7 febbraio 2011

velocità


Da sempre ho un rapporto difficile con la velocità.

Parlo velocemente, digito velocemente, mangio ahimè troppo velocemente, ma questo è quanto.

Mi sembra che la velocità sia mancanza di controllo, e la mancanza di controllo la concepisco solo in amore, questo è uno dei motivi per cui non guido ed è anche il motivo per cui ho mollato lo sci di discesa poco dopo avere iniziato, finiva che frenavo troppo e mi perdevo il succo della questione.

Forse da piccola non ero così.

Ricordo il mio unico trauma cranico per eccesso di velocità con il triciclo, complici le spinte di mia sorella nel lungo corridoio di casa dei miei e lo schianto contro il vasone delle sanseverie in curva. Ricordo che correva l'anno 1973, l'anno dell'austerity. Per i non nati o i troppo giovani ricorderò che a causa della guerra dello yom kippur tra Israele ed Egitto il prezzo della benzina era schizzato alle stelle (mai come oggi) e vigeva il divieto assoluto dell'uso delle auto private di domenica. Mica come oggi che ci sono più deroghe alla domenica ecologica che mezzi fermi. Allora si muovevano solo le auto dei medici in servizio e per servizio. Così le strade erano il paradiso dei bambini: bici, tricicli, pattini.

Io che da sempre abito attaccata ad un cavalcavia, mi lanciavo giù e non potendo fare lo spazzaneve con i pattini a 4 ruote di legno andavo giù come un siluro, e che divertimento.

Il mio ideale di ciclismo è il ciclismo olandese in pianura nel polder ed invece mi trovo a spolmonarmi in salita e a scendere in un misto tra ebrezza e panico sui colli padovano-vicentini.

Quando sono passata al fondo pensavo: il fondo, lo dice la parola stessa, è in fondo valle e me ne vado bella dritta in piano invece via via sono passata a farmi le discese ardite e le risalite, stile ieri un percorso che neanche un ottovolante.

Il problema di giornate come ieri è il cambio di velocità. Del tipo: inizia la discesa all'ombra, la neve è ghiaccia e tu pigli una velocità inebriante, poi improvvisamente, quando il vento ti sibila nelle orecchie, la pista passa al sole, la neve è fraccica, lo sci si pianta e tu vieni letteralmente catapultata in avanti.

L'ho detto la velocità non fa per me

21 commenti:

Marilina ha detto...

Buona settimana, che voi siate veloci o lenti.

A me la velocità fa paura. Il mio bisogno di avere tutto sotto controllo e di poter prevedere l'imprevedibile non mi fa azzardare.
Vado giù dai cavalcavia in bici frenando, non ho imparato a sciare per la velocità progressiva, non scendo sulla neve lasciando andare gambe e testa (a parte ieri, niente discesa col sedere), anche lo scivolo l'ho fatto tenendomi con le manine di lato.
Una vita col freno a mano tirato.
Però in auto corro corro e non sopporto le tartarughe.

P.S. le domeniche dell'austerity erano uno spettacolo, la strada principale invasa di mezzi relativamente veloci, ma silenziosi, unico rumore il chiacchiericcio tra le persone.

Gloria ha detto...

io non amo la velocità : in auto mantengo l'andatura da nonna papera, non mi vergogno di stare nella corsia di destra in autostrada facendomi superare anche dai trasporti eccezionali che trasportano barche enormi o macchinari giganteschi che mi passano vicino facendomi ciao ciao.
quando devo guidare nel centro della città con strade a 3 corsie divento una lumaca insicura e titubante.
nelle azioni quotidiane invece vado veloce : mi alzo in fretta, in 20 minuti sono docciata e vestita 5 minuti per la colazione, a pranzo sono una scheggia : mentre mangio riesco anche a preparare la cena a lavare i piatti e fare il bucato. però fondamentalmente odio la velocità : vorrei essere capace di prendermela comoda. è inutile che ascolti tutti i giorni "take it easy" degli eagles se poi mi faccio venire il fiatone nel fare cinque cose a tempo..
Amanda : tu ora sarai bella abbronzata con quel bel colorito da montagna e noi qui mozzarelline opache in attesa del caldo

alessandra ha detto...

Buongiorno!! Anch'io come te parlo spesso veloce, batto sulla tastiera veloce e faccio refusi, e mangio pure veloce. Se per velocità si intende una certa dinamicità di vita io la amo molto, mi piacciono le giornate piene però ecco non dominate dalla fretta, mi piacciono i cervelli che vanno veloce. Però ad esempio la velocità in macchina non la amo soprattutto se devo guidare io, anche se ogni tanto essere scarrozzata da qualcuno di cui mi fido in moto mi piace assai, bella l'emozione della moto, della vespa, dello scooter.
Però amo anche regalarmi delle giornate all'insegna delle lentezza.

Tonino ha detto...

Ho superato i 50 !
In bici, fantastico !
Addirittura fino a 53 Km orari.
Poi dopo i 50 ho una splendida 150 cv. , un missile su strada, 140 in terza !
Corro anche su strada per la mezza maratona, per vivicittà,dopo i 50.
Sciare ?
Dopo due giorni di lezione la gara di gigante ,naturalmente.
Lavoro ?
Si corre sempre,in sala operatoria, emergenze notturne, anche la routine di corsa.
In cucina ?
Veloce,si ,preparo velocemente, anche in barca a vela .
Amore ?
Meglio rallentare ,ma il cuore ? lui batte veloce,mannaggia a lui !
Le donne ?
Appena rallenti, tamponi, mannaggia che guaio !
Ciao T.

amanda ha detto...

@Tonino: io in bici 47 e rotti è stato il massimo che ho fatto... in discesa :D

giardigno65 ha detto...

correva l'anno 1973, ma mica tanto ! Di domenica poi...

comunque mi piace lasciare questa nobile citazione di Charles Schulz : «La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.»

giardigno65 ha detto...

o forse l'ha detta Charlie Brown?

sergio pasquandrea ha detto...

il mio paese è nel bel mezzo del tavoliere delle puglie. ossia, un posto dove un montarozzo di 150-200 metri viene chiamato "montagna".
in paese, poi un dislivello di 5-6 metri era già considerato un'erta e scoscesa scarpata.
ce n'è una in particolare, che in dialetto si chiama "a scend'i monache", ossia "la discesa delle monache", per via del monastero di benedettine che una volta c'era proprio in fondo. visto dalla mia odierna prospettiva perugina, una tranquilla passeggiata in quasi-pianura; da piccolo, mi pareva un'avventuroso strapiombo da affrontare a freni ben tirati.
un'unica volta, d'estate, in piena controra (un non-meridionale capisce che cos'è la "controra"?), con le strade deserte, pensai "ma sì, chissenefrega, lasciamo i freni e giù a capofitto".
pochi secondi dopo, ero spalmato sul parabrezza di un'automobile che incrociava in direzione perpendicolare alla mia.
non mi feci niente, ma da quel giorno capii che la velocità non faceva per me.

Emilys ha detto...

Per la Trip il concetto di velocità non è nemmeno reale, è nel mondo delle idee, un'entità la cui esistenza è tutta da dimostrare. Praticamente la velocià sta alla Trip come il mostro di Loch Ness agli scettici per natura.Adesso poi che ha solo un occhio buono ( anzi, ne ha uno e basta) va ancora più piano perchè guarda tutto due volte :-))

amanda ha detto...

@Giardi: sarà stato Charlie Brown di sicuro

comunque in bici da un po' li uso tutti e 24 i rapporti, ma solo dopo che ho cambiato il deragliatore prima era un incubo

@Sergio: la controra è l'ora della siesta? Comunque benvenuto nel club dell'andamento lento.

@Emilys: la Trip è di razza slow dog?

sergio pasquandrea ha detto...

non necessariamente "siesta".
la controra sono le ore più calde del giorno, specialmente d'estate.
le prime ore del pomeriggio, subito dopo pranzo, più o meno tra l'una e le quattro, quando il caldo rende ogni uscita una sfida alla propria salute, e a tutti, sbrigate le ultime faccende indispensabili, non resta che recludersi in casa, con le imposte abbassate, e cercare con metodo, nella penombra, gli angoli più freschi e ventilati.
è l'ora del silenzio, in cui ogni rumore echeggia amplificato come in una scatola vuota, e la mente è più propensa ai sogni umidi, alle fantasticherie torbide della digestione (i pranzi domenicali del sud, chi non li ha mai provati non può capire) e, nelle giornate più favorevoli, alle visioni.

Alligatore ha detto...

Be', con la montain-bke è bello andare a rotta di collo... c'è una bella discesa dalle mie parti, dove riesco a raggiungere i 70 ... se ci penso è da pazzi, e dico che non lo farò più (anche perchè non porto il casco, e sarebbe un attimo...).
parola di verifica: germi (il regista o?...)

amanda ha detto...

@Alligatore: i 70?????????? temo che neanche il casco a 70 in bici e comunque ho anch'io la pessima abitudine di non usare il casco

oriana ha detto...

NO, niente velocità! La vita va vissuta non bruciata!

Seggej hai descritto magistralmente, la magica atmosfera della controra.

alessandra ha detto...

@Alligatore
Le parole di verifica lanciano sempre messaggi oscuri :-)

Vero Oriana bella la descrizione di Sergej della controra...

Marilina ha detto...

Anch'io trovo evocativa la descrizione della controra di Sergio.
Mi piace tanto la controra e questa definizione.
Quella sì è una pausa benefica, una piacevole ricarica di energia, una molle pigrizia rigenerante.
Altro che questo letargo invernale!!

sergio pasquandrea ha detto...

la controra è una categoria dello spirito, più che dell'orologio

Ernest ha detto...

siamo troppo veloci!
E poi oggi ho una maglia con Wile E. Coyote (incredibile ho scoperto che si chiama così)... prima o poi lo prende.
:)

amanda ha detto...

@Sergio:una splendida categoria dello spirito

Alle ha detto...

La mia natura non ha a che fare con la velocità. Da una parte hai il vantaggio di riuscire a ponderare meglio le tue azioni e
ottenere migliori risultati; dall'altra c'è sempre il rischio che quei risultati possano sfumare perchè sei arrivata un po' lunga.... credo che come in tutte le cose importanti il giusto stia in mezzo: con sollecita calma.

Di andare veloci in auto, moto, bici ecc. non se ne parla proprio.
Se dipendi da un ingranaggio, non
vale la pena di rischiare la tua e le altrui vite.

Sergej, lo spirito della controra non è facile da far comprendere a chi non vive in luoghi torridi. Spesso viene scambiato per fannullaggine.

Ernest, Wile E. Coyote tutta la vita !

amanda ha detto...

@alle: la sollecita calma mi piace assai