12 settembre 2011

Voli









Sentiva in lontananza un vociare indistinto, ma non la disturbava.









Si stava godendo quel lieve solletico che l'erba umida provocava alla pelle del suo polpaccio nudo, ed il tepore con cui il sole baciava il suo viso e le sue palpebre chiuse.




Le tornarono in mente le estati della sua infanzia, sdraiata, al sole, con sua cugina sul prato , di fronte alla vecchia casa, rosso cupo, segnata dagli anni e dall'umidità, un filo d'erba in bocca a parlare e ridere con gli occhi chiusi per difenderli dal sole d'agosto.




Sentiva il ghiaino sottile sotto il tallone lasciato scoperto dal sandalo estivo.




" Oh dio mio, dio mio, che ha fatto!"



Le sue braccia erano protese in alto ed indietro e le fecero tornare alla mente l'ultima volta a casa di Giovanni, le loro bocche che si cercavano, i loro corpi che si trovavano e mentre l'onda calda cresceva le sue braccia indietro afferravano la testiera del vecchio letto di ferro battuto.



I capelli si erano sciolti e sparsi, lunghe ciocche le coprivano in parte il viso.



I pensieri correvano velocissimi.


"Impossibile non si fosse accorto, giuro".

Poi la coscienza: ho appena volato.



Ed immediato il dolore diffuso, non c'erano più il solletico, la camera di Giovanni era lontana.



"Ditemi che non è vero, ditemi che non è vero".


Le voci ore erano più vicine, si facevano più distinte, e ne coglieva una inequivocabile, insistenza, urgenza.



"Mi sente? La prego mi sente?"



Ma era a lei che stavano parlando?


"Ma avete visto a che velocità andava quello?"


"Lo tenevo a distanza da un po' sembrava andasse a zig zag"



Era di lei che parlavano?



E si rivide -ma quanto tempo era passato? Non lo sapeva- l'abito estivo, in bici, lungo la linea bianca al margine destro della careggiata, felice in quel tardo pomeriggio di fine estate, pedalava e cantava.



Aprì gli occhi.


"Eccola, finalmente, come si sente, si ricorda come si chiama?"


Le sirene dell'ambulanza.



"Qualcuno ha preso il numero di targa?"


"Sì io"






Dite a Giovanni che non si preoccupi, è stato solo un volo.











10 commenti:

alessandra ha detto...

Amanda ormai oltre che lettrice, mi sei sempre più scrittrice, ci emoziona sempre quello che scrivi, come lo scrivi e anche le poesie dei link sono bellissime.
Grazie.

maria grazia ha detto...

Ma che brava Amanda! complimenti!

amanda ha detto...

@MG: visto che si può firmare per la legge sull'omicidio stradale?

Ernest ha detto...

hai dipinto tutto benissimo.

maria grazia ha detto...

fatto Amanda!

suarakamansa ha detto...

che bello Manza!
vero che ho capito ?
vero che finisce bene, lei si sveglia, e poi guarisce?
vero? VERO????

amanda ha detto...

Sì Suara hai capito bene , un po' rotta ma l'ho lasciata viva, non avevo cuore di farla fuori, così innamorata com'era

Alle ha detto...

Parte bene, anzi benissimo, ti immedesimi subito in queste belle sensazioni poi inizi a capire e a
sperare che non stia accadendo davvero.......

sempre più brava, un modo speciale di trattare anche un'argomento così attuale e drammatico. Eccellente !

P.s. mi hai fatto ricordare anche alcune pagine di "Un giorno".

Franz ha detto...

Bravissima, ancora una volta.
Il tema è importante, è più che mai urgente portarlo alla ribalta; se poi lo si fa con il tuo stile espressivo di rapide pennellate, si aggiunge alla denuncia il valore della poesia.

amanda ha detto...

@Alle: addirittura un giorno, troppa grazia

@Franz: sempre generoso