13 marzo 2012

L'uomo che saltava sulle onde


(Moebius)

Da piccolo non sapeva del suo dono.
Era nato in un paese di collina, il nonno gli aveva insegnato il nome di mille erbe e mille fiori ed era convinto che quel suo mondo verde di primavera e giallo rosso d'autunno fosse già la sua fiaba personale.
Poi un giorno, avrà avuto sette anni, lo avevano portato al mare , era rimasto incantato dall'eterno ritorno delle onde, dalla sinfonia di quell'andare e venire uguale e sempre diverso e si era sentito irrimediabilmente attratto.
Tuttavia non c'era stato verso di convincerlo ad immergersi, stava lì ore sul bagnasciuga, raccoglieva conchiglie e guardava le onde con infinito, immutabile stupore.Come se quelle gli parlassero, come se quelle lo ammaliassero, come se intorno a lui le luci si fossero spente e lui fosse l'unico spettatore di una sala cinematografica che dava un solo film interpretato sempre da attori diversi e lui ne volesse ancora ed ancora ed ancora.
Al tramonto lo portavano a casa e lui tornava il ragazzino di sempre e la notte, quando il nonno saliva a controllare il suo sonno, percepiva il suo respiro regolare e le sue labbra disegnavano sempre la curva di un sorriso.
Poi la vacanza era finita ed erano tornati in collina e nei suoi racconti di bambino spesso era tornata la magia di quelle onde,di volta in volta si facevano sempre più grandi e spumose.
Il bimbo era cresciuto e si era trasferito ad abitare in una casa sul mare, perché ascoltare il respiro delle onde era diventata col tempo un'urgenza.
La sera si fermava sulla spiaggia.
E fu una di quelle sere, mentre intratteneva il suo dialogo muto con le onde, che si sentì chiamare, ma non comprese da dove venisse la voce, si guardò in giro ma non vide nessuno.
La voce diceva "vieni ,vieni"e d'improvviso le onde si fecero alte e la spuma montava soffice.
L'uomo comprese, si alzò e camminò verso l'acqua salì sull'onda e si sentì sollevare e venne portato al largo.
Si rese conto che i suoi piedi erano perfettamente asciutti e gli prese un'euforia e saltò in alto, a quel punto le onde si levarono ad accoglierlo e più in alto saltava più le onde si alzavano a riprenderlo.
Lunghi anni durò il matrimonio dell'uomo con le onde, fu un matrimonio felice.
Ancora oggi se passi in riva al mare in un mattino di tarda primavera in quel paese di riviera ti potrà capitare di vedere un omino anziano che salta felice sulle onde, ma lo straordinario è che anche le onde sembrano sorridere.

5 commenti:

Alle ha detto...

Nata in una sperduta valle elvetica e catapultata in tenera età nella desolata campagna padana, anche il mio primo incontro con il mare fu di assoluto incanto tanto che si seccarono i goccioloni che mi riempivano gli occhi perché sentivo nostalgia di casa. E poi anche a me piacerebbe vivere in riva al mare.........

Un sogno questa storia e bellissimo anche il Moebius! Se fossi una bambina vorrei una raccontafavole come te....

sergio pasquandrea ha detto...

Bello, Amanda.
Queste figure che sfidano la gravità sono (stavo per dire: "erano", ma no: "sono") uno dei marchi di fabbrica di Moebius, e mi pare che il tuo racconto le colga alla perfezione.

alessandra ha detto...

Bravissima Amanda! Splendido racconto e un gran bel modo di ricordare il grande Moebius scomparso da poco...

amanda ha detto...

@Alle:devo dire che i miei nipoti, quelli veri e quelli comeselofossero hanno molto gradito le favole che raccontavo loro da piccoli :)

@Sergio:GRAZIE!

@Ale: pensa che non ne sapevo praticamente nulla anche se avevo visto qualche suo disegno come illustrazione di post di Sergio che di fumetti e grafica è un intenditore

Giolvolo ha detto...

E' vero, a volte le onde sembrano sorridere... A volte.