26 luglio 2010

Sotto le stelle del jazz




Due domeniche fa sono stata sotto le stelle del jazz, ho assistito ad un meraviglioso concerto jazz: Enrico Rava, il "poeta della tromba" e jazzman di fama mondiale, ha riletto le musiche di George Gershwin insieme ad un ensemble di giovani e talentuosi musicisti. Mi sono accostata al jazz negli ultimi anni, non è il mio genere preferito, ma comincio ad apprezzarlo, a capirne i suoni a volte sghembi e dissonanti, inconsueti per il mio orecchio abituato all'ascolto della musica rock, pop o cantatorale.
Dopo il concerto ero entusiasta (a dire il vero anche un pò assonnata dato che era mezzanotte e e mezza passata!) sia perchè è stato un concerto pieno di energia sia perchè ho capito di essere riuscita in parte ad impossessarmi delle chiavi di lettura del jazz finalmente, un pò come quando, mentre leggi un libro complesso o con una trama intrecciata, riesci ad intravedere la luce dopo le prime cento pagine. Ero soddisfatta, finalmente ascoltare quei fraseggi improvvisati dava piacere e gusto anche a me che in genere prima uscivo dai concerti jazz con un grande punto interrogativo disegnato sulla fronte, un pò stordita, che mi sentivo un pesce fuor d'acqua in mezzo al pubblico entusiasta che urlava e faceva gridolini di piacere.
Enrico Rava poi è un personaggio affascinante, potrebbe essere un eroe solitario uscito dalla matita di Hugo Pratt (anche se poi in realtà è stato Altan a disegnare un fumetto a lui dedicato), camminava per il palco con la sua tromba vestito con camicia e pantaloni di lino bianco, ogni tanto accennava qualche passo di danza quando la musica lo trascinava in modo particolare.
Il video che ho allegato è tratto dal recente album "New York days" che Enrico Rava ha inciso con altri famosi jazzisti tra cui Stefano Bollani, il brano è "Certi angoli segreti", molto intenso e suggestivo.
Una menzione speciale per la cantante che è esibita prima di lui, la giovane Virginie Teychenè, una voce strepitosa ed una performer di grande livello.

30 commenti:

amanda ha detto...

mi si è piantato il video a metà, poi provo a riaprirlo e comunque grazie per averci portato al concerto con te, per quanto riguarda il jazz a volte credo averla trovata la chiave di ascolto, a volte no, ma continuo a provare a cercarla

alessandra ha detto...

Ma anch'io per quanto riguarda il jazz, la chiave la cerco, la trovo, poi la perdo e mi metto di nuovo alla ricerca. :-)

Il_Marcio ha detto...

Wow, anche io voglio andare ad un concerto jazz; chi mi ci porta?

amanda ha detto...

@Il_Marcio:finito il mondo cambiato nome e cambiata personalità? sicuro di voler andare ad un concerto jazz con una massa di simpatiche carampane?

Il_Marcio ha detto...

No, è solo che questo nick mi piace di più. E poi no, non cambio mai io. D:

Jazz: mio fratello mi obbligava ad ascoltarlo e alla fine me l'ha fatto piacere. Sì, andrei ad un concerto anche con un cannibale affamato.

Gloria ha detto...

Ale, musica di qualità. non ti smentisci mai.
io ho sentito parlare per la prima volta di enrico rava da fiorello. prima non sapevo chi fosse, ma poi grazie alle sue imitazioni...
certo che ascoltare gershwin è sempre un privilegio. sono melodie che non invecchieranno mai, che faranno sempre tremare il cuore

Marilina ha detto...

Alessandra, conosci la mia cultura musicale, ma leggerti quando scrivi di musica è illuminante, anche se mi rimane completamente sconosciuto il concetto della chiave di lettura del jazz...

sergio pasquandrea ha detto...

io sono vent'anni che ascolto jazz e la chiave la perdo ogni volta.
ed è proprio questo il bello...

alessandra ha detto...

@Sergej
Allora mi consoli, io lo ascolto solo da pochi anni, evidentemente il bello è proprio questo, il fatto di perdere le chiavi ti spinge ad una continua ricerca.

Alle ha detto...

Sono stata coinvolta in una sorta di educazione "sentimentale" alla
musica jazz grazie alla grande passione di mio fratello che è una fonte inesauribile di conoscenza di questo genere musicale e di tutte le contaminazioni che ne sono derivate. Questa specie di "scuola" prevedeva la frequentazione di set live ovunque ce ne fosse l'occasione. E devo dire che questo è il modo più semplice ed immediato di beneficiare della bellezza di questa musica. I ricordi più belli sono legati ai vari Festival di Umbria Jazz che considero uno degli eventi migliori al mondo e che vale la pena frequentare anche per la magnifica atmosfera che si viene a creare nello scenario unico che è il centro storico di Perugia.
Nonostante abbia imparato molto e ascoltato tanto e ci siano alcuni artisti che amo senza condizione (Miles Davis, Gil Evans, W.Report per citarne alcuni) non sono mai riuscita a fare il grande salto e a trovare il punto di non ritorno.
Il mio prof di lettere diceva che il jazz gli aveva aperto le porte alla musica classica tanto che non riusciva più ad ascoltare altro.
Probabilmente il mio orecchio non è poi tanto raffinato o lo è nella giusta misura da permettermi di spaziare e dedicarmi alla musica nel suo insieme. Non c'è una chiave di lettura, è solo musica che come dice Gloria fa tremare il cuore.

Ale, sempre nel luogo giusto e al momento giusto, brava e continua così......

alessandra ha detto...

@Alle
Troppo buona, ecco Umbria Jazz mi manca, vorrei andarci prima o poi, so che c'è sia d'estate che d'inverno, poi Perugia è davvero carina, immagino l'atmosfera che si può respirare in quei giorni.
Anni fa ero una grande fan di Sting e ho visto in televisione lo splendido concerto che ha fatto ad Umbria Jazz con Gil Evans, poteva essere il 1987 o giù di lì.

Bello avere un fratello che ti educa al jazz :-)

Alle ha detto...

Ale, Umbria Jazz è imperdibile. Almeno una volta nella vita bisogna trovarsi là. Quest'anno il cartellone era ricchissimo, ma spesso lo è.
A quel concerto di Sting e Gil Evans ero presente, esiste anche una registrazione. Un concerto che è nei primi posti della mia personale classifica, insieme a Miles Davis visto sia a Perugia che a Bologna.

Sì, con mio fratello ho spartito un sacco di cose. Ora ha come allievi i suoi pargoli, ma sono ancora piccoli per il jazz. Potrebbero prendere paura !!!!

amanda ha detto...

io non credo vi sia un'età giusta per ascoltare un tipo di musica, c'è una chiave ed un accesso differente a seconda dei livelli di lettura o di ascolto,ma come puoi godere di un kandinsky o di un Beethoven o di un Rodin in un certo modo da bambino, così puoi godere del jazz partendo magari dall'ascolto di Ella o Satchmo

amanda ha detto...

@Sergio: grazie della visita, passa quando vuoi

alessandra ha detto...

@Alle
Tu c'eri al concerto dei Police, tu c'eri a vedere Sting e Gil Evans...adesso comincia ad essere troppo! :-)

sergio pasquandrea ha detto...
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sergio pasquandrea ha detto...

@amanda
Leggo spesso, ma commento poco perché purtroppo ho poco tempo.

Riguardo Umbria Jazz.
Io vivo a Perugia dal 1993, e da allora fino a un paio d'anni fa non me ne sono perso uno (gli ultimi 2-3 anni, purtroppo, hanno prevalso gli impegni lavorativi e familiari; quest'anno, mi si stringe il cuore ad ammetterlo, non ho visto nemmeno un concerto).
Che dire? Se si vogliono sentire i grossi nomi (grossi grossi grossi, intendo), è qui che bisogna venire. Anche perché molti passano solo qui, in Italia.
L'atmosfera è molto bella, con musica ovunque, ad ogni angolo di strada, fino a notte fonda.
Ci sono due problemi fondamentali: il primo è che i concerti costano uno sfracello. I posti più economici partono dai 15-20 euro, ai quali bisogna aggiungere il costo del binocolo per poter vedere il palco... Per quelli in platea o nelle file più avanzate si parte dai 40-50 in su (e per certe occasioni ho visto prezzi fino a 100-150 euro: decisamente esagerati, completamente fuori scala rispetto ad altri festival).
Negli ultimi 6-7 anni, facendo il giornalista musicale, entravo gratis; ma prima mettevo in conto una spesa media di almeno 200 o 300mila vecchie lire all'anno (che, per uno studente universitario fuori sede, non erano certo una cifra da nulla).
Secondo problema: UJ è ormai un'enorme macchina promozional-pubblicitaria, il che significa che è "costretta" a fare incassi. E questo significa che chiamerà solo e soltanto nomi di sicuro richiamo, sia nel jazz (Rollins, Jarrett, Metheny, Hancock, Shorter e via dicendo), sia al di fuori del jazz.
Anzi, negli ultimi anni si è andati sempre più al di fuori. Per dire, quest'anno c'era Mark Knopfler (che a me piace pure, ma che col jazz c'entra poco o nulla).
Significa anche che gli artisti più interessanti, più di ricerca, non li vedrai MAI a Umbria Jazz, salvo rarissime eccezioni.
E significa anche che il jazz italiano ha uno spazio a dir poco esiguo, riservato sempre ai soliti 5 o 6 nomi: Fresu, Bollani, Rava, ecc. ecc. Tutti grandissimi, per carità, ma all'ottavo anno con Bollani e al dodicesimo con Rava, uno comincia anche a stufarsi un pochettino...
Però queste sono le considerazioni di un nerd snob e intellettualoide.
Per un neofita o un semplice appassionato, com'ero io a 18 anni quando arrivai a Perugia, UJ è, senza mezzi termini, il Paradiso in terra...

(Scusate la lenzuolata, ma l'argomento mi appassiona...).

sergio pasquandrea ha detto...

P.S.: scusate, i commenti cancellati sono miei. Blogspot era momentaneamente impazzito e mi ha costretto a ripostare il commento, salvo poi scoprire che era stato pubblicato....

amanda ha detto...

già i costi sigh! per una come me che da due anni vive di precariato precario, prima ero una precaria con precariato pressochè sicuro, la musica dal vivo ahimè è un costo non sostenibile.
Penso poi che quando le organizzazioni devo puntare al guadagno siano soprattutto i nuovi talenti a farne le spese

alessandra ha detto...

@Sergej
Come al solito quando la "macchina" diventa troppo grande e di successo si punta di più al guadagno e meno alla sperimentazione.
Io vivo nella zona di Pescara dove da tanti anni c'è un festival jazz dove vengono grandi nomi, ma anche artisti meno conosciuti.

sergio pasquandrea ha detto...

@amanda
Comunque, a UJ volendo si può sentire tanta buona musica gratis, per le strade o nei locali o nei due palchi gratuiti su Corso Vannucci.
E anche i concerti nei teatrini, che spesso sono proprio i più interessanti, hanno prezzi sostenibili.
Però, se ti vuoi sentire un Rollins o un Metheny, le tue tre o quattro carte da dieci euri le devi sborsare.

@alessandra
Sono stato varie volte a Pescara Jazz, quando vivevo in Puglia.
Molto interessante, e soprattutto spesso passano gli stessi artisti di UJ ma alla metà del prezzo...

amanda ha detto...

allora conviene andare e trovare Ale ed andare insieme a Pescara :-)

sergio pasquandrea ha detto...

Beh, considera che quest'anno Pat Metheny (stesso gruppo, sempre in platea) costava 45 € a Perugia e 35 a Pescara...

amanda ha detto...

ecco non sono pochi 10 euro di differenza, comunque con il mio lavoro ballerino allo stato attuale non riesco a programmare davvero niente, navigo a vista

Alle ha detto...

Ale, lo sai che l'elenco è molto lungo. Ciò che stupisce, invece, è il fatto che tu sia a conoscenza di tutti questi eventi del passato, quando eri poco più di una pargoletta. Una vera intenditrice, nonchè grande appassionata ! M'inchino....

Sergej,
la tua analisi su UJ è pressochè perfetta. Lasciami aggiungere solo che è vero, il Festival spazia in largo verso generi non proprio jazz. Si tratta comunque di musica ed artisti di qualità eccelsa che ce ne fossero tutti i giorni. Come ho già detto, io non sono una purista piuttosto una che ama la buona musica da qualsiasi parte arrivi. E ascoltare musica a UJ è sempre un privilegio.
Sul caro biglietto, invece, penso che l'aspetto più negativo sia che molto spesso al prezzo pagato non si accompagna un posto adeguato.
Si vede male e si sente peggio. Questo in generale per la musica dal vivo in Italia. Per questo sono contenta quando gli spettacoli si tengono in teatri o luoghi più raccolti, cosa però non proponibile per certi artisti di grande richiamo.

Amanda, è vero la musica è un linguaggio con cui si può comunicare meglio delle parole, a qualsiasi età.
E i bambini che crescono con la musica sono bambini più felici.

oriana ha detto...

e vero, la musica in quanto ad ascolto non può avere età, ma per quanto riguarda la conoscenza dei vari artisti conta, io sono un po' antica lo sapete e a parte i grandi del passato, non ho conoscenza, la mia "frequentazione" si limita alla Casale, posso considerarla una cantante jazz?

alessandra ha detto...

Beh allora quando volete venite a Pescara e andaimo tutti insime a pescara Jazz, quest'anno appunto c'erano Pat Metheny, Diana Krall, Enrico Rava, in passato sono evnuti altri grandissimi, anche Keith Jarret ad esempio.