29 maggio 2012

DES EUROPEENS - Fotografia Europea 2012



Le foto di Henri Cartier-Bresson racchiudono l’essenza della fotografia così come la intendo io: istintiva e istantanea, che si cali nella realtà a documentare la vita e le persone nel  loro quotidiano, che sia forma e anche sostanza. Come amava dire questo grande fotografo “le foto non si fanno con la macchina..si fanno con gli occhi, il cuore, la mente”.  Per questo egli sosteneva che le immagini non hanno bisogno di parole per essere comprese, devono arrivare dritte al cuore tramite gli occhi di chi le osserva.  
 
Con questi pensieri attraverso i chiostri di San Domenico  che danno accesso alla mostra. Sono deserti complice la domenica mattina, il tempo incerto che minaccia pioggia e la nottata movimentata in cui madre terra ha deciso di scuoterci dal letto.  La mostra è aperta per metà:  sono in corso le verifiche di agibilità post-terremoto.  Non importa,  entro ugualmente sono troppo impaziente di vederla anche se solo parzialmente.

“Des Européens”  comprende più di  160 fotografie che HCB scattò dal 1929 al 1991 attraversando l’Europa in lungo e in largo. Ed è proprio una cartina geografica gigante, che ripercorre le tappe di questo lungo peregrinare, ad aprire la mostra.  Sono indicati gli anni e i Paesi visitati: Spagna, Regno Unito, Francia, Italia, Irlanda, Scandinavia, Russia, Yugoslavia, Grecia, Germania, Austria ecc.  Sì decisamente la fotografia di reportage richiede “ solo l’occhio, un dito e due gambe” come lui amava dire .   Si direbbe soprattutto due gambe, guardando le distanze percorse. 
In oltre mezzo secolo HCB ci ha regalato un ritratto intenso del vecchio continente usando sempre una tecnica  essenziale –  macchina LEICA M3, piccola e maneggevole, manualissima, un obiettivo 50 mm luminoso  e a focale fissa che obbliga a stare vicino a ciò che si vuole rappresentare e infine  pellicola a grana fine che permette stampe prive di  sgranature e altamente definite. Con queste poche regole seppe osservare là dove gli altri potevano solo vedere. 
 

 
Le immagini del dopoguerra sono quelle più sconnvolgenti,  le macerie e la miseria prevalgono ancora, i volti portano i segni della sofferenza. Quei volti  antichi che tante volte abbiamo immaginato nei racconti dei nostri nonni  sono  i protagonisti di queste foto, impossibile restare indifferenti. 

 
Poi  arrivano gli anni del boom economico, la vita è migliorata e le persone possono permettersi le prime ferie pagate, per strada le giovani coppie si baciano come ad affermare che finalmente c’è  un futuro possibile.

 
Le foto scattate in Italia sono tra le più belle, Roma, Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna.  Mi emoziona vedere le immagini della nostra terra, le riconosco anche senza leggerne il titolo.


 
HCB riuscì a fotografare anche l’Europa dell’est negli anni della chiusura e del regime, Russia ma anche Yugoslavia e il muro di Berlino.
 
Osservando tutte queste foto s’incontrano popoli eterogenei, ritratti in epoche differenti  e  in ambienti  molto diversi. Alla fine però prevale nettamente la sensazione che si tratti di un popolo unico accomunato dalla stessa sorte che di lì a qualche decennio l’ avrebbe condotto  ad essere parte di una sola grande Europa. 

 
Per fortuna   apre anche la zona sottoposta a controllo così posso vedere la mostra nella sua interezza.
Uscendo mi dico che la foto di reportage è indubbiamente la mia preferita .  La storia passa anche attraverso una fotografia  grazie alla capacità di un reporter di trovarsi al momento giusto nel posto giusto.

I chiostri di S. Domenico sono silenziosi, sento solo il rumore dei miei passi. Le prime gocce di pioggia accompagnano i miei pensieri.


"Des Européens"  di Henri Cartier-Bresson  a cura di Magnum Photo, Contrasto, Fondazione HCB
Sezione "Cambiamento" Fotografia Europea 2012


9 commenti:

amanda ha detto...

ci sono fotografi con macchine ed obiettivi da migliaia di euro che non riescono ad inquadrare nulla e fotografi che con piccole macchine sanno catturare storie, emozioni,vite.
Solo una foto può parlare per il lavoro di un fotografo

il bimbo con i bottiglioni per me è napoletano, la foto della donna stesa sulle macerie mi ha molto turbata

Grazie Alle

Alle ha detto...

il bimbo con i bottiglioni è Lisbona, mentre i due che giocano con la ruota è Palermo.
Napoli è la foto con l'edicola ambulante e i due signori seduti uno sull'altro.....del resto una era la sedia!

Le foto di HCB parlano tanto, ha saputo cogliere momenti unici che forse solo la sua sensibilità poteva vedere.

claudia ha detto...

Scusate se mi intrometto in questo post... Ma Alle, tu non sei emiliana?
Come va la situazione da te?

Alle ha detto...

sono molto vicina alla zona colpita, ma per fortuna non sulla direzione del sisma. Le scosse di oggi le abbiamo sentite tutte, fortissime, inquietanti. Qui però i danni riguardano soprattutto le chiese e poco altro. Molte aziende hanno fermato l'attività e le scuole domani resteranno chiuse. Niente però a confronto di ciò che è accaduto a soli pochi km di distanza.
Grazie Claudia per il pensiero.

claudia ha detto...

Meno male...
Caspita, sono sconvolta.

alessandra ha detto...

Grazie cara Alle per questo tuo post bellissimo...ci hai descritto la mostra col tuo occhio da fotografa...non sapevo che HCB fosse venuto anche in Abruzzo a fare le sue foto..indagherò..

Un abbraccio a tutta l'Emilia...

Alle ha detto...

Sconvolta è la parola giusta !
Il terremoto può sconvolgerti la vita in pochi secondi, da non augurare a nessuno. Purtroppo tanta gente c'è già passata.......

Alle ha detto...

Grazie a te Ale soprattutto per l'abbraccio !

Marilina ha detto...

Che reportage, Alle cara, degno di una reporter sopraffina!
E che belle (e disarmanti per il contenuto) le foto in bianco e nero.
Sono felice che tu ti sia potuta godere la mostra.
Un abbraccio alla tua terra anche da parte mia.