28 luglio 2010

il signore dello schermo accanto




Amo Truffaut e se si ama Truffaut da "i 400 colpi" bisogna partire perchè "i 400 colpi" racconta molto di lui. Anzi Antoine Doinel, il protagonista dei 400 colpi, è Truffaut stesso e per altre tre volte Jean Pierre Léaud presterà il suo volto ad Antoine e quindi a Francois. Truffaut come Antoine viene cresciuto in una famiglia che somiglia di più a quelle sconclusionate e variamente riaggiustate di oggi più che a quelle degli anni 40-50. Per madre una ragazza che si trovò troppo presto a fare la medre e che quel ruolo non riuscì mai a fare suo, per padre un uomo che invece ritagliò per sè un ruolo che non gli apparteneva affatto avendolo riconosciuto pur non essendone il padre naturale. Francois/Antoine ha uno straordinario rapporto con la nonna che lo avvia al piacere della lettura ma un pessimo rapporto con la scuola e le istituzioni in genere. I 400 colpi racconta tutto questo: giornate passate in fuga perenne, la noia da colmare, le invidie e le delazioni di compagni più inquadrati, l'assenza della famiglia.
Antoine/Francois che organizza le sue giornate tra piccoli furti in casa e fuori e fa poi ritorno in una casa ancora vuota, vissuta come un dormitorio, dove non non vi è traccia di alcun tipo di rapporto nè tra gli adulti ed il ragazzo, nè tra gli adulti stessi. Certo, con Antoine, Truffaut ebbe la possibilità di raccontarsi e quindi di analizzare un punto di vista privilegiato l'adolescenza, ma non ha colorito eccessivamente e non ha idealizzato, come spesso succede, quella difficile e particolare età della vita. Truffaut ha avuto un occhio speciale nel guardare l'infanzia, guardate per esempio le facce dei bimbi nella scena del teatrino dei burattini in questo stesso film, poi quasi venti anni più tardi diresse gli anni in tasca e se non l'avete visto o lo avete visto troppi anni fa vi consiglio di rivederlo

6 commenti:

alessandra ha detto...

Buongiorno! Confesso che non ho visto tutti i film di Truffaut e quelli che ho visto li ho guardati ormai troppo anni fa, devo assolutamente ripetere l'esperienza anche perchè lo stesso film ti lascia qualcosa di diverso se lo guardi in un'età differente.
In genere ho sempre un pò trascurato il cinema francese, ho sempre privilegiato la visione di film italiani, inglesi, americani, spagnoli, tedeschi, però i film francesi e devo dire anche quelli orientali li ho visti meno..recupererò.
Di Truffaut però ho letto anni fa lo splendido libro intervista a Hitchcock che consiglio caldamente a tutti.

Gloria ha detto...

Eh si anch'io so proprio poco del cinema francese a parte qualche film con jean paul belmondo...
questo però mi incuriosisce.
ho sempre pensato che la francia del cinema e della musica (tipo aznavour) celasse un velo di tristezza e per questo l'ho sempre tralasciata. e invece seconde me sbagliavo perchè l'intensità e il realismo di alcuni film dovrebbero farmi ricredere.

amanda ha detto...

io invece amo il cinema francese e Truffaut in particolare... forse non si era capito?

oriana ha detto...

Amanda sono con te. Ce la facciamo una retrospettiva di Truffaut?

Cristina ha detto...

adoro truffaud! ti metto subito in lista, grazie di partecipare! :)

giacy.nta ha detto...

Non conoscevo la storia personale di Truffaut nè "I 400 colpi". Ho visto diversi suoi film molto tempo fa e quello che ricordo meglio è "Gli anni in tasca ". Di Truffaut mi piace la freschezza con cui rende i sentimenti ed il modo straordinario di rappresentare una condizione di "rabbiosa" e dignitosa solitudine, un pò come nella sequenza che hai proposto.
Bellissimo post, grazie!
Buona domenica, Giacinta