2 settembre 2009

Incipit del 2 settembre



Verso le cinque di sera, tutti i bambini sono tristi: cominciano a capire cosa sia il tempo. Il giorno declina un poco. Eppure dovranno rincasare, fare i bravi e mentire. In una domenica del giugno 2005, verso le cinque di sera, un sarto giapponese, chiamato Akira Kumo, sta parlando alla bibliotecaria che ha appena assunto. È seduto al terzo piano della sua residenza privata in rue Lamarck, nella biblioteca personale che è di fronte al cielo: trenta metri quadri di doppie vetrate smorzano tutti i rumori della città. Al di sopra della linea grigia dei tetti si dispiegano le nuvole, sempre le stesse e sempre mutevoli, dimentiche dei paesaggi che sovrastano.

Stéphane Audeguy. La teoria delle nuvole. Fazi Editore.


Mi è difficile descrivervi questo romanzo, forse perché è come un gioco di scatole cinesi, con più piani di lettura o meglio con più piani narrativi. La prima scatola contiene lo stilista giapponese e la sua bibliotecaria e le loro singole esistenze, ma anche questa è una scatola da aprire. Poi c’è la storia della meteorologia ed i suoi pionieri, l’osservazione del cielo che va facendosi scienza, che attraversa l’arte, che si fa inglobare dal calcolo dalla matematica e dalla statistica. Alla fine basta guardare un cielo in primavera, stesi su un prato, per capire quanto sia difficile descrivere questo romanzo… o guardare dentro a noi stessi.

1 commento:

Anna S ha detto...

Sebbene l'estremo oriente non mi attiri, il Giappone, chissà perché, mi affascina moltissimo. dev'essere pieno di sorprese, anche letterarie.
Unisco all'elenco amandiano.