20 ottobre 2011

Quando suonano gli dei

Per una strana coincidenza quando entro dalla porticina laterale che da accesso alla platea, il teatro è ancora completamente vuoto. Ho quasi un sussulto per la situazione inaspettata, c’è un silenzio ovattato quasi irreale. Il Valli è in gran spolvero, questo piccolo gioiellino del 1600 questa sera ospiterà uno spettacolo di alta caratura: musica jazz in ambientazione classica, una contrapposizione che amo fortemente.
In realtà non sono completamente sola, sul palco sono già piazzati gli strumenti, mi avvicino per osservarli bene e rendere loro una sorta di omaggio.
Sono al centro, molto vicini tra loro: sulla destra la batteria, è strano come sia essenziale negli elementi che la compongono tanto da sembrare quasi un giocattolino; la sezione ritmica si completa con uno degli strumenti più maestosi: il contrabbasso. E’ adagiato per terra, su un fianco; osservo il suo legno lucido e caldo che rende questo strumento esteticamente perfetto quasi a volerlo ripagare del lavoro “oscuro” che è costretto a fare rispetto ad altri strumenti sicuramente più esuberanti. Infine sul lato sinistro il pianoforte: nero, a coda, uno Steinway. Mancano solo i sax che entreranno solo 5 minuti prima dell’inizio del concerto portati in scena da mani attente e forse guardati a vista fino all’ultimo istante.

Manco a dirlo sono molto emozionata per il concerto di questa sera. Wayne Shorter ha fatto la storia del jazz, ha collaborato per lungo tempo anche con Miles Davis contribuendo in modo determinante e leggendario ad uno dei suoi periodi migliori, forse il migliore. Considerato da sempre un visionario, un innovatore, maestro dell’improvvisazione e grande conoscitore musicale, vanta una carriera perfetta e collaborazioni con il gota della musica jazz. Il quartetto attuale, con cui suona dal 2000, è da tutti ritenuto ad altissimi livelli e non vedo l’ora di poterlo ascoltare. Il contrabbasso si affiderà alle sapienti mani di John Pattitucci, i tasti dello Steinway saranno sfiorati dalle dita magiche di Danilo Perèz e la batteria sarà sconvolta dalle braccia picchiatrici di Brian Blade.

Finalmente calano le luci. In un teatro gremito e in religioso silenzio il concerto ha inizio.
L’avvio è subito incalzante, ma non lineare e all’apparenza non semplice. Il sax tenore di Shorter entra a tratti ad incalzare gli altri strumenti che rispondono pronti, senza timore. Il ritmo sale, accidenti è sempre più coinvolgente, sono inchiodata alla poltrona quasi senza fiato. Il quartetto è affiatatissimo, s’intendono che è un piacere, si divertono, sorridono e usano gli strumenti in maniera eccelsa, l’armonia che emanano è contagiosa. Il ritmo è ora altissimo, ti cattura e infine ti porta in alto e libera l’anima come solo la musica jazz sa fare.
Suonano ininterrottamente ed energicamente per un’ora e mezza e quando si alzano per uscire a me sembra che sia passato solo un quarto d’ora. C’è ancora tempo per due bis, il pubblico è entusiasta, soddisfatto, consapevole di avere vissuto un’esperienza straordinaria, oltreché grato a questo incredibile musicista americano che a 78 anni calca ancora i palcoscenici di tutto il mondo portando in dono il suono free del suo sax, tenore e soprano.

Per inciso non era la prima volta che vedevo Wayne Shorter dal vivo. Ricordo il concerto con il suo gruppo storico i Weather Report quando suonarono a RE, inizio anni 80, in un palasport strapieno all’inverosimile; ero poco più che una pischella, ma rimasi affascinata dal suono fusion di questa band che annoverava tra le sue fila anche musicisti indimenticabili come Jaco Pastorius e Joe Zawinul. E poi vorrei ricordare anche il concerto che vidi a Umbria Jazz, metà anni 80, quando Shorter faceva coppia con Santana, musicalmente parlando s’intende. Una collaborazione che non durò a lungo, ma fu molto apprezzata.

WAYNE SHORTER QUARTET - TEATRO R. VALLI RE - 15 OTTOBRE 2011 "Festival Aperto - Crepino gli Artisti- Sez. Kind of Miles"

6 commenti:

amanda ha detto...

oh bella si vola alto questa settimana! Quello che mi dispiace un sacco è che viviamo così sparpagliate e non si possa andare insieme a goderci certe perle

Alle ha detto...

Sarebbe un piacere immenso. Possiamo almeno raccontarcele, è un po' come esserci state insieme.

alessandra ha detto...

Infatti care fanciulle pensavo la stessa cosa mentre leggevo...mannaggia alla distanza ve l'ho mai detto? :-)

Alle hai fatto un post bellissimo, scritto meravigliosamente con la tua solita sensibilità e delicatezza nel cogliere i particolari...brava davvero, ci hai trasmesso interamente l'emozione del concerto...eravamo lì con te ....

sergio pasquandrea ha detto...

il quartetto di shorter è uno gruppi dei più straordinari che si possano sentire in giro nel jazz, oggi.
un musicista ottantenne che suona con colleghi di 40 anni più giovani e riesce ancora a spingersi oltre qualunque frontiera. improvvisazione totale, senza se e senza ma.

(peccato che certa critica con la puzzetta sotto il naso si senta in dovere di demolirli, tanto pe' fa' vedè... date un'occhiata qui:

http://mipiaceiljazz.blogspot.com/2011/10/wayne-shorter-il-jazz-concettuale-non.html)

sergio pasquandrea ha detto...

ah, a proposito: però la citazione riportata sull'immagine è di miles davis, non di wayne shorter... ;-)

Alle ha detto...

Ale, grazie! sono contenta che hai percepito le vibrazioni......

Sergio, grazie per il contributo. La musica preferisco ascoltarla a mio beneficio, la critica perfettina lascia il tempo che trova almeno a casa mia. Solo due precisazioni: trovo divino che un personaggio come Shorter a 78 anni suoni ancora a grandi livelli, non è da lui che mi aspetto "una qualche ulteriore spinta al rinnovamento" della musica jazz. Il teatro era pieno, in ogni ordine. Platea, palchi e anche il loggione. E il pubblico, qualsiasi ne fosse la provenienza, era lì per lui. Credo basti.

E' vero la frase è di Miles Davis. L'ho estrapolata da un discorso che ho letto alla mostra a lui dedicata. Per cui in modo molto arbitrario l'ho associata a Shorter perchè mi sembrava un riassunto perfetto anche per la sua carriera musicale.