31 agosto 2011

La generazione rubata




Durante le mie vacanze riminesi, mia cugina ha tirato fuori dalla sua nutrita collezione di dvd questo film di cui io non avevo mai sentito parlare, "La generazione rubata". Racconta la storia tremenda dei bambini aborigeni di sangue misto strappati dalle loro famiglie per essere portati in presunti centri di "rieducazione". Si parla sempre di quello che è stato fatto agli indiani di America, ma si parla meno di quello che è successo agli aborigeni di Australia, una vera generazione rubata come dice bene il titolo del film e tutto questo processo di annientamento scientifico di un'identità culturale è andato avanti fino agli anni settanta.
Il film racconta la storia vera di tre bimbe strappate alle loro famiglie e portate appunto in questo centro di rieducazione da cui fuggono dopo pochi giorni. Grazie al coraggio testardo della più grande delle tre percorreranno da sole migliaia di chilometri per far ritorno alle loro famiglie, alle loro radici, alla loro cultura.
Il film tratta un argomento drammatico, ma tutto è narrato con grande delicatezza attraverso gli occhi espressivi di queste tre bimbe, le attrici che le interpretano sono semplicemenente favolose.
Se acquistate o affittate il dvd, godetevi i contenuti extra: c'è il filmato sul casting delle piccole attrici e sulla loro preparazione per la parte, l'intervista al regista e alle vere protagoniste della storia che ormai sono vecchiette ultraottantenni.


7 commenti:

Alle ha detto...

E' un film che non conoscevo, mi auguro di poterlo vedere presto.
Apprezzo sempre e lodo chi si fa carico di rendere testimonianze simili. Storie come questa sono presenti ovunque nel mondo e sempre
ce ne saranno. L'arroganza di considerarsi meglio o superiori a qualcun altro non abbandonerà mai certa mente umana. Ma sono convinta che diffondere la conoscenza è sempre la strada giusta anche se non la più facile, è come seminare e avere la pazienza e la cura per vedere crescere i germogli. Continuo a crederci.

Grazie Ale, porti sempre spunti di
riflessione e sai bene che sono come il pane quotidiano.

giardigno65 ha detto...

non bastasse l'educazione a rovinarci la "rieducazione" distrugge !

ivaneuscar ha detto...

Del film ho sentito parlare, ma non ho avuto modo di vederlo; ma lo cercherò.
Comunque, è vero che la questione della "rieducazione degli aborigeni" australiani da noi è meno conosciuta rispetto alla questione dei "nativi americani", o "indiani d'America".
Lì in Australia, a partire dagli anni Settanta c'è stato un dibattito anche drammatico sul tema, e si è creata una legislazione ad hoc per "riparare" in qualche modo ai soprusi del passato.
Lo sguardo degli artisti, come a volte succede, ha contribuito in qualche modo a svegliare le coscienze. Esemplare in questo senso - a proposito di cinema - fu il bellissimo film del 1971 del regista Nicolas Roeg L'inizio del cammino (Walkabout il titolo originale), che consiglio a tutti di vedere (lo amo particolarmente): racconta la storia di due ragazzini bianchi che si ritrovano soli ad affrontare il deserto australiano, e se la cavano grazie all'aiuto di un loro coetaneo aborigeno, col quale inizialmente fanno fatica a socializzare (e di cui in un primo tempo diffidano, essendo "selvaggio"). Ma attenzione, non è una storia edificante "disneyana" per ragazzi, è un vero e proprio saggio per immagini sui rapporti fra linguaggi, usi e culture, e il finale è molto amaro.

alessandra ha detto...

Grazie Alle carissima!

Ciao Giardi! Fatte buone vacanze!

Ivan non conosco il film di cui parli, cercherò di recuperarlo, grazie.

Volevo solo segnalare che la colonna sonora è di Peter Gabriel, avevo dimenticato di scriverlo.

maria grazia ha detto...

Grazie Ale...di questo film mi aveva parlato mia sorella che è una amante sfegatata dell'australia, ma poi io non ho mai svuto l'occasione di vederlo, forse è passato anche in televisione, naturalmente in tarda ora...
Poichè non ho il lettore di dvd, nè per il momento ho intenzione di acqustarlo devo solo sperare in un nuovo passagio in tv o in una cineteca...
Alla fine anche quelli che paiono gli stati piu' civili hanno gli scheletri negli armadi...

oriana ha detto...

Ho visto questo film e la cosa scioccante è che si tratta di una storia vera. L'autrice del libro è la figlia di una delle ragazze che sono riuscite a tornare a casa. In seguito ho cercato il libro in biblioteca, ma non sono riuscita a trovarlo e dopo l'ho dimenticato e tu ora me lo hai fatto ricordare, tornerò a cercarlo.

Marilina ha detto...

Grazie Ale, io non lo conoscevo, che preziose sono queste segnalazioni.

Il tempo rubato dell'infanzia, dell'adolescenza, mi stringe sempre il cuore.

Ho letto un libro sull'istituzione dell'affido, quante situazioni drammatiche.

L'unica preoccupazione dei bimbi dovrebbe essere quella di giocare.