Non vi ho ancora raccontato niente delle mie vacanze.
E chi se ne frega, direte voi. Come darvi torto?
Eppure, siccome ho visto cose belle e vi ho pensato (davvero), ve ne parlo lo stesso. Tiè.
Croazia e Slovenia sono ormai assimilate allo spirito europeo occidentale e hanno perso, anche se certamente non del tutto, l’aura caratteristica del Paese balcanico.
La costa croata, magari un po’ troppo affollata, annovera senz’altro delle perle: Dubrovnik innanzitutto. La città vecchia, bombardata nel ’95 (chissà che cosa mai aveva di strategico), è completamente circondata dalle mura, percorribili per intero e per intero ricostruite.
Spalato è un’altra tappa obbligatoria: il palazzo di Diocleziano, abitato fino ai giorni nostri, costituisce il nucleo più antico e affascinante della città, in cui si susseguono stili e culture differenti. In certi angoli sembra di essere a Venezia, in altri a Vienna.
Zagabria, una capitale a misura d’uomo, è la perfetta sintesi tra Praga e Vienna.
Le isole vanno girate in barca, per scoprire le calette più graziose e scorci che diversamente si riescono ad apprezzare. Lastovo, inaccessibile per motivi militari fino al ’92, è la meno turistica e dunque la più graziosa.
La Bosnia, invece, è un altro mondo. Nel bene e nel male. Nel bene, nel senso che ha mantenuto una sua identità peculiare. Nel male perché la povertà è tangibile.
Mostar, col suo ponte simbolo al tempo stesso di civiltà e distruzione della stessa, è tutta lì, in una strada e in un dedalo di ponti medievali sulla Neretva, che fiancheggiano il più alto e giustamente famoso.
Quello che più sconvolge sono le testimonianze della guerra, devastante e vicina, sia temporalmente sia geograficamente. E il fatto che la ricostruzione del ponte sia stata opera di un italiano, consola poco.
Sarajevo, dove la gente lavora dalle 8 del mattino alle 23 (almeno nei negozi), è invece molto anonima, oltre che un po’ raffazzonata.
Paesaggi da fiaba, costellati dai castelli medievali, sono i boschi della Slovenia. Gioiello finale, a due passi da Trieste, l’elegantissima Lubjana.
La cucina è stata una vera sorpresa: si mangia benissimo!
5 commenti:
Mettiamo in agenda di scoprire anche questa parte di mondo, grazie di averci accompagnati in una prima ricognizione
Si ..Si
Ache io prendo appunti !
Chissà se un periodo di ferie lo passerò li !
@Anna cara ti sbagli, io quando sei partita mi sono raccomandata se ben ricordi, di dirti di prendere nota e di raccontarci al tuo ritorno, grazie anch'io prendo appunti e spero tanto di poter fare un giro
@Anna io il giro lo avevo fatto prima della guerra, e mi aveva incantato, io sono arrivata fino giu' alle porte dell'Albania, dopo le bocche di Cattaro,dove avevo trovato, per le strade, le macerie a ricordo di qualche terremoto verifatosi qualche decennio prima...e poi avevo anche visto Sveti Stefan, isoletta collegata alla terra ferma da un piccolo ponte,e in cui le vecchie case dei pescatori erano state tutte ristrutturate e adibite a stanze di un hotel di lusso, e altre piccole cittadine lungo la costa croata: Trogir o Trau, Zara.. potrei aprire un ufficio del turismo...la ex yugoslavia tutta vale la pena di un giro
@maria grazia anch'io sono stata alle Bocche di Cattaro ma le ho trovate un po' opprimenti, no? Montagne brulle che incombono su una strisciolina di terra.
Neanche Zara mi ha particolarmente colpita (forse perché ci si è rotta la macchina e siamo rimasti bloccati due giorni), mentre Trogir è un'altra perla dell'Adriatico che vale assolutamente la pena visitare, come Corciula (o Kurzola), turistica ma bella
Posta un commento