La Bella, la Bestia e l'amica della Bella

Cari esperti di questioni di cuore ho un’accorata faccenda da sottoporre a cuore aperto alla vostra appassionata attenzione.
Come ci si comporta quando una delle amiche più care si fidanza con un patentato deficiente?

Si tratta della persona più insopportabile, maleducata, volgare e indigesta che mi sia mai capitato di conoscere.

Hobby: due, di cui uno ossessivo. La montagna ma, attenzione, solo ed esclusivamente intesa come alpinismo e nient’altro. Leggasi: nient’altro. Una passeggiata? Eeehh? Eresia pura per la mente aperta del Nostro.
Il secondo hobby, beh, parla da sé: visitare il macello. Sì, non ho sbagliato a scrivere. Una volta ogni tot, l’Insostenibile, che è un animalista convinto perché solo con gli animali intrattiene rapporti, si reca presso il macello della sua zona (che è pietoso e pio non nominare) «perché la mucca sa benissimo quando sta per essere macellata. Ed è un’esperienza orribile». Appunto per questo, oh Idiota Supremo, che cosa ci vai a fare?! Per soffrire ancora di più?! Ma lui, oltre ad essere così gradevole e conviviale, vuole rendersi conto personalmente delle cose, perché lui è un essere superiore o, se preferite: «perché io so’ io e voi nun siete’n c@@@o!».
Almeno il Marchese del Grillo giocava e si divertiva non poco, invece l’Insostenibile, altrimenti detto joie de vivre, ha in sé tutta la negatività possibile.

Ma l’aspetto più apprezzabile dell’elemento in questione è l’eloquio: parlata oxoniense, utilizza ogni genere di parolaccia a guisa di intercalare.

La donna? Solo Egon Schiele l’ha saputa rappresentare. Di più, l’unica immagine veritiera della donna sarebbe la sua. Amanda, ne abbiamo già discusso, sono certa che mi capirai.

Se il carattere è questo, non va certo meglio sul versante aspetto fisico: alto due mele poco più, anche un po’ tarchiatello, capelli radi, faccia da schiaffi.

Dopo avermi rovinato una vacanza in Messico, due anni fa, aver piantato la mia amica la vigilia di Natale dello stesso anno ed averla riconquistata (giuro, non so come ma a questo punto c’è speranza per tutti) qualche mese dopo; dopo aver parzialmente mandato a monte le mie vacanze dell’estate 2008 mi sento rimproverare dall’amica che, in fin dei conti, «dovrei dargli una seconda opportunità». Sì, perché io mi rifiuto categoricamente di incrociarlo anche solo a distanza e quindi io e lei ci vediamo sempre senza l’Uomo di Oxford che, peraltro, come potete ben intuire, non ha vita sociale alcuna, al di fuori della roccia che scala ogni, dico ogni domenica.

Secondo voi: che cosa dovrei fare??? O, come diceva la mitica Silvia del Pippo Chennedy; «Cosa devo fare? Cosa devo fare? Cosa devo fareeee? MANUUUUU!!!?»