Era il primo pomeriggio: allora andavo a pranzo in un parco a Firenze, vicino al lavoro; si andava in pausa alle 13 e si rientrava alle 14 e 30.
Una calda giornata di sole, probabilmente una delle ultime dell'estate.
Da li' a poco sarebbe avvenuto l'impensabile; passa Camilla: "Vai su Internet: e' caduto un aereo su un palazzo a New York!".
Il mio responsabile storce un po' il naso ma mi fa cenno di si... notizie frammentarie; cominciano ad arrivare altre persone dell'ufficio, quelle che hanno una radio accesa e hanno sentito le prime notizie. "Ragazzi, c'e' da finire il lavoro per venerdi', siamo indietro... coraggio, dopo si sapra' qualcosa in piu'!".
Passa qualche minuto e ritorna Camilla: "Un altro aereo, sull'altra torre! E' un attentato!". Il gelo, tutti che cominciano a radunarsi attorno alla mia scrivania, "facci vedere Internet!!". Lo faccio. Si guardano le prime veline, i primi contatti dalla citta'... io ho anche una cugina che lavora a Manhattan, decido di mandarle un messaggio sul telefono... "ciao, ho sentito degli aerei, come va li', tutto bene?".
Passa una mezz'ora, qualcuno va a prendere la tv e cominciano a vedersi i collegamenti... un disastro, immagini che fanno paura: i palazzi in fiamme, il fumo che invade le zone circostanti, gli allarmi; qualcuno parla di altri aerei; ed ecco che alcune persone cercano di sfuggire al loro destino lanciandosi dalle Torri... non ci credo, l'Inferno sulla Terra.
"Oggi inizia la Terza Guerra Mondiale" diceva qualcuno: non c'e' andato cosi' lontano.
"E' CROLLATAAAA!!! NOOOOO!!! E scoppia in pianto! Lo sconforto: persone che sono sempre state fredde di fronte al loro posto di lavoro, che non lasciavano trasparire la minima emozione, ora erano sedute accanto, chi con le lacrime agli occhi, chi con la paura che gli si leggeva in faccia.
Qualche minuto ancora e la scena si ripetè.
Arriva un messaggio sul mio telefono: "Sto bene, si vede il fumo da casa, suonano le sirene, e' un massacro. Ciao, V."
Era cambiato il mondo sotto ai nostri occhi in qualche minuto.
g.
4 commenti:
Anch'io ho un ricordo nitido e preciso di quel primo pomeriggio: laureata qualche mese prima, avevo finalmente deciso in quale master buttarmi ed ero andata a fare le foto tessera che servivano forse per il test di ammissione. Mi ricordo ancora com'ero vestita. Quando sono rientrata in casa ho visto la paura negli occhi di mia madre. Poi la televisione, la telefonata della mia amica più cara e, come unica certezza, quella che sì, come scrive Gianfranco, il mondo era davvero cambiato.
Di tutte le polemiche che si sono scatenate dopo, non si è mai venuto veramente a capo: il ruolo della Cia, lo schianto presunto o reale sul Pentagono ecc.
Ora speriamo che la diplomazia del buon Obama guidi il mondo verso un'altra strada
tutti sappiamo esattamente cosa stavamo facendo quel giorno, parlavo con una paziente portatrice di impianto cocleare, in ospedale, ricevetti la telefonata del mio compagno, accendi la radio, la TV o internet, sta succedendo qualcosa di terribile; e non dimenticherò mai che mentre il mondo non capiva chi, cosa, perchè, la mia paziente disse subito sarà stato Bin Laden.
Come per tutti c'è un prima ed un dopo l'11 settembre, ma le basi del dopo si sono messe solo con le votazioni americane dello scorso novembre o almeno così spero
Quello ''scossone ''al mondo ha prodotto il fenomeno Obama.
La rabbia del momento ha soffocato la ragione sorretta dalla cultura che , un paese civile,non deve mai perdere.
Ma questa è la storia ed i corsi ed i ricorsi storici si susseguono.
avevo quasi 11 anni, ero a casa di mia nonna e mentre mio fratello si faceva aiutare nello studio io mi vedevo la melevisione (programma per bambini)... a un certo punto l'hanno interrotta, mi sono trovata davanti quelle scene e non capivo, non sapevo se era un fatto tanto importante da dover interrompere mio fratello e mia nonna oppure no! alla fine forse sentendo dall'altra stanza che era successo qualcosa di brutto sono entrati nella stanza e si sono messi vicino a me, senza che dicessero una parola ho capito dai loro sguardi che quello che era successo era terribile e che niente avrebbe mai potuto cancellare dalla mia mente quelle immagini.
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