22 settembre 2009

Incipit del 22 settembre


1936, un villaggio al confine tra Bihar e Bengala

Chuyia si era stancata di giocare con le bambole d'argilla.
Aveva voglia di qualcosa di dolce e sapeva bene dove avrebbe trovato dell'ottima uva spina matura. Ripose i giochi in una scatola e la spinse contro la parete della capanna dal tetto di paglia in fondo al cortile. La foresta era così vicina che si era appropriata di quella baracca abbandonata con lunghe ramificazioni di rose cinesi e grovigli di robusti rampicanti.


Bapsi Sidhwa. Acqua. Neri Pozza Editore
La vita della piccola Chuyia sta per essere completamente sconvolta all'età di sei anni. Verrà data in sposa ad Hira Lal, un vedovo. Ma nell'India della prima metà del 900 c'è qualcosa di peggio di essere data in sposa a sei anni cioè essere una vedova bambina.
Vi ho già presentato questa scrittrice durante l'estate con "il talento dei Parsi", da questo libro è anche stato tratto un film che non ho visto. C'è molto da imparare sulla condizione femminile, su quanto è stato fatto e su quanto ancora c'è da fare

2 commenti:

Anna S ha detto...

Dimmi di più: è una lettura leggera o viene male ogni volta che ci si imbatte, appunto, nella condizione femminile, tipo "Il dio delle piccole cose"?

amanda ha detto...

è un libro duro, ma alla fine arriva Ghandi, quello vero