13 gennaio 2010

Tristéssa!!


Vi capita mai di imbattervi in situazioni, luoghi o esperienze che vu urtano al punto da costringervi a ricacciare indietro le lacrime?
A me capita, purtroppo, con una certa frequenza. E allora, più per il gusto di giocarci, tentando così di esorcizzarle e non soltanto limitarsi ad elencarle, vi illustro la serie di momenti che mi provocano la tristezza assoluta, quella che vorremmo sempre evitare per non scoppiare in lacrime, quando magari il resto della comitiva festeggia felice.

- il conto alla rovescia prima del brindisi del capodanno;
- il pubblico che batte le mani al ritmo della marcia di Radezky durante il concerto di capodanno (c’è sempre quello che non riesce a tenere il tempo);
- il circo;
- il trenino durante una qualsiasi festa;
- il carnevale;
- il centro commerciale, con la musica assordante, le luci al neon, la gente dall’appeal strapaesano che si trascina con lo sguardo inebetito…;
- il bollito con le patate lesse;
- il luna park;
- l’odore di fritto, carne e spezie del kebab. Il tutto ha, è vero, un fascino molto mediorientale che concepisco però solo in loco. Qui da noi, invece, mi intristisce perché sa ancora di povertà, di aggregazione senza integrazione, di malcelata sopportazione;
- l’happy hour che non è altro se non il centro commerciale dell’aperitivo, dove tutto ha lo stesso sapore, la musica ti lacera le orecchie e devi rovinarti le corde vocali per intavolare una conversazione;
- la fiera campionaria.

Coraggio, allora; manca l’accompagnamento del Maestro Cent’anni di solitudine ma ce la possiamo fare a proseguire con l’elenco!

40 commenti:

maria grazia ha detto...

Ahi che post Anna!!!
Non sono un persona triste tutt'altro, e cerco di trovare il bello e divertente in quello che mi circonda anche se riconosco che è un'impresa sempre piu' difficile.
I momenti di tristezza che ogni tanto mi prendono vengono solo ed esclusivamente dal ritrovarmi in situazioni in cui in precedenza mi sono trovata e c'erano con me persone a me care che non ci sono piu', soprattutto i mei genitori, sono gli unici momenti di tristezza vera che mi fanno sgorgare i lacrimoni.

alessandra ha detto...

Anna, con quella foto farai piangere Gloria!
La prima situazione che mi fa venire da piangere è che quando vedo una persona in buona fede e sincera presa in giro e mortificata, mi è capitato tante volte sul lavoro e nel privato. Un'altra situazione che mi mette un gran magone è ritrovare una persona cara dopo un pò di tempo e scorgere negli occhi una tristezza o una durezza che prima non c'era.
E poi mi fa tristezza:
-il centro commerciale con tutti i suoi ipermercati di qualunque cosa
-il vedere per strada la sera tanti giovani sfatti dall'alcol
- i vecchini che a malapena si reggono in piedi e che, nonostante questo, devono farsi la spesa da soli, a Roma li vedevo pure sugli autobus e mi chiedevo come facessero a stare in piedi visto che barcollavo pure io con quei pazzi degli autisti
-le coppie a cena che non si rivolgono la parola (vi ricordate ne avevamo parlato)

Gloria ha detto...

ANNA : che foto stupenda!
io le lacrime le rispedisco tutte al mittente. vivo ripetendomi ogni giorno il ritornello di una canzone "cowgirls don't cry".
Però a volte quel magone che ti prende in gola...
1 - quando devo recuperare un cane abbandonato. mi è capitato di vederni legati ai pali, abbandonati in autostrada, investiti giù dai fossi...
2 oppure, è assurdo lo so, quando metto in macchina un cane che ha trovato famiglia.
lo vedo con il suo nasone stampato contro il vetro che mi fissa e non riesco a non farmi venire il groppo in gola.
3 - tutte le feste natalizie
4 - il sabato pre sera -
5 - gli album di fotografie di famiglia - li conservo tutti in un armadio e non li apro da anni.
per il resto cerco di farmi coraggio. quando sento che mi prendono le paturnie metto su un cd alla svelta.

Anna S ha detto...

@Gloria, il sabato pre-sera... Molto interessante; anch'io da piccola odiavo il sabato pomeriggio, adesso invece lo tollero molto di più. Ma il presera è una contestualizzazione molto più intrigante, se mi passi il termine

Gloria ha detto...

Anna : ma si è quel breve spazio di tempo in cui tutti si organizzano per fare cose strabilianti, vanno a casa di corsa perchè hanno progetti cosmici. io invece al 90% non ho niente di speciale da fare, una pizza al massimo, e così mi viene la malinconia.
vorrei dover dire : uh devo correre subito a casa perchè alle 10 ho lo space shuttle sotto casa che mi porta a vedere la luna, invece (si lo so Ale picchiami) so già che sarò davanti alla tv a vedere barnaby,
ma qui mi dovevano curare meglio da piccola!!! odiavo uscire, non curarvo i rapporti sociali e stavo bene da sola. quindi è logico che sotto casa mia al sabato sera non c'è anima viva.

maria grazia ha detto...

@Gloria, al di là dello shuttle, che magari non tutti i sabati potrebbe scendere davanti a casa tua, ma in altri sabati non hai amiche con cui uscire?
sono tute accasate e percio' già impegnate?

Gloria ha detto...

MG : ormai sono tutte accasate. siamo rimaste in 4.
e poi dove vivo io c'è così poco. un cinema (che grazie al cielo ha riaperto)qualche pizzeria, e un pub.
le accasate si fanno scarrozzare dai loro cavalieri a genova o alessandria.
lo facciamo anche noi ogni tanto. ci armiamo e partiamo. però penso che se qualcuno ti viene a prendere sotto casa è più bello!
comunque tutto sommato non mi lamento. ormai va bene così.

GianfraH ha detto...

@Anna

Il kebab di per se mi piace, ma come dici tu l'ambientazione di contorno mi da un senso di tristezza.

Per il resto non posso che confermare tutti i tuoi: delle volte capita di dover "fare rappresentanza" giusto perche' gli amici ti trascinano in queste strane avventure, salvo poi dover attendere a gloria il momento in cui si tornera' a casa.


Premetto: non sono un asociale, anzi e' vero il contrario :)

Aggiungo:

- i luoghi rumorosi in genere, specie quei posti nei quali i suoni assomigliano a rumori: pub con musica altissima da non poter conversare, i ristoranti con la gente che ti urla accanto, i colleghi che invece di parlare urlano.

- la discoteca: c'e' stato un periodo nel quale ci sono andato, ma come tutti i periodi esiste una fine; credo che sia l'unico posto nel quale riesco a sentirmi veramente solo anche se sono pressato dalla calca; ultimamente ci sono stato trascinato dai miei amici e sono rimasto a fare compagnia al bancone in attesa che mi riportassero a casa.

- happy hour... lo so, l'hai gia' detto, ma questo merita una trattazione a parte. Sai gia' come la penso, una invasione di fameliche cavallette lascerebbe qualcosa in piu' nei vassoi; a volte l'attacco inizia quando lo sprovveduto cameriere reca seco il vassoio, qualsiasi sia la pseudo pietanza in esso contenuta.

- il ritorno: (tranne quando viaggio per lavoro, ovviamente) e' un momentaccio, mi mette tristezza a prescindere. L'effetto tristezza si moltiplica quando mi trovo da solo e ho troppo tempo per pensare.

- l'Ikea: ho resistito 36 lunghi anni senza andarci, venerdi' scorso ho dovuto cedere.
Intendiamoci, non mi fa triste il posto, di per se e' un esempio di razionalita'... quanto le orde di persone che vagano armate di metro, oramai assuefatte a pronunciare nomi incredibili con la stessa facilita' con cui conoscono le tabelline (forse)... conosco alcuni che ci passano il fine settimana quando non sanno che fare. Ci dovro' andare tra poche ore, perche' nel frastuono di venerdi' ho dimenticato di comprare una barra metallica per appenderci la tv... la vendono solo loro: non dovrebbe esserci nessuno o quasi.

- i cinema multisala: posto assegnato, 20 minuti di pubblicita', il volume incredibile, quell'odore di popcorn e di omologazione; tutti uguali, con gli stessi film e senza un'anima.

- i clown: non amo il circo in genere, ma i clown mi mettono proprio tristezza.

- la spiaggia affollata.

- i divertimenti "forzati" in generale.

- l'amico ubriaco: se un bicchiere attenua la timidezza, due o tre bicchieri fanno allegria, da li' in poi il resto a volte fa danni, fa straparlare e in generale vedere un amico che si e' ridotto ad un tappetino o passa la serata al bagno del locale mi fa intristire non poco.

- la cena aziendale: dover per forza condividere il desinare con alcuni coi quali ti sei profondamente scontrato tutto l'anno e dover sorridere per buonismo coatto certo non fa bene alla mia felicita'.

g.

GianfraH ha detto...

...per la serie "saro' breve" :)

Scusate, mi dicono che son prolisso :)

g.

Gloria ha detto...

Happy hour : qui non esiste. ecco forse il pregio di vivere in un paesino.
quei 4-5 bar ti offrono l'aperitivo serale accompagnato da noccioline o pizzette. e questo per noi è già un lusso!!
Gianfranco : condivido anch'io la discoteca e la spiaggia affollata. è così bella d'inverno, con quel profumo di mare.

stefania ha detto...

mmm... ma siete sicuri che le cose che avete elencato vi fanno davvero piangere? ho come la sensazione che siano state mescolate cose che fanno piangere dalla trisessa, cose che si detestano e cose che mettono malinconia... almeno questa è la mia percezione.
ci devo ancora pensare un pochino... chè di cose che mi fanno piangere di commozione ce ne sono a iosa, ma di cose che mi fanno paingere di tristessa, non me ne vengono in mente...

Anna S ha detto...

@Gloria, io ti assomiglio per molti aspetti, però sto bene da sola, cioè il sabato sera è quasi rassicurante sapere che posso starmene finalmente per i fatti miei, magari col cellulare spento, ovviamente in compagnia di Barnaby, fantasticando su un futuro che non sarà perché forse sono io la prima a non volere che sia. Insomma, l'importante è sempre evitare di forzare se stessi.
Certo che se George mi aspettasse giù al cancello la storia sarebbe ben diversa...! Ma per ora, a me va bene così, fermo restanto che, come Gianfranco, non sono affatto un'asociale.

@Gianfranco: mi mancano le multisala, l'Ikea, la cena aziendale e l'esperienza del ritorno. Per il resto conordo senz'altro.

michi ha detto...

Premetto che, a differenza di Gloria, sono una piagnona.
Piango molto di più per commozione che per rabbia o frustrazione però.

Il pianto da commozione maxima quella proprio alla quale dopo anni di esercizio non riesco ancora a resistere è -udite udite- qualunque "performance" riguardi i miei figli: gare di nuoto, partite di pallone, recite scolastiche e chi più ne ha più ne metta.
Altro magone "buono": i film. Come piango al cinema io, gli altri neanche ai funerali. Io mi lascio carpire dalle storie, addirittura per alcuni libri ho pianto.
Il pianto da rabbia me lo suscitano:

- i cani abbandonati ( mi è capitato di vedere un tale durante il fatto e me l'hanno dovuto togliere dalle mani, ero diventata una iena)
- l'indifferenza
- le bugie, la presa in giro. Ecco questo mi fa uscire davvero fuori dai gangheri.

e poi il ricordo delle persone che non ci sono più, sì, una in particolare: sono quasi 18 anni che quasi tutti i giorni ricaccio dentro una lacrimuccia ...aveva 34 anni..

La tristessa invece me la fanno venire i maleducati, che sono sempre troppi a questo mondo.

maria grazia ha detto...

devo dire che le cose che voi, Anna e Gianfra, definite come cose che vi intristiscono, sono cose che mi innervosiscono.
L'IKEA, nella mia vita ci sono stata forse due volte, il meno possibile, così come nei centri commerciali.
I luoghi rumorosi? non li posso soffrire, se per caso vengo invitata in un luogo del genere potete star certi che non mi vedono una seconda volta.


@Gloria hai le amiche, vai a spasso con loro e divertiti!!!
e non solo quando sei a Nashville!

Anna S ha detto...

@stefania, brava che mi aiuti a precisare. Non è in gioco la malinconia né, meno che mai, la commozione che, in genere, ha un effetto catartico, quindi positivo. Sono proprio quelle situazioni che provocano un tale fastidio che conduce alla tristezza.

oriana ha detto...

guardiamo il kebab come guarderemmo
una pizzeria al taglio a Londra o
Parigi, fa meno tristezza.
Più del circo mi fa tristezza lo zoo o bioparco come lo chiamano adesso, le persone anziane perchè sono il nostro futuro, i giovani
quando non hanno ideali, assolutamente le multisala, sono luoghi veramente tristi, la malattia di chiunque, la dieta.
Gli ipermercati invece mi piacciono, per tutta quella varia umanità che li frequenta e quando
vedo bimbi che fanno capricci,mi
rallegro pensando ai miei ormai grandi

alessandra ha detto...

@Gianfranco
E' vero aggliungo al mio elenco la multisale e la cena aziendale!

Anna S ha detto...

@maria grazia, ti assicuro che il centro commerciale mi mette proprio il magone. E l'happy hour ancora di più

stefania ha detto...

anna, scusa se rompo, ma devo escludere anche il pianto di rabbia, ve'?

michi ha detto...

Scusate ma se continuate a parlare di kebab a me viene una fame! Pure l'happy hour per quanto squallido più che altro, a quest'ora e dopo aver saltato il pranzo, mi fa venire un'acquolina...

Ah! il circo: anch'io mai più andata è un ricordo d'infanzia che neanche 10 anni di psicanalisi possono risolvere.

il centro commerciale ed i ristoranti rumorosi (insieme ai bambini che corrono tra i tavoli) mi rendono isterica che è una bellezza

Anna S ha detto...

@stefania, stiamo giocando, figurati un po' tu se stai rompendo!! Come ti vengono ste idee??

Beh, no, non lo escluderei, se quella rabbia si tramuta in pianto, in effetti può rientrare nell'elenco.

Il mio elenco però, visto che appunto si tratta di un gioco, mirava a lasciar fuori i massimi sistemi che, è ovvio, suscitano determinate sensazioni: se picchiano un bambino per strada tutti quanti, spero, abbiamo lo stesso tipo di reazione.
Il carnevale, la marcia di Radezky o il lesso con le patate, non sono ingiustizie sociali...! Ciò non toglie che possano portare anche alle lacrime.

... Non so se mi sono spiegata...

:-)

GianfraH ha detto...

@Stefania

la lacrima no, sono un uomo duro io! :p
Sono tutte cose che mi intristiscono enormemente e mi fanno pensare che "c'e' enormemente di meglio" e, se posso, preferisco non dedicarci il poco tempo libero che ho.


@Anna
Avrei da ridire sulla tua frase:

"fantasticando su un futuro che non sarà perché forse sono io la prima a non volere che sia"

perche' la vita e' una. :)

Il coraggio sta anche nell'affrontare le proprie paure e le incertezze, le prime quelle che sono dentro di noi.
A volte e' bello e necessario abbandonare il certo per l'incerto, anche se fa paura: "una nave in porto e' al sicuro, ma non e' per questo che e' stata costruita"; me lo ripeto sempre :)

g.

g.

amanda ha detto...

a me il Kebab ed i Kebabbari piacciono, sono indissolubilmente legati al mio ricordo di Parigi, dove li ho assaggiati la prima volta era la mia avventura e quindi a quella sono legati.

La tristessa me la mettono gli zoo ed il circo tranne quello du soleil, ma quello è più uno spettacolo che un circo

Le luminarie di natale fuori stagione, come già detto e fatemi pensare al resto

alessandra ha detto...

Ah ora ho capito il senso del post!
Però in genere le cose che mi danno fastidio non mi fanno piangere, mi portano all'isteria e a sbraitare piuttosto, non piango spessissimo, però quando piango lo faccio per gioia, commozione o rabbia.
Dunque mi danno fastidio e tristezza come ho già detto:
- i centri commerciali e le multisale
- le cene aziendali soprattuto se non c'è armonia fra colleghi
- la gioventù sfatta in giro che avrà solo un ricordo sbiadito e alcolico di un periodo così bello
- la persona che non aspetta altro che parlarti male di quello che è appena uscito dalla stanza, ecco mi danno proprio quel misto di fastidio e tristezza le persone che ti tengono le ore a parlare male del collega, della suocera, della nuora, del genero e non perchè abbiano bisogno di una spalla su cui piangere o di un consiglio, ma solo perchè la loro vita è così vuota che vivono solo per pettegolare.

stefania ha detto...

ecco, allora, escludendo tutto quello che umanamente farebbe tristezza a chiunque, mi sa che rimane ben poco...
- il non essere capita. soprattutto quando mi sforzo in tutti i modi di parlare la lingua del mio interlocutore.
- il conto alla rovescia del 31 dicembre (condivido con anna)

e per ora non mi viene in emnte nient'altro.

n.b. a me viene da piangere molto spesso, ma ho escluso dall'elenco il pianto di commozione, il pianto di dolore (fisico ed emotivo) e il pianto di gioia

oriana ha detto...

Anna hai ragione, neanch'io avevo afferrato il vero senso del post,
m scindere tristezza, rabbia o malinconia è difficile. Riproviamo:
mi fanno tristeza i fiori appassiti in un vaso, il colore grigio, la pioggia, il riso in bianco, i nani da giardino

amanda ha detto...

ma perchè uno deve mangiare il lesso con le patate? Se mangia il lesso con la salsa verde o con la pearà è una goduria diversamente è volersi del male

Anna S ha detto...

@Oriana e @tutti: scusatemi, non mi sono spiegata affatto bene. Comunque ognuno può interpretare come meglio credere e scrivere quel che gli pare. La bellezza del nostro blog sta anche in questo.

:-)

Anna S ha detto...

@amanda, me l'hanno somministrato per anni, che te devo dì?
Comunque non sono un'amante della salsa verde, la mangio ma non mi manda in visibilio...

oriana ha detto...

vi comunico che non ho il computer nel mio laboratorio, quindi sono costretta a fare la spola da li a qui per starvi dietro, il lavoro ne risente pesantemente. Vi farò causa per il mancato guadagno. Allora vedrai che tristezza!

alessandra ha detto...

@Oriana
Il blogghino assorbe energie e distrae dal lavoro, ne so qualcosa!

GianfraH ha detto...

@Oriana

se vuoi ti spedisco un cavo di rete ed un vecchio scassone col quale potrai evitare di fare da spoletta ed avere il tuo blogghino mentre ricami :)

g.

GianfraH ha detto...

@Alessandra

dubbio non v'e' , ma volendo si risparmiano anni di salute mentale e migliaia di euro dallo psicologo ;-)

Ciao ciao!

g.

(ho creato un centro di salute mentale e non lo sapevo :D )

claudia ha detto...

Ma quanti post dal mio ultimo accesso!!!

Quindi se ho capito bene dobbiamo dire le cose che ci mettono profondissima tristezza o fasidio tale da generare tristezza...

Beh, (oltre ai massimi sistemi che non elenco e oltre ai problemi di salute delle persone care che mi distruggono) ce ne sono alcune che avete già esplicitato benissimo:

1) le persone che sparlano dei non presenti, come ha detto Alessandra, ma anche le persone che prendono in giro i presenti, perché a volte il fatto di parlar male di qualcuno davanti all'interessato non fa meno male;


2)IKEA, mi infastidice veramente, non so neanche perché. E mi danno fastidio soprattutto le luci al neon...A IKEA non entra mai il sole!

3)veder invecchiare i miei genitori. Questo mi intristisce proprio tanto tanto

4)sentirmi fuori posto..esempio tipico é trovarmi (anche per lavoro) in ambienti in cui tutti tranne me esibiscono l'ultima collezione di Valentino o Krizia

Invece a me le spiagge affollate e i centri commerciali piacciono, e devo ammettere che ho provato quasi tutti i kebabbari di Roma centro..

Tonino ha detto...

Non piango .
Non piango da 5 anni.
Ero nei pressi della porta della sala parto e lì sentii il vagito di una bimba.
Erano lacrime di gioia di tantissima gioia ,ma non era mia figlia, non era mia nipote, ma la nipote della mia compagna che diveniva nonna.
Ma questa ''gioia'' in seguito non fu compresa e non ho più pianto.
Raccontare le proprie esperienze sul blogghino è diventato ormai naturale, quasi una dipendenza e ,come dice il sign. G.,in uno spazio psicologico.

Notte di capodanno : molti non la sopportano. Non hanno molti familiari con cui festeggiare,oppure non vogliono partecipare ai cenoni in anonimi locali 'tutto organizzato'', anche l'allegria ,ed il trenino, e l'allegria dei camerieri e del cantante di turno lavorativo ? Ho invitato una/o di noi per il prossimo anno : proviamo ,in gruppo cambiano le prospettive, chissà .
Ikea : definizione di un luogo dove si è in tanti ,ma da soli, come la discoteca dove balli senza parlarti ,stare insieme senza stare insieme.
Centro commerciale :
Una doccia di carrelli spinti pigramente da un uomo che insegue la sua donna intenta a vedere e toccare tutto con una piccola peste che vuole tutto e, tante volte in compagnia della suocera in giro turistico fra gli espositori. Sono veloce come la tempesta,quasi li biasimo e scappo via.
Rospi in gola ?
Tanti, se mangiassi le rane fritte ,produrrei tanti girini,ma non è nulla ,tutto passa, deve.
Torni a lavoro ,nel mio lavoro quando ti appare sui monitor una ''macchia'',e quello è un momento di silenzio per lo sconosciuto che stai analizzando.
Abitudine ? mai ,non sono , non sei, non siamo stati capaci di assuefarsi alle ''macchie''.
Perchè raccontarle qui le nostre emozioni ?
Forse perchè ti ritrovi una copertina che ti scalda la schiena, che ti calma, che ti rende a tuo agio. Sino a domani.
Altro rospo ?
La lontanaza, la mia. Sono lontano da tante cose, da tante opportunità , da tanti contatti, da tanto tempo e distanza, da probabili rapporti sociali e culturali.
Si ,ho dei rospi, ma non piango mai.

''Se non puoi correre ,cammina;
se non puoi camminare ,aiutati con un bastone, ;
ma non ti fermare , mai. ( cit.)''

amanda ha detto...

me ne sono venute in mente 3 e direi che hanno un tema comune

- le donne che si cambiano i connotati con la chirurgia plastica

-gli uomini che girano con il topo morto in testa (leggi parrucchino)

-quelli che girano ostentando le firme dei capi che indossano. I ricchi perchè se pago molto uno stilista di cui mi piace un capo, dovrebbe esser lui a pagare me per la pubblicità che gli faccio, i poveracci che comprano le copie perchè vorrei ma non posso

Sono tutte e tre manifestazioni di una fragilità penosa

Anna S ha detto...

@Tonino, nemmeno io piango mai, se non di rabbia e mai in pubblico. Verboten!!

alessandra ha detto...

@Tonino
Anche a me pesa la lontananza dalle opportunità, da persone più aperte e da posti più "fertili" ( ah Bologna, vero Tonino?)

amanda ha detto...

la mia tristessa massima oggi: voler firmare la petizione e sentirti rispondere che l'hai già firmata ma la firma non compare

alessandra ha detto...

Ma dai davvero, ci boicotta pure il sito di firmiamo, adesso provo io!