ovvero "Ciacole da Tiffany"
(aspettando Lady Scartox & Mr. LittleWhite)
20 luglio 2010
meriggiare....
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale. Ossi di seppia
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Dillo con parole sue,
Montale E.
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14 commenti:
Ma lo sai cara Amanda che proprio sabato avevo pensato di riprendere in mano "Ossi di seppia", sabato pomeriggio avevo visto Linea Blu e c'era un servizio sul parco letterario di Montale in Liguria...ah questi liguri che uomini :-)
Uh che paura montale!
era uscito il tema alla maturità e nessuno era preparato! brrr..
ps. : che bella foto!
ma come si faceva a non essere preparati su Montale? Che razza di insegnante avevate?
Avete risentito e rivisto come sono sensuali questi versi?
Sensuali nel senso che li ascolti perchè sono sonori, senti con il tatto il calore sulla pelle, vedi con gli occhi tutta quella luce, annusi tutti i profumi dell'estate
Questa foto è la riprova che:
a) uno sguardo mite può nascondere un genio
b) solo chi ama i gatti raggiunge vette impossibili ai più
:-)))))))))))))))))
Sono d'accordo Amanda, sono versi assolutamente evocativi.
Bellissima.
@Amanda
Sì e poi sono parole sonore....
la mia insegnante delle medie amava particolarmente Montale, ed è riuscita a farcelo amare.
E' proprio così Amanda, questi versi si "sentono"
Ora sono io
l’agave che s’abbarbica al crepaccio
dello scoglio
e sfugge al mare dalle braccia d’alghe
che spalanca ampie gole e abbranca rocce;
e nel fermento
d’ogni essenza, coi miei racchiusi bocci
che non sanno più esplodere oggi sento
la mia immobilità come un tormento.
E. Montale
Ecco è così, altro esempio di versi sensuali, grazie, come sempre, Giardi
I limoni
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.......
spesso ho ritrovato nel selvaggio paesaggio ligure pezzi di poesie di Montale che così bene ha saputo rievocarne i colori, i profumi, i suoni, il vento, il sole.
Un poeta semplice e complesso, con la sua poesia fu amore a prima vista. Anch’io spesso mi sono sentita come in questi primi versi de I limoni.
che meraviglia questo Montale day!
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
E.Montale
mi commuove sempre leggerla, che ci volete fare sarà l'età!
infatti commuove anche me... è l'età è l'età
sarà l'età, ma io ho gli occhi umidi.
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