Le foto di Henri Cartier-Bresson racchiudono l’essenza
della fotografia così come la intendo io: istintiva e istantanea, che si cali
nella realtà a documentare la vita e le persone nel loro quotidiano, che sia forma e anche
sostanza. Come amava dire questo grande fotografo “le foto non si fanno con la
macchina..si fanno con gli occhi, il cuore, la mente”. Per questo egli sosteneva che le immagini non
hanno bisogno di parole per essere comprese, devono arrivare dritte al cuore tramite gli occhi di chi le osserva.
Con questi pensieri attraverso i chiostri di San
Domenico che danno accesso alla mostra.
Sono deserti complice la domenica mattina, il tempo incerto che minaccia
pioggia e la nottata movimentata in cui madre terra ha deciso di scuoterci dal
letto. La mostra è aperta per metà: sono in corso le verifiche di agibilità
post-terremoto. Non importa, entro ugualmente sono troppo impaziente di
vederla anche se solo parzialmente.
“Des Européens”
comprende più di 160 fotografie
che HCB scattò dal 1929 al 1991 attraversando l’Europa in lungo e in largo. Ed
è proprio una cartina geografica gigante, che ripercorre le tappe di questo
lungo peregrinare, ad aprire la mostra.
Sono indicati gli anni e i Paesi visitati: Spagna, Regno Unito, Francia,
Italia, Irlanda, Scandinavia, Russia, Yugoslavia, Grecia, Germania, Austria ecc. Sì decisamente la fotografia di reportage
richiede “ solo l’occhio, un dito e due gambe” come lui amava dire . Si direbbe soprattutto due gambe, guardando le
distanze percorse.
In oltre mezzo secolo HCB ci ha regalato un ritratto intenso
del vecchio continente usando sempre una tecnica essenziale –
macchina LEICA M3, piccola e maneggevole, manualissima, un obiettivo 50
mm luminoso e a focale fissa che obbliga
a stare vicino a ciò che si vuole rappresentare e infine pellicola a grana fine che permette stampe
prive di sgranature e altamente
definite. Con queste poche regole seppe osservare là dove gli altri potevano solo
vedere.
Le immagini del dopoguerra sono quelle più sconnvolgenti, le macerie e la miseria
prevalgono ancora, i volti portano i segni della sofferenza. Quei volti antichi che tante volte abbiamo immaginato nei
racconti dei nostri nonni sono i protagonisti di queste foto, impossibile restare
indifferenti.
Poi arrivano gli
anni del boom economico, la vita è migliorata e le persone possono permettersi
le prime ferie pagate, per strada le giovani coppie si baciano come ad affermare che
finalmente c’è un futuro possibile.
Le foto scattate in Italia sono tra le più belle, Roma,
Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna. Mi
emoziona vedere le immagini della nostra terra, le riconosco anche senza
leggerne il titolo.
HCB riuscì a fotografare anche l’Europa dell’est negli
anni della chiusura e del regime, Russia ma anche Yugoslavia e il muro di
Berlino.
Osservando tutte queste foto s’incontrano popoli eterogenei,
ritratti in epoche differenti e in ambienti
molto diversi. Alla fine però prevale nettamente la sensazione che si
tratti di un popolo unico accomunato dalla stessa sorte che di lì a qualche
decennio l’ avrebbe condotto ad essere parte
di una sola grande Europa.
Per fortuna apre
anche la zona sottoposta a controllo così posso vedere la mostra nella sua interezza.
Uscendo mi dico che la foto di reportage è indubbiamente
la mia preferita . La storia passa anche
attraverso una fotografia grazie alla
capacità di un reporter di trovarsi al momento giusto nel posto giusto.
I chiostri di S. Domenico sono silenziosi, sento solo il rumore dei miei passi. Le prime gocce
di pioggia accompagnano i miei pensieri.
"Des Européens" di Henri Cartier-Bresson a cura di Magnum Photo, Contrasto, Fondazione HCB
Sezione "Cambiamento" Fotografia Europea 2012
9 commenti:
ci sono fotografi con macchine ed obiettivi da migliaia di euro che non riescono ad inquadrare nulla e fotografi che con piccole macchine sanno catturare storie, emozioni,vite.
Solo una foto può parlare per il lavoro di un fotografo
il bimbo con i bottiglioni per me è napoletano, la foto della donna stesa sulle macerie mi ha molto turbata
Grazie Alle
il bimbo con i bottiglioni è Lisbona, mentre i due che giocano con la ruota è Palermo.
Napoli è la foto con l'edicola ambulante e i due signori seduti uno sull'altro.....del resto una era la sedia!
Le foto di HCB parlano tanto, ha saputo cogliere momenti unici che forse solo la sua sensibilità poteva vedere.
Scusate se mi intrometto in questo post... Ma Alle, tu non sei emiliana?
Come va la situazione da te?
sono molto vicina alla zona colpita, ma per fortuna non sulla direzione del sisma. Le scosse di oggi le abbiamo sentite tutte, fortissime, inquietanti. Qui però i danni riguardano soprattutto le chiese e poco altro. Molte aziende hanno fermato l'attività e le scuole domani resteranno chiuse. Niente però a confronto di ciò che è accaduto a soli pochi km di distanza.
Grazie Claudia per il pensiero.
Meno male...
Caspita, sono sconvolta.
Grazie cara Alle per questo tuo post bellissimo...ci hai descritto la mostra col tuo occhio da fotografa...non sapevo che HCB fosse venuto anche in Abruzzo a fare le sue foto..indagherò..
Un abbraccio a tutta l'Emilia...
Sconvolta è la parola giusta !
Il terremoto può sconvolgerti la vita in pochi secondi, da non augurare a nessuno. Purtroppo tanta gente c'è già passata.......
Grazie a te Ale soprattutto per l'abbraccio !
Che reportage, Alle cara, degno di una reporter sopraffina!
E che belle (e disarmanti per il contenuto) le foto in bianco e nero.
Sono felice che tu ti sia potuta godere la mostra.
Un abbraccio alla tua terra anche da parte mia.
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