28 agosto 2009

Il giallo del venerdì. Terza puntata


«Ma certamente, ispettore. Pardon, ispettrice! Avviserò io stesso Lord Littlewhite di quanto ho appreso sul caso. Le sarei infinitamente grato se fosse così gentile da volermi anticipare un rapporto dettagliato sulle indagini, vista l’urgenza di chiarire la posizione della presunta, anzi mi correggo, dei presunti colpevoli. In tal modo sarà possibile implementare la necessaria, ancorché improcrastinabile, collaborazione con New Scotland Yard».

Amanda si stava mordicchiando dolorosamente il labbro inferiore per costringersi a tacere e bloccare la raffica esplosiva di improperi da scagliare all’indirizzo del suo ampolloso interlocutore.
Per tutta risposta allo sguardo divertito di Tony, sbottò: «Perché mai gli inglesi devono sempre costruirsi un personaggio pur di apparire superiori agli altri?».
«Calmati Amanda e rifletti sulla situazione: Mary è la nipote del sovrintendente capo del centro investigativo britannico. Come puoi pensare che lascino completamente, solo ed esclusivamente a noi le indagini? Certo, avere a che fare con questo insopportabile damerino, come diavolo si chiama?»
«Jonathan Curtis», tuonò Amanda in risposta.
«Ecco, questo Curtis è senza dubbio un autentico imbecille ma, credimi, conosco il capo di Scotland Yard da qualche tempo ed è una persona squisita, ti piacerà. Non credo voglia interferire nelle indagini; vorrà solo capire chi copre chi, esattamente come noi, del resto».
«È proprio questo che mi urta! Lo stiamo facendo noi, siamo già in tre»
«Amanda! Si tratta di sua nipote. Come ti comporteresti tu se fossi al suo posto?».

Amanda finì per rassegnarsi allo sviluppo degli eventi che tanto l’aveva contrariata. Recuperò il rapporto che riassumeva punto per punto quel che era successo e rilesse attentamente gli appunti relativi alla posizione di John:

Ai tempi della loro adolescenza John e Mary erano andati sempre più avvicinandosi e Michael si era sentito tradito nell'amicizia e non corrisposto nel suo amore mai confessato per Mary. Una sera dopo aver esagerato con l'alcool aveva spinto una banda di balordi locali, tutti ubriachi, verso il luogo, vicino alla scogliera, dove Mary e John avevano cercato un po' di intimità. Il branco aveva compiuto lo scempio.Il dolore per quanto accaduto e il senso di colpa per non aver potuto mettere in salvo Mary, avevano allontanato i due innamorati.Ritrovata la lucidità, Michael che non aveva partecipato di persona all'aggressione, aveva trascorso gli anni successivi tormentato dal rimorso per quanto compiuto.Quando Mary ricontattò i due, Michael aveva sperato che finalmente la sua vita potesse cambiare corso. E fu lui, secondo la deposizione di John, a organizzare la gita.Non poteva sapere che proprio John era venuto a conoscenza del suo ruolo nell'agguato di tanti anni prima, da uno degli aggressori, che gravemente malato, voleva sgravarsi la coscienza.Quando poi Mary aveva pianificato la sua vendetta, John aveva giurato a se stesso che questa volta non l'avrebbe lasciata da sola.
Rapporto di Amanda Mcred, Doolin, Contea di Clare, Irlanda, 30 luglio.

Jonathan Curtis si era raccomandato che il fax arrivasse direttamente nelle sue mani, «per non turbare ulteriormente Lord Littlewhite, capisce?». E mentre Tony attendeva la risposta dell’Interpol, cui aveva chiesto una verifica rispetto all’identità dell’informatore di John, si aprrestò a inviare il rapporto.
In quel momento squillò l’interno di Tony e la graziosa voce di Angela annunciò la telefonata di Frank, il capo della scientifica. Tony azionò il vivavoce:
«Buongiorno Sherlock! Ho qualcosa per te».
«Vieni al dunque», si intromise Amanda, «oggi non siamo in vena».
«Oh poffarbacco, non sia mai. Ecco, a qualche metro di distanza da dove presumo sia stato colpito il ragazzo, abbiamo trovato una mazza da cricket. Naturalmente non ci sono impronte ma ho ragione di pensare che Michael sia stato ucciso con quella. E c’è un’altra cosa. Un oggettino piccolo, strano, sembra un portachiavi, di quelli che usa la squadra dei canottieri dell’Università di Oxford, a forma di palla da golf. Questo conferma l’eccentricità dei nostri vicini britannici ma… che cosa ci faceva lì? Voglio dire, non ho bevuto Guinness oggi e sono ancora in grado di affermare che le Cliff of Moher sono un orgoglio tutto irlandese. Che ne pensate?»


Come decideranno di procedere ora Amanda e Tony? Che ruolo avrà New Scotland Yard? E, soprattutto, i due oggetti rinvenuti da frank a chi appartengono?

8 commenti:

amanda ha detto...

miiiiihi è di chi è ora quella fetusa palla da golf???

Anna S ha detto...

Ah beh, l'ispettore, pardon, ispettrice, è Amanda... Io chiederei aiuto a Tony che ridacchia ma intanto sta aspettando una risposta importante, non sottovalutiamo questo aspetto.

amanda ha detto...

una risposta nel giallo del venerdì o meteorologica da una nuvola?

Anna S ha detto...

No no, mi riferisco a Tony Mcyellow, il collega di Amanda.. Aspetta una risposta dall'Interpol

amanda ha detto...

aspettiamo Tony? se non si fa vivo procediamo d'ufficio

Tonino ha detto...

Sorry !
Sono molto impegnato ,da un'altra inchiesta ,in sala operatoria.
A presto, devo correre !
Sorry !

Anna S ha detto...

Dunque l'ispettore McYellow ha un doppio lavoro... Non so come la prenderà il capo della polizia di Doolin

amanda ha detto...

Le conferme che attendevano non tardarono a giungere, ma non chiarirono mollto il quadro, che anzi andava facendosi più fosco: se la mazza priva di impronte confermava la premeditazione del gesto, niente spiegava la presenza del portachiavi. Nessuno dei tre protagonisti della storia aveva mai avuto rapporti con la squadra di canottaggio dell'Università di Oxford e da Scotland Yard si attaccavano a quel particolare per invocare la presenza, sulla scena del delitto, di una quarta persona....