5 novembre 2010

PAROLE



Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate
che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate.


Occuparsi del mondo dei suoni significa occuparsi del mondo delle parole, ho avuto il privilegio rarissimo di essere strumento per regalare la parola a bimbi che non potendo udire non avrebbero avuto accesso alle parole cioè ad un mondo, a questo mondo.
Fortunata me

13 commenti:

Gloria ha detto...

E' vero fai un lavoro molto appagante e importantissimo. quando puoi vedere gli occhi di un bambino sorridenti perchè gli hai regalato la felicità penso che ti possa sentire al settimo cielo.
non ci rendiamo conto di quanto sia importante una cosa finchè non la perdiamo.
anni fa un signore che conoscevo aveva gravi problemi di udito. dopo un intervento la sua situazione migliorò moltissimo, quando lo sentii al telefono mi disse : sa, questa mattina ho sentito il rumore del caffè che stava venendo su. non immagina che gioia.

amanda ha detto...

quella parte del mio lavoro l'ho dovuta abbandonare lasciando l'ospedale, ma credo di avere fatto scorta di emozioni forti per le prossime tre vite

giardigno65 ha detto...

Anche le parole
vene sono
dentro di esse
sangue scorre
quando le parole si uniscono
la pelle della carta
s’accende di rosso
come
nell’ora dell’amore
la pelle dell’uomo
e della donna.
Ghiannis Ritsos

amanda ha detto...

proprio così Giardi, proprio così :)

alessandra ha detto...

Non conoscevo questa canzone di Bersani...un testo meraviglioso, a casa me la ascolto con attenzione.
Per me le parole e i suoni sono importanti come ben sapete..difficile concepire una vita senza di loro.
Un grazie enorme a te Amanda che hai aiutato tante persone ad uscire dal silenzio.

Giardi poesia stupenda!

amanda ha detto...

Sai che penso che il testo sia di Pacifico?

Anonimo ha detto...

"In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio".
E' l'inizio del vangelo di Giovanni, forse il più complesso e profondo dei quattro sinottici.
La parola come fondamento della creazione e del piano di salvezza, dunque.
Da diversi anni non sono più credente in alcun dio, ma ugualmente penso che un ...incipit ;-) di questo genere faccia pensare molto.

Fortunata tu, davvero, Amanda, che hai potuto fare quella meravigliosa esperienza; e chissà, forse il tuo travolgente amore per la parola, scritta sui libri (ma certamente anche dialogata, dal vivo e su internet) trae un po' di origini da allora...

Un salutone a te e un buon fine settimana a tutta la gentile Tiffaneria.
Franz

amanda ha detto...

ciao Franz!

alessandra ha detto...

Ciao Franz, sempre un piacere leggere i tuoi passaggi tra la Tiffaneria!

oriana ha detto...

Bellissimo davvero questo testo.

@Amanda emozionarsi ed amare così tanto il proprio lavoro è privilegio di pochi

claudia ha detto...

Anche io non avevo mai sentito questa canzone. Il testo é veramente molto forte, ma ancora di più penso sia stata la tua esperienza.
Ci si pensa poco, ma la parola é veramente un modo per avvicinarci e 'toccare' il prossimo.
Un lavoro così...che bello...

oriana ha detto...

Ciao Claudia!

claudia ha detto...

Ciao Oriana!
Sono un po' una meteora qui nel bolg, ma vi leggo sempre!!
Anche se mi riduco a scrivere alle 10 di sera.