3 giugno 2011

Incipit del 3 giugno 2011



Capitolo 1

Scoprire la gioia dello swing


I bambini dovevano restare nella stanza sul retro. Ma in qualche modo ero riuscito ad intrufolarmi nella stanza principale di questa minuscola casetta di legno a Little Farms, Louisiana. Avrò avuto quattro o cinque anni. Mi ricordo che era buio là dentro, solo una flebile luce azzurra o rossa, e parecchi adulti, uomini e donne, schioccavano le dita sul due e sul quattro e si beavano all'ascolto di una canzone di rhythm and blues. Qualcuno cantava le parole ma tutti quanti ballavano, avvolti da un salutare sudore. All'epoca non sapevo che cosa stesse accadendo, ma avevo capito che era bello, tanto bello che non mi lasciavano entrare.


Wynton Marsalis è un grandissimo jazzista americano, viene da una famiglia di magnifici jazzisti, il fratello Branford è un altro valente musicista jazz che ha suonato anche con Sting.

In questo libro racconta la sua storia, il suo approccio al jazz sin da bambino visto che i musicisti frequentavano casa sua da sempre, ci spiega la bellezza e la magia del jazz, la gioia dello swing appunto.

Vi ho raccontato che da qualche anno ho cominciato ad ascoltare jazz, è un genere musicale che in passato ho trascurato, forse perchè spesso più ostico da comprendere, non mi è arrivato dentro subito con la stessa immediatezza del rock, o della musica cantautorale. Ma ora lo sto piacevolmente scoprendo poco a poco e di tanto in tanto leggo libri sull'argomento, mesi fa avevo letto il bel "Musica dentro" di Paolo Fresu, anche questo un libro sulla scoperta del jazz da parte del grande jazzista sardo.

Il jazz è un qualcosa di più di un semplice genere musicale, è un modo di vivere, anzi è un'esemplificazione della vita perchè è improvvisazione, è il creare in armonia con gli altri mantenendo la propria personalità. Di seguito vi riporto alcune frasi di commento che ho trovato sul retro del libro che spiegano bene l'unicità del jazz:

"E' stato creato dai discendenti degli schiavi, ma sa parlare di libertà. E' figlio della malinconia del blues, ma sa lasciarsi andare alla felicità più pura. Le sue radici sono nella tradizione, ma la sua sfida è la continua innovazione. E anche se vive di tensioni armoniche e ritmiche, ha saputo e sa ancora essere messaggero di pace."


6 commenti:

Ernest ha detto...

grazie grazie!

oriana ha detto...

non sono una conoscitrice raffinata come te Alessandra, ma da sempre adoro Rossana Casale, e sto imparando a conoscere Mario Biondi, per non parlare dei miti americani

Alle ha detto...

questo incipit mi ricorda molto le mie prime scorribande a Umbria Jazz, l'atmosfera incantata che si respirava nei locali che ospitavano le sessions in notturna. Entravo e tutto diventava magia, i miei occhi vedevano attraverso lo sguardo di una bambina che scopriva una bellezza inaspettata.........bei tempi davvero!

conosco bene i fratelli Marsalis, specie Branford che ho avuto modo di apprezzare dal vivo proprio a Perugia. Wynton fece una tournè tempo fa alla quale mio fratello prese parte come servizio di supporto. Ebbe modo di conoscere questo personaggio serio ed elegante che si presentava decisamente diverso dal fratello più vivace e gioviale e anche un po' caciarone.
Ora questa biografia mi sembra molto interessante, credo che Wynton ne abbia da raccontare e il jazz "spiegato" attraverso la vita dei suoi protagonisti mi pare il modo migliore per approfondirne la conoscenza. Ovviamente dopo averlo ascoltato.
Grazie mia intellettuale musicale preferita, ho sempre da imparare da te!

Alle ha detto...

Oriana, Mario Biondi è un mio concittadino, padre di 6 figli (una nota gossipara ogni tanto ci sta), piace molto anche a me per questo timbro vocale molto "nero" e per il genere musicale sempre ricercato.

sergio pasquandrea ha detto...

attenta con wynton, eh? certe sue opinioni sono un po'... come dire, "opinabili".

scherzi a parte, marsalis è un grande musicista e una persona di enorme intelligenza (ho avuto modo di parlarci un paio di volte, anche se sempre di sfuggita). però è anche un gran marpione, e ha una visione del jazz molto sua, per cui alcune cose gli vanno bene, altre no. diciamo che, nel mondo del jazz, è adorato o detestato, senza vie di mezzo.
comunque, basta saperlo. non ho letto il libro, ma sono sicuro che sia un testo piacevole e stimolante.
buona lettura. ;-)

Marilina ha detto...

Ehhhmmm, ne ho di strada da fare.

Se comincio con Raphael Gualazzi mi uccidete?!?