi giorni un pensiero al mitico quartetto cetra che ha portato lo swing tra i primi in Italia, che poi ci ha messo l'ironia dalla quale hanno attinto a piene mani quelli del trio marchesini-solenghi-lopez, quando hanno fatto i promessi sposi
Davvero, il mitico Quartetto! Bravi, originali e divertenti. Oggi è difficilissimo rivederli in replica, anche in orrari impossibili, anche su Sky. Chissà perché
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