2 settembre 2010

Ma voi ci credete al folletto rubapenne?



Vinicio Capossela in questa bella canzone si interroga su dove vadano a finire i calzini che spariscono nel nulla, io stamattina mi interrogo su dova vadano a finire le mie penne dell'ufficio, quelle penne della nota marca col fusto trasparente che io mi porto da casa perchè quelle che mi dà in dotazione l'ufficio hanno una punta che non scorre. Io le ripongo puntualmente nel mio cassetto e poi non le trovo più lì...ho formulato a riguardo più ipotesi:
1) qualche collega taccagno, che apprezza la scorrevolezza della mia penna, me le ruba;
2) gli oggetti del mio ufficio di notte si animano e le mie penne alla fine, rendendosi conto del mortorio in cui sono finite, preferiscono suicidarsi buttandosi dalla finestra;
3) le mie penne si innamorano delle eleganti stilografiche del capo e di altri colleghi e mi piantano per convolare a giuste nozze o per andare a convivere laicamente in altri cassetti;
4) esiste il folletto rubapenne che si diverte come una gazza ladra a rubarmele tutte, forse in questo caso dovrei rivolgermi a Giacobbo che tanto è già in onda, lui sicuramente riuscirebbe ad avvistarlo e addirittura ad entrare in possesso di un filmato esclusivo in cui un elfo con la faccia (e la statura!) di Brunetta apre il mio cassetto e si impossessa trionfante delle mie amate penne;
5) esiste una realtà parallela, un universo parallelo che a volte ha dei buchi di comunicazione col nostro, buchi in cui si infilano le mie penne; anche in questo caso sarebbe il caso di rivolgersi a Boyager.
Sono abbastanza ordinata, certo non di un ordine teutonico, e in genere trovo sempre le mie cose, a casa e in ufficio, sempre che altri non ci mettano le mani, però a volte capita che le cose ti spariscano proprio nel nulla e non le ritrovi mai più, allora davvero ti chiedi se qualche folletto si diverta a farti qualche dispetto....povere penne saranno lì che vagano nell'universo, ma almeno saranno in buona compagnia, staranno svolazzando con le ciabattine di Amanda!


21 commenti:

Alle ha detto...

Ale coraggio, le tue teorie sono
tutte valide e possibili.
sappi che anche in questo ufficio
le penne amano cambiare dita per
ragioni misteriose che non sapremo
mai finchè le penne non inizieranno a parlare. Qualcuna la
richiudo nel cassetto, altre portano segni di riconoscimento, la maggior parte però sparisce come
inghiottita da un buco nero, di inchiostro nero.

Gloria ha detto...

io sono gelosissima delle mie penne. a parte tutte quelle che mi rifilano i fornitori (brutte enormi che non scrivono) anch'io amo quelle che usi tu e quando devo porgerle ai corrieri per far firmare i documenti sto sempre in agguato come un pit bull perchè molti distratti se la infilano nel taschino e se ne vanno. oltre a fregarmi le caramelle che sono sul tavolo....ormai molti passano in ufficio da me per la pausa caramella, per molti è un rito. mi dicono : ma come sono buone mi ricordano quelle che aveva mia nonna...( mi danno della vecchia?)

alessandra ha detto...

Brava Alle ecco la sesta teoria, i buchi neri! Grazie, scrivo subito a Giacobbo! :-)

alessandra ha detto...

@Gloria
Dici che sulla nostra scrivania dovremmo mettere le nostre amate penne con la cordicella come fanno all'ufficio postale? :-)

Gloria ha detto...

Ale : nooo io ci metterei un cane ringhiante.
devo dire che però qualcuno ha anche dimenticato le sue penne sulla scrivania, gli occhiali, il cappello, l'agenda...il portafoglio. forse ho una scrivania stregata con una grossa calamita nascosta, mah

chechi ha detto...

la canzone è bellissima! secondo me le cose spariscono non perchè qualche folletto le ruba, bensì per loro esplicita e fortissima volontà

alessandra ha detto...

Ecco invece la mia non ha calamita, mi lasciano solo brutte penne...senza tappo e che scrivono male.

alessandra ha detto...

Buongiorno Chechi benvenuto sul nostro blog! Ti ringrazio per il tuo interessante contributo, ecco la settima teoria, gli oggetti scompaiono per loro fortissima volontà...può essere.

amanda ha detto...

il buco nero deve essere molto vasto, le penne in ospedale per esempio ora sono nella tasca di un camice, ora in un altro poi non sono più in nessun posto, ma proprio in nessuno nessuno, per non parlare poi delle penne rosse che servono per segnare l'udito dell'orecchio destro negli audiogrammi, quelle hanno un loro pifferaio magico che passa a rapirle ogni sera

Alle ha detto...

Ale, no, lo spago no! piuttosto il buco nero.

anche sulla mia scrivania finisce di tutto, sembra un porto di mare
o una discarica. Non l'ho ancora capito.

Chechi, anch'io ho questo sospetto.
Le cose potrebbero vivere di vita propria. Benarrivato.
O benarrivata ?

amanda ha detto...

ah dimenticavo una cosa che odio sono le penne che ti lasciano a pacchi gli informatori farmaceutici, alcune scrivono anche bene, bello tondo e scorrevole e tu ti ci affezioni, ma quelle hanno la morte precoce nel loro DNA, ci mettono due sputi di inchiostro e tu che in ospedale scrivi e scrivi e scrivi che ti viene il callo dello scrivano indelebile riempi cesti cesti di pattume di quelle penne ammazza ambiente, quelle lì, ultimamente, non spariscono più

amanda ha detto...

Chechi da Madrid? ma davvero? oh che meraviglia siamo internazionali!

alessandra ha detto...

@Amanda
Brava! E questa del pifferaio magico è l'ottava teoria, ci scriverò un libro su queste varie ipotesi, tanto sarà sempre più credibile di 2012 di Giacobbo.

@Alle
Scherzavo con la storia dello spago per carità, però magari una bella tagliola! :-)

Alle ha detto...

Ale, la nostra Gloria ha sempre
le idee più...."sagge"

Mafaldanellarete ha detto...

ora alzatevi tutti insieme e dite "io credo nei folletti rubapenne! io credo nei folletti rubapenne!

claudia ha detto...

Amanda, io so dove sono finite tutte le penne rosse: Sono sulla MIA scrivania, nel portapenne in cui forse si stanno moltiplicando (per loro fortissima volontà?)!
Proprio stamattina sono comparsi nel portapenne anche un paio di forbili e una scolorina (???!).

In compenso le penne blu (anche io adoro la punta fine e scorrevole di quella marca) spariscono nel nulla. Ci sarà sicuramente un pianeta in una dimensione parallela abitato dalle nostre penne...

amanda ha detto...

IO CREDO NEI FOLLETI RUBAPENNE

amanda ha detto...

folletttttti

alessandra ha detto...

@Claudia
Ma lo sai che io ho la stessa penna rossa da un anno e più, la uso poco e non sparisce dal cassetto, mentre quelle nere che mi servono di più spariscono a migliaia...se finiscono a volare nell'universo prima o poi la notte di San Lorenzo vedrete tantissime penne cadenti, le mie :-(

Ecco il mio folletto rubapenne è razzista, ruba solo penne nere e non rosse, il mistero si infittisce!

Tonino ha detto...

Le penne ''amano'' stare al caldo !
Trasparenti, a scatto, laccate, cinesi, ciccione, colorate, cariche di pubblicità stanno lì ,strette strette.
Accompagnano righelli smilzi, colorati, segnati, scalati tutti insieme dove ...
DOVE?
Ma certo dove !?
Tutti nel taschino della dottoressa con le tette rifatte, a 20 cm. dal collo, pericolosamente protese nel vuoto, dove un minimo errore può causare la caduta.
Nessuna che si muove, sono tutte protagoniste, in prima fila, riescono a sbirciare nella tazza del caffè, a leggere il fondo delle tazze e quel che rimane ,rosso, sul bordo.
Accolgono briciole di croissant, senza fiatare che con l'immenso calore liberano sostanze appiccicose,ma nessuna che protesta, nessuna che vuole scendere a fare due passi.
Quelle che hanno subìto il momentaneo abbandono hanno riferito di violenza privata : rapide scritte incomprensibili su prezziosa carta.
Troppo stress per pochi secondi di utilizzo, troppa differenza di temperatura, ettcciùù !
Si torna su, per fortuna, ''dai racconta, racconta, sei tutta profumata, che profumo ha usato oggi ?''
Ovvio, è normale che qualcuna non resista, scoppia, si libera anche dell'anima !
''Brutta pennaccia, mi ha macchiata tutta la camicetta, che danno ,come farò , via brutta pennaccia ,chi sà chi me l'ha regalata, via nel baratro del cestino.
Fine.

Marilina ha detto...

Anche per me la penna è quella trasparente, con la punta arrotondata e che scriva in blu.
Ne ho una nascosta nell'ultimo cassetto della scrivania e una in borsa.
La chiamo la mia Mont Blanc, e quando la tiro fuori dalla borsa chiamandola così, chi non mi conosce mi guarda strano... anzi, anche chi mi conosce.

In ufficio lascio nel portapenne le penne più improbabili, che spariscono regolarmente, incollate alle dita di un mio collega...

Qualche autista timido invece si incolla alle dita le penne promozionali della ditta, che potrebbe semplicemente chiedere...