6 luglio 2011

Rifugio








Amandapiccola sta protetta nel suo rifugio preferito, è un pomeriggio d'autunno, nel rifugio non è sola, c'è con lei la cagnetta Dudù, l'orecchio sinistro, rosa, di Dudù risente dell'anzianità di servizio e dalla cucitura esce un po' di paglia.
Amandapiccola ha portato nel rifugio i mezzi di sostentamento, lo scatolone dei Lego, un quaderno a righe-di-seconda di sua sorella, le matite colorate, è in quella fase islamista in cui copia i segni, non sono ancora lettere o numeri, da sinistra verso destra e a volte i 4 come le rande cambiano direzione a seconda di come soffia il vento, inforca la matita con vigore come un aratro e pigia duro (in realtà anche Amandagrande calca molto quando scrive, la pagina che si increspa dà soddisfazione), ha già finito di mangiare pane e nutella, non sa che sarà uno degli ultimi e quindi lo azzanna senza la dovuta deferenza, ha i baffi mezzi di moccio, mezzi di nutella.
Il suo rifugio ha quattro angoli, le gambe del tavolo, i lati invece sono così composti: lato nord le gambe di Ortensia, un reticolo di capillari, fare la banconiera per mille anni ha il suo prezzo, Ortensia stira, come quasi tutti i pomeriggi, in una famiglia di 8 persone più annessi c'è sempre qualcosa da stirare, stira sul tavolo aperto, ha stesso il copritavolo di panno, una coperta doppia ed un lenzuolo bianco (non c'era l'asse da stiro a quel tempo, e ,ci fosse stato, lei non l'avrebbe usato, certe diavolerie non facevano per lei); lato nord le gambe di nonna Erminia, nonna sarebbe alla moda oggi: piede destro spuntata plateau tacco 12, piede sinistro ballerina, la nonna cuce, in una famiglia di 8 persone più annessi c'è sempre un bottone da riattaccare, un calzino da rammandare, un elastico di mutanda sostituire, mica si buttava via la roba allora per sciocchezze del genere; a sud ovest le gambe grassocce di zia Linda (Teodolinda) sta sgranando qualcosa, fagioli? per i fagiolini è sicuramente troppo tardi ed anche i per i piselli, o forse monda il riso, si toglievano i risetti neri, se fosse mattina sarebbe in giro, ombrello para pioggia a questa stagione, ombrello (il medesimo) para sole in estate, la nonna decide il menù, la zia esce a prendere la spesa di giornata, ogni scusa è buona per uscire a fare quattro passi e otto chiacchiere. Ad Amandapiccola arrivano frammenti di lettura della Domenica del Corriere, Soraya continua ad essere triste anche diversi anni dopo essere stata ripudiata, il cane eroe salva il padrone da morte certa nell'incendio della casa, padre Pio ha di nuovo le stimmate, ma soprattutto arrivano i commenti alla lettura; per la lettura , come per il rammendo, si scambiano le lenti da presbite, ognuna ha le sue, ma, non si sa come, quelle di una vanno meglio all'altra a seconda dell'occupazione in corso. A volte un lato è occupato dalle ospiti: zia Irma, zia Gemma, zia Giovanna, zia Ines. Un elenco sterminato di rappresentanti dell'universo femminile che venivano a trovare nonna Erminia che non poteva uscire e che invece era considerata da tutti un'ottima compagnia, una buona confidente, una scorta di serenità nelle avversità della vita.







Come si fa a non crescere felici in un rifugio fatto di gambe e di chiacchiere di donne?

17 commenti:

giardigno65 ha detto...

non si può, bisogna farlo apposta ...

alessandra ha detto...

Ma che meraviglia di amarcord!! Che calore che davano le famiglie di una volta, le zie di una volta, le nonne di una volta, le mamme di una volta!! Non voglio fare la nostalgica ad ogni costo, ma purtroppo c'è solo da essere nostalgici di questi tempi, da rimpiangere il calore e l'umanità di certe persone, l'armonia nelle diversità che regnava una volta, il gusto di stare insieme a chiacchierare, di essere solidali e condividere i problemi, non esistevano tanti io, ma un unico noi.
Anch'io ricordo mia nonnna e le sue sorelle che recitavano la Divina Commedia a memoria nei pomeriggi d'estate, anche mia mamma è molto legata alle sue sorelle, a Natale ad esempio è uno spettacolo vederla cucinare con le altre.
Quando rimprovero a volte mia mamma di avermi cresciuto un pò fessacchiotta e troppo idealista, lei mi dice sempre che il suo mondo era fatto così, di grande amore tra gli esseri umani ed ha ragione, in pochi anni è cambiato tutto velocemente, in peggio...

amanda ha detto...

adoro i fessacchiotti, non i fessi, ma i fessacchiotti li adoro

Ernest ha detto...

è assolutamente d'obbligo!

Alle ha detto...

se i tavoli delle cucine potessero parlare, delle cucine di una volta
meglio precisare, quante belle storie si potrebbero conoscere.
Questo racconto di vita fa capire splendidamente come la famiglia numerosa, differente e matriarcale di un tempo abbia di fatto cresciuto un paese intero e nel migliore dei modi oserei dire.
Poi tutto si è disperso, dove, come e quando resta da capire...

Questa immagine di amandapiccola che osserva il mondo da sotto un tavolo è molto cinematografica.
Che tu abbia un futuro nell'olimpo degli Oscar ?

Alle ha detto...

Dimenticavo: dove stavi scappando in quella foto ?

amanda ha detto...

@Alle: ma se non so usare neanche una macchina fotografica! immagina una cinepresa o quel diavolo che l'ha sostituita al giorno d'oggi :D, le sceneggiature non so neanche da che parte iniziano e dove finiscono

Alle ha detto...

Dimenticavo 2: Giardi la tua foto
mette decisamente di buon umore
:-))

amanda ha detto...

stavo andando dal mio amico Mirko che abitava sopra di me ed aveva il bar sottocasa mia, il bar che aveva sostituito la locanda dei nonni, infatti nella foto successiva ci siamo entrambi, poi sono partita per il mare e quando sono tornata la casa di fronte a me non esisteva più

Alle ha detto...

Amanda, nelle sceneggiature è importante il contenuto. La tecnica s'impara.............
la storia della tua famiglia meriterebbe di essere fissata.
Un bel libro dal quale trarre poi un bel film. Entrambi premiati, of course!!!

amanda ha detto...

@Alle: troppo buona lei :)

Marilina ha detto...

Sottoscrivo tutte le cose dette, la penso anch'io così.

Per cui ogni tanto mi trovo a pensare: ma non sarà mica un po' colpa nostra?

Amanda, condivido anche che tu debba scrivere la tua casa degli spiriti, sia per come scrivi che per la storia che trasudi.

claudia ha detto...

Uah, che amarcord!
Bellissimo, mi é parso di stare con te la sotto. E poi é stato come un flash di miei ricordi personali, la domenica del corriere letta a pezzi un po' da ciascuno, le chiacchiere del pomeriggio...
Per me questi bei ricordi sono legati alle scale davanti al portoncino d'ingresso nel cortile da mia nonna, dove ci si riuniva d'estate con i cugini (tanti) e i gli zii emigrati al nord che ad agosto tornavano per le ferie in sardegna.
E anche lì c'era chi leggeva, chi cuciva, chi insegnava al piccolo di casa ad andare in bicicletta, chi lavava l'auto con la pompa del pozzo.
Sarà che i ricordi colorano di bello le cose, ma a pensarci adesso mi viene tanta tanta nostalgia!

Gloria ha detto...

è uno scatto bellissimo, che raccoglie un mondo. questa foto avrebbe ottime possibilità di vittoria a un concorso.

maria grazia ha detto...

Esatto!
Amanda hai avuto un'infanzia bellissima

desian ha detto...

Ah che differenza con le infanzie d'oggi, tutte al singolare e senza chiacchiere...

amanda ha detto...

già Desian noi soli era un'eresia, solo a scendere in strada si era in 40 bambini il figlio di uno era figlio di tutti