8 settembre 2010

Incipit dell'8 settembre




Gli allievi mi chiedono: come si raggiungono le vette dell'arte culinaria? Con gli ingredienti più freschi, i sapori più ricchi? Con i piatti rustici o quelli raffinati? Con niente del genere. La vetta non si raggiunge mangiando, nè cucinando, ma solo offrendo e condividendo cibo. Le pietanze migliori non dovrebbero mai essere consumate in solitudine. Che piacere può provare un uomo nel cucinare, se poi non invita i suoi amici più cari, e non conta i giorni che mancano al banchetto, e non compone una poesia che accompagni la lettera di invito?


Liang Wei, L'ultimo chef cinese, Pechino 1925



Per un anno intero dopo la morte di suo marito, Maggie McElroy aveva avuto la sensazione che l'anima stesse evaporando dal suo corpo in grandi volute. Non si sentiva a suo agio da nessuna parte, provava un continuo bisogno di circondarsi di pareti. Alla fine era andata a vivere in barca.




Nicole Mones. L'ultimo chef cinese. Neri Pozza



Oggi due incipit al prezzo di uno. Questa è la storia di un libro nel libro. Maggie è rimasta vedova, è una giornalista che scrive su una rivista di cucina, è giovane ma si sente vecchia svuotata ed incapace di guardare avanti. Sam è un meticcio figlio di molte culture cinese-americana-ebraica ma che appartiene soprattutto alla sua famiglia paterna, una famiglia di grandi cuochi che si sono succeduti lungo le generazioni e lungo i diversi capitoli della storia della Cina ed è uno chef che non riesce ad aprire il suo ristorante. Uno dei due libri è la storia del loro incontro, l'altro libro spalanca le porte della grande cultura culinaria cinese e mette voglia di riassaggiare, con sensi diversi, le specialità di una grande tradizione.

20 commenti:

Gloria ha detto...

La vera cucina cinese deve essere molto intrigante : noi conosciamo solo l'aspetto europeo fatto di involtini primavera e riso alla cantonese, ma credo che fare un vero pasto cinese sia tutto un altro mondo. bisognerebbe provare.

amanda ha detto...

leggi il libro, leggi il libro si spalanca un mondo

l'unico problema sono le mie allergie

alessandra ha detto...

Mi attira molto questo libro, mi piace il concetto di condivisione in tutto, mi piace stare in compagnia, se è quelle giusta le cose acquistano un sapore migliore, e il discorso vale anche e soprattutto a tavola.

Una ragazza che conoscevo a Roma era stata in Cina e mi aveva raccontato che la cucina cinese a Pechino era ottima, niente a che vedere con quella che ci propinano in Italia. Mi aveva raccontato anche un particoalre buffo, ogni tanto nei ristoranti sentiva rutti qua e là e si meravigliava, poi le hanno spiegato che in Cina è un segno per dimostrare di aver gradito il pasto...è proprio il caso di dire il fantozziano "rutto libero!!!". Scusate ho portato un pò di prosa in questo poetico incipit..vado a vergognarmi nell'angolino sui ceci!

amanda ha detto...

no è vero dai miei dirimpettai cinesi arrivano rutti a nastro all'ora di cena... arrivano anche suoni di "scaracchi" ma a quelli non so che significato attribuire

alessandra ha detto...

Ecco menomale anche tu Amanda porti della sana prosa nella nostra discussione, mi sento meno in colpa :-)

@serenatudisco ha detto...

è vero che la cucina deve essere condivisa, anche se cucino bene, il panico prima che si inizi a mangiare mi sovviene, e anche se mi sento dire: buonissimo... devo essere io a capire che sia realmente così, per fortuna lo è sempre :P

amanda ha detto...

fortunata la cuoca che prepara sempre buoni piatti. Benvenuta monachella79

alessandra ha detto...

Benvenuta monachella!

maria grazia ha detto...

ma cosa il blog? ho scritto e non si vede il mio post...

maria grazia ha detto...

I cinesi non trattengono nulla, che siano sternuti, rutti o ...peti, devono uscire dal corpo.
Attenzione quando siete nelle loro vicinanze...

claudia ha detto...

Benvenuta Monachella!
Un'altra cuoca provetta, dunque...
Io sento ancora nell'aria il profumo della sacher di Amanda della scorsa settimana!

Tonino ha detto...

Non mi fido !
L'ultima volta che ci sono stato in un ristorante cinese, è stato a Bologna.
Ho gustato gli spaghetti, gl'involtini primavera ed il gelato fritto.
Queste sono le cose che più gradiscono gl'italiani,ma mi accosto con grande sospetto.
Ogni giorno si scoprono truffe alimentari o produzioni non lecite qui ,in Italia in Europa dove i controlli sono capillari, su alimenti di produzione europea.
Eppure ci sono le truffe.
Cina : territorio vastissimo dove le merci viaggiano per giorni provenienti da dove ? conservate come ?, prodotte con che acqua ?controllate quanto ?
La cucina che il libro fa intravedere è piena di colori, di profumi, di convivialità ,molto diversa da quella che i cinesi, giornalmente, preparano quando tornano, se tornassero ,a casa la sera.
Molto diversa da i cibi precotti o liofilizzati venduti in grande e piccola distrubuzione.
Una bella cosa ho letto nell'incipit :la convivialità nel preparare e nel consumare le pietanze.
Quello si che mi piacerebbe con Voi e con la nuova cuoca siciliana
Monachella.
Benvenuta, se proponi cose buone !
Ti avverto che siamo molto golosi noi di Tiffany

Gloria ha detto...

Ciao Monachella.
ha ragione Tonino, qui siamo gente golosa. io prediligo il dolce per esempio.
dicci un pò quali sono i tuoi cavalli di battaglia? questa è l'ora giusta per una pausa mangereccia.

Marilina ha detto...

Il doppio incipit mi pare ottimo, ma non so che dire della cucina cinese.
Mi piacciono i classici piatti stile "cinese per italiani" (fra l'altro a Barcellona ho mangiato cinese benissimo spendendo pochissimo).
Ma mi intriga di più la cucina giapponese, forse per l'eleganza del riccio.
E per finire, adesso mi farei un panzerotto mozzarella e pomodoro con una buona birra!
Buona serata a tutti!

Marilina ha detto...

... per l'eleganza del riccio...
sembra il nome di un piatto...
volevo dire dopo averlo letto...
aaaahhhh!!

Gloria ha detto...

Qui vicino hanno aperto da circa un anno un ristorante indiano. noi ci siamo trovate benissimo. basta scegliere i piatti poco piccanti.
il loro pane di patate o alla menta è buonissimo. certo sarà tutta roba fatta per gli europei, di sicuro i loro piatti veri saranno diversi.
del giapponese apprezzo solo la tempura di verdure. sushi e sashimi no.

Tonino ha detto...

@ Marilia
anche tu sei rimasta colpita dal riccio ?
Lo leggi come per attraversare rovi ed ampie radure,poi arriva l'amore anche se sei nascosta,invisibile.
''Non ti hanno mai vista'' dice Kakuro Ozu.
Una persona che vuole amare supera ogni barriera e l'amore lo trova.

amanda ha detto...

cucina e letteratura indiana sono molto gustosi :-)

alessandra ha detto...

La cucina indiana che ho provato in un ristorante a Roma era squisita, un pò cara magari, però ottima, non so come il mio stomaco di adesso reagirebbe a tutti quei sapori speziati però; odio quella cinese che si mangia qui in Italia, mi sento sempre male dopo, invece quella giapponese mi piacemolto, pesce crudo a parte.

Allora lo devo proprio leggere questa Eleganza del riccio.

Marilina ha detto...

Bellissime parole che condivido, Tonino.
L'eleganza del riccio mi ha folgorata, arricchita, addolcita e rasserenata...
Fino a quando sono arrivata alla fine, allora l'avrei bruciato...