25 marzo 2011

i treni a vapore




Sono nata praticamente in una stazione ed in una stazione vivo, mi addormento con gli ultimi annunci mi sveglio al primo sferragliare, faccio attenzione ad allontanarmi dalla linea gialla per non farmi troppo male e sono sensibile ai musicisti di strada che a volte regalano la loro arte nel sottopasso. Ho guidato la prima volta il motorino in uno scalo merci. Ho conosciuto molti capistazione. Ho passato ogni giugno della mia adolescenza in un piccolo ufficio dal tetto arroventato vicino ai binari, mi arrabbio ogni volta che cambiano la voce degli annunci perchè mi sottraggono uno di famiglia. Ho viaggiato in treno per lavoro dei miei genitori, ho pendolato in treno a lungo per lavoro mio.Ho visto gelide albe ed infocati tramonti dal finestrino di un treno. Ho assistito ad addii dolorosi, ho sorriso di abbracci emozionanti lungo i binari delle stazioni. Ho fatto strani incontri e stretto straordinarie amicizie in treno. Mi offendo se si scusano del ritardo perchè se ne fregano delle ore che rubano alle vite degli altri, mi manda ai matti quando non si scusano neppure e la vita te la rubano lo stesso. Detesto la sporcizia dei vagoni, l'incuria della gente, so distinguere il puzzo di un regionale da quello degli altri treni, e posso evocare quando voglio l'odore dei freni dei treni nelle mie narici.
Ho corso dietro a centinaia di treni: alcuni li ho presi, alcuni li ho persi e forse non ne passerà un altro.
L'idea di questo post viene da qui

15 commenti:

Ernest ha detto...

Ne passeranno altri... e poi la cosa più importante è essere in stazione si prendono, si perdono e si guardano anche

amanda ha detto...

@Ernest: infatti

Gloria ha detto...

Amanda, che bel concetto romantico di stazione.
anch'io vedo la mia in modo un po' fiabesco, sarà perchè viaggio poco e non devo combattere con i disservizi giornalieri.
comunque anch'io abito vicino ai binari. abbiamo una sola stazioncina con due linee, per genova e alessandria. la linea per genova che passa da me è immersa nel verde passa lungo il fiume attraverso i boschi. io ormai posso sapere che ore sono a seconda del treno che passa : si incomincia alle 5.35 e si finisce alle 23,00, poi c'e il merci di mezzanotte e se sento quello mi innervosisco perchè vuol dire che non mi sono ancora addormentata
la linea per alessandria invece passa ad 5 metri dal canile e quando i merci si fermano al semaforo che è proprio in corrispondenza della ns cucina i macchinisti tirano giù il finestrino e ci salutano con grande gioia e interesse dei cani

amanda ha detto...

@Gloria:ecco vedi non sono la sola, l'unica volta che i treni erano troppo anche per me è stato a Senigallia per il Caterraduno lì veramente è un delirio con i treni, non c'è nemmeno un buco tra il primo e l'ultimo

Alle ha detto...

Nella prima parte della mia vita (se così si può dire) ho avuto molto a che fare con il treno.
Da bambina ricordo le lunghe notti passate in viaggio verso il sud e verso il paese e la casa dei miei nonni. Agli occhi di una bambina tutto appariva indecifrabile: gli scompartimenti sempre pieni di persone e bagagli, i cartoni legati con lo spago, quelli che si toglievano le scarpe per dormire, i bagni maleodoranti e malfunzionanti, le cibarie consumate in modo frugale. Tutto poco poetico all'interno; la poesia per me nasceva nel momento in cui mi concentravo sul paesaggio esterno, la notte diventava uno scrigno magico che conteneva i segreti di tante persone sconosciute le cui vite, per un attimo, potevo sfiorare.
Poi l'arrivo, all'alba, e la corsa in carrozzella nel freddo mattutino verso la corriera che ci avrebbe portato fino a casa dei nonni.
A seguire arrivò il tempo di "per dove parte questo treno allegro" (cit), vale a dire che il mezzo ferroviario mi portò a scuola tutti i giorni per 5 anni. L'atmosfera era ben diversa, le 3 o 4 carrozze erano piene di studenti più o meno allegri e per me divenne il posto dove stringere o consolidare amicizie, ripassare un'ultima volta prima del compito in classe, immergermi nella lettura di un libro (fu il periodo in cui riuscivo a leggere 3/5 libri al mese oltre che a studiare).
Finite le scuole, raramente ho viaggiato in treno, tanto da non considerarlo neanche più come mezzo di spostamento. Ma sono pronta a rivalutarlo, specie se c'è di mezzo un Tiffany raduno!


P.s. ho letto anche il post di Giacynta, molto bello ed originale.
Devo dire che quel "Tondelli" citato, io conosco molto bene. Anzi conoscevo, RIP.

amanda ha detto...

@Alle: hai conosciuto Tondelli?

Alle ha detto...

Si l'ho conosciuto ai tempi del suo primo romanzo "Altri Libertini", viveva a Correggio e incontrarlo era molto facile. Un ragazzone timido e molto alla mano che penso poteva dare davvero tanto alla letteratura italiana. Negli ultimi anni della sua breve vita, curò due raccolte di giovani scrittori e diventò un punto di riferimento per tanti. A questo episodio penso si riferisca il libro di Pezzoli che peraltro non ho letto, ma che era già in lista. Nella mia interminabile lista.

Marilina ha detto...

Alle, che bella colorata la tua nuova fotina!

Sono sempre stata affascinata dai treni per quel loro portar via e riportare le persone e le loro storie.
Ho ricordi legati alle stagioni, ad un amore stagionale, alle ferie, all'amicizia.
Ricordi di tanti anni fa.

Ora uso soprattutto il Treviso-Venezia, la certezza di questa meta è un'emozione ogni volta.

Ho sempre invidiato chi li usa come pendolare per la possibilità di leggere, ma non per la sporcizia.

Gare de Saint Lazare (+ o -) di Monet è uno dei quadri che amo di più.

Zio Scriba ha detto...

e bravissime la nostra giacynta e la nostra amanda, che si "fecondano" a vicenda con idee sempre carinissime"... (però devi farti spiegare da giacynta come eliminare la maledetta verifica parole... :D)

* alle
Sì, la "colpa" di Tondelli del titolo è soprattutto una colpa indiretta (venni fagocitato in una specie di setta di suoi adoratori che fecero di tutto per farmelo odiare, ma senza riuscirci...)
Ho letto tutti i suoi libri, e pur essendo come scrittore assai diverso da lui, non posso che provare affetto e tenerezza per uno di cui sono considerato, fra l'altro, fisicamente un Sosia. (Invece di "marciarci" faccio di tutto per diversificarmi, ma ti assicuro che certe sue foto viste su internet mi han fatto prendere un colpo: sembro io!!)

alessandra ha detto...

Scusate il ritardo. Che bel post cara Amanda. Io adoro viaggiare in treno, lo faccio almeno una volta al mese, mi concentro meglio nella lettura e nell'ascolto nella musica, mi sembra di essere in movimento e nel contempo ferma. Anche le stazioni hanno il loro fascino per me, molte mi mettono un pò di malinconia, però sono sempre un crocevia di incontri tra persone e dove si respira umanità io sto sempre bene.Certo, sempre più ultimamente, vedo aggirarsi nele stazioni barboni e persone in difficoltà che mi suscitano una gran pena...

amanda ha detto...

@Nicola: non sono l'admin del blog e non tocchiamo dolenti note, l'admin è irremovibile su certi controlli e noi lasciamo all'admin gli onori e gli oneri dell'amministrazione :)

giacy.nta ha detto...

Ti ho linkato a mia volta, Amanda cara. Mi piace l'idea del "cambio" da una delle nostre stazioni.
Baci a tutti!

Giolvolo ha detto...

Azz... Checchè se ne possa pensare, è un'esperienza di vita bellissima!!
Anch'io ti ho linkato al mio blog, scusami!!!! Eheheh

Emilys ha detto...

Andare in stazione con la Trip a veder passare il treno per Milano Cadorna alla domenica alle 11.10... subito dopo esserci fermate a comprare il giornale ..che bel ricordo :-)
ps , io ho elaborato una versione della legge di Murphy sui treni: il treno su cui sei salito in tempo partirà in ritardo, il treno che cerchi di prendere e sei in ritardo, partirà in orario... :-)

amanda ha detto...

@Emilys:non è una legge è un dogma!