13 giugno 2011

Incipit del 13 giugno









Oh, saranno passati anni ormai, ma una volta un ministro del culto viveva con la figlioletta in una cittadina del Nord, vicino a Sabbanock River, lassù, dove il fiume è stretto e gli inverni erano particolarmente lunghi. Il ministro del culto si chiamava Tyler Caskey, e per un certo periodo questa storia fu raccontata nelle città lungo il corso del fiume, e addirittura sulla costa, fino ad assumere un numero di variazoni tali da perdere la propria originaria incisività, perchè naturalmente solo il trascorrere del tempo influisce sulla potenza di certi eventi. Ma si dice che ci sia ancora qualche abitante della città di West Annet che ricorda con chiarezza i fatti verificatesi negli ultimi mesi invernali del 1959. E se li interrogate con sufficiente pazienza, trattenendo la vostra curiosità, probabilmente li convincerete a rivelarvi ciò che sostangono di sapere, anche se forse sarete voi a dover valutare l'accuratezza dei loro racconti.






Elizabeth Strout. Resta con me. Fazi Editore






Ancora una volta la Strout parte dalla storia di un nucleo familiare per raccontare la storia di una comunità. Una comunità avviluppata nella torposa quotidianità in cui, un giorno, a fare breccia nella monotonia giunge un nuovo pastore, Tyler, con la giovane, affascinante e poco stereotipabile consorte. Tyler è un brillante predicatore che incanta e raduna e risveglia quelle anime assopite. La coppia ha due piccole figlie. Poi improvvisamente la vitalissima moglie del pastore si ammala e muore e la comunità vorrebbe stringersi attorno a Tyler ed alle sue bambine, ma il nucleo familiare appare frantumato e difficilmente "adottabile" e si devono affrontare dure verità come le ultime parole di una moglie molto amata :"Tyler sei proprio un vigliacco", incoffessabili confidenze: "Quando vivi con qualcuno per così tanto tempo, a volte pensi che avresti voluto sposare una persona diversa, e poi invece tutte le cose che detestavi non importano più un accidenti" estreme consapevolezze "L'aver riprodotto anche una sola parte di sè pareva a Charlie un errore di proporzioni quasi bibliche. Che il frutto di tale riproduzione dovesse presentarsi sotto quella forma innocente, dalle orecchie grandi e dalla pelle pallida, gli suscitò un dolore bruciante nello stomaco tormentato". Insomma la comunità perde il "contenitore" delle proprie angosce e non può diventare a sua volta "contenente" le angosce generate dal lutto, ciò ingenera la crisi dell'intero sistema

6 commenti:

alessandra ha detto...

Buongiorno Amanda, infatti ricordo che ci avevi già parlato di questa scrittrice che merita davvero. Confido nell'estate per cercare di raggiungere i tuoi livelli di "divoramento" libri ahhahah

amanda ha detto...

devo ancora decidere cosa portare al mare con me, una settimana di dolce far niente: urgono scorte

giacy.nta ha detto...

Si avverte anche dagli altri due incipit richiamati dai link la presenza ed il vero e proprio "peso" della comunità o dell'ambiente...

Ho letto il tuo commento ( sopra). Perchè non inizi a leggere P.Auster? ( evita però accuratamente l'ultimo romanzo )

amanda ha detto...

@Giacynta: Auster mi inquieta, lo leggerò ma non in vacanza al mare, comunque terrò conto del prezioso consiglio

alessandra ha detto...

Ah allora devo assolutamente leggere la Strout se parla del peso dell'ambiente e della comunità, mi immedesimo bene :-)

Marilina ha detto...

Il titolo mi piace... il... titolo...

Amanda per la settimana di dolce far niente (a parte tintarella e nuotate, of course) da parte mia posso solo consigliarti la Settimana Enigmistica!!!

Siete tutti lì incrociati?!?